Richiamo della Farnesina al governatore che replica: «Non prendo ordini dai mantenuti di Roma» venezia La fascinazione della Lega per lo Zar. Matteo Salvini si batte perché l’Europa revochi le sanzioni alla Russia e nomina perfino due «responsabili per i rapporti con Mosca» in via Bellerio.
Poi vola in Crimea e sigla il patto tra il Carroccio e Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, respingendo però le illazioni che vogliono la pattuglia padana finanziata da banchieri vicini al premier venuto dal freddo, un po’ come il Front National della (pure amica) Marie Le Pen. Intanto il Carroccio prepara due convegni, uno a Padova e uno a Milano, il mese prossimo, per far incontrare alti esponenti del governo russo con imprenditori italiani interessati ad investire lì oppure in Crimea. È in questo contesto, e per le stesse motivazioni di cui sopra (aiutare il business nostrano), che il governatore Luca Zaia ha contravvenuto nei giorni scorsi all’invito, piuttosto perentorio, della Presidenza del Consiglio e del ministero degli Esteri, volando a Mosca per incontrare il vice primo ministro Arkady Dvorkovich, il vicepresidente del Comitato Industria della Duma che si occupa delle relazioni con le imprese Pavel Dorokhin e il vicepresidente del Consiglio della Federazione russa (la Camera alta) Ilias Umakhanov. È stato lui stesso a raccontare il gesto di «disobbedienza politica», spiegando di «voler evitare ricostruzioni sbagliate e mistificazioni» e postillando: «Non prendo ordini da chi è mantenuto a Roma dal Veneto. Stiamo scherzando? Mica siamo sudditi…».
Ebbene, cosa è successo? Invitato ufficialmente da Dorokhin, con cui c’è una conoscenza e una frequentazione risalente, Zaia ha comunicato «per cortesia e galateo istituzionale» al ministero degli Esteri l’intenzione di recarsi in missione a Mosca dal 25 al 27 settembre, per visitare la locale fiera del mobile e incontrare alcuni esponenti della politica locale, ovviamente per discutere delle sanzioni e dell’impatto che queste stanno avendo sull’economia della nostra regione. Gelida la replica arrivata lunedì dal dipartimento degli Affari regionali (girata per conoscenza anche alla Farnesina): «Considerata la particolare contingente situazione del Paese e tenuto conto dell’indeterminatezza del quadro della specificità del contesto attuale nei rapporti con la Russia, si rappresenta l’inopportunità della visita e si invita la Regione a prendere urgente contatto con il ministero degli Esteri e tenere successivamente informato questo dipartimento di quanto sarà concordato». Zaia fa spallucce e «per il bene del Veneto», s’imbarca comunque sul volo Aeroflot. «L’aereo era pieno di veneti – racconta – così come la fiera. Il Veneto rappresenta il 20% dell’export italiano in Russia, le sanzioni ci costano 500 milioni. E io dovrei restare a guardare con le mani in mano? Il tono della lettera, poi, mi ha lasciato di stucco: e che siamo, in guerra?». L’obiettivo della missione era chiaro: fornire ai russi prova tangibile dell’amicizia veneta, così che Mosca, nonostante le sanzioni imposte dall’Europa, non ci penalizzi troppo nelle sue ritorsioni («Stanno già pensando di boicottare l’offerta turistica dei Paesi coinvolti» spiega il governatore). Ma non creano alcun imbarazzo a Zaia la vicenda Ucraina, i diritti sistematicamente violati in Russia, l’opposizione silenziata, i giornalisti massacrati? «Tedeschi e francesi continuano a fare i loro affari lì, come la Germania ha continuato a farli in Siria mentre il resto dell’Europa bombardava – risponde Zaia -. Ho l’impressione che siamo gli unici a prendere sul serio queste iniziative. L’Ucraina? Della politica estera si occupa il governo, io penso a tutelare le nostre aziende, tenendo sempre aperto il dialogo e garantendo la massima disponibilità ai nostri interlocutori». L’incontro, assicura, «è stato friendly e concreto». E, se proprio non seguirà l’apertura delle frontiere da parte russa, qualche conseguenza ci sarà di sicuro. Il consigliere regionale del Pd Piero Ruzzante è infatti intenzionato a presentare un’interrogazione sui costi della missione e sull’effettiva utilità del viaggio in Russia da parte del governatore. «Visto che anche Zaia in un momento di lucidità si ricorda che la politica estera spetta al governo, non è chiaro per quale motivo e a quale titolo sia andato in Russia – spiega Ruzzante che anche recentemente ha contestato a Zaia l’uso di fondi della Regione per alimentare la sua campagna elettorale -. Siamo di fronte all’ennesima cosa inutile, almeno ci dica quanto ha speso per questo viaggio».
Ma.Bo. – Al.A. – Corriere della Sera – 28 novembre 2014