Circa 50 tonnellate di petrolio versate nel Mar Ligure, il 10% delle 500 tonnellate che sono uscite dalla rottura dell’oleodotto della società Iplom che conduce il prodotto da Busalla (sede della raffineria) al porto petroli di Genova Multedo. Frutto di un incidente avvenuto domenica scorsa che però ieri mattina ha rischiato di complicarsi ulteriormente quando forti piogge e un’ondata di piena del rio Polcevera hanno portato al cedimento di una delle barriere di contenimento poste in settimana sul torrente per arginare il flusso del greggio.
Una situazione che ha portato il comandante della capitaneria di porto, ammiraglio Giovanni Pettorino, a dichiarare lo stato di emergenza locale, per affrontare la situazione con un numero maggiore di mezzi messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente. Due unità di supporto con attrezzature di recupero di tipo oceanico, dunque, sono state inviate da Livorno e Civitavecchia per supportare le due genovesi già operative. Il notevole dispiego di mezzi marini e terrestri, peraltro, sta facendo impennare i costi dell’intervento per la Iplom che, secondo fonti tecniche qualificate, potrebbero superare i 5 milioni di euro.
Le panne assorbenti poste alla foce del Polcevera, comunque, hanno retto e ieri non ci sono stati nuovi versamenti significativi in mare. Quelli avvenuti, però, nelle ore immediatamente successive alla rottura della tubazione hanno portato alla formazione di diverse chiazze di petrolio in mare – estese su un’area di 28 chilometri – che ieri pomeriggio si trovavano al largo del tratto tra Savona e Andora, spostandosi verso la Francia. I mezzi di contenimento dispiegati anche in mare hanno avvistato, in particolare, una chiazza compatta lunga 2 chilometri e larga mezzo.
In merito a queste chiazze, fa sapere la capitaneria, «l’Emsa (l’Agenzia europea per la sicurezza marittima) conferma che si tratta, per la maggior parte, di iridescenza con basso livello di allerta e che non dà luogo a particolari situazioni di criticità». Un report tranquillizzante confermato, in un tweet, anche dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.
Anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti dice «il peggio è passato, l’emergenza sta finendo. Le coste liguri sono al sicuro. Abbiamo contenuto i danni all’ambiente grazie al grande lavoro svolto tutti insieme nei giorni scorsi. Certo in mare a Ponente c’è una chiazza oleosa ma si tratta di residui di quanto uscito domenica sera dalla tubatura rotta della Iplom. Non è un fenomeno che deriva da quello che è accaduto nelle ultime ore. Non voglio minimizzare i danni, ma possiamo dire che il fenomeno è sotto controllo. Non facciamo allarmismi perché le chiazze in mare sono mantenute dalle correnti a largo e non dovrebbero avere impatti significativi sulle spiagge».
Secondo Toti, la situazione di ieri mattina non ha creato particolari problemi perché, «quando è arrivata la pioggia sul Polcevera, la maggior parte del prodotto superficiale era già stato rimosso; quindi non posso dire che non ci siano stati sversamenti in assoluto, ma se ci sono stati non sono stati significativi. Dietro alla barriera che ha ceduto c’erano altre barriere che hanno retto. La situazione non è facile, la bonifica ci preoccupa, ma tutti, anche la Iplom, stanno lavorando di buona lena. Nel Polcevera il prodotto è stato quasi tutto rimosso, mentre nel rio Fegino proseguono le operazioni di bonifica: lì dovremo fare un lavoro più profondo». Nel pomeriggio di ieri, inoltre, è stata ricostruita la barriera che l’aumento del flusso d’acqua del Polcevera (di 24 centimetri) aveva abbattuto in mattinata. In ogni caso, la commissione ambiente del Senato, fa sapere il presidente Giuseppe Marinello, convocherà al più presto «i vertici della società Iplom, il sindaco e gli assessori competenti di Genova e tutti coloro deputati alla salvaguardia del territorio ligure».
Intanto i Verdi hanno presentato un esposto sulla mancata applicazione della direttiva Seveso da parte della Regione Liguria e il Codacons «ha deciso di chiedere alla procura di Genova di disporre il sequestro urgente del patrimonio e dei beni della società Iplom». La procura, intanto, ha già sequestrato l’area di rio Pianego dove è avvenuta perdita di greggio. La Iplom, da parte sua, attraverso il responsabile sicurezza e ambiente, Gianfranco Peiretti, fa sapere che martedì presenterà in procura il progetto relativo alle modalità di intervento nell’area sotto sequestro, funzionale al completamento della messa in sicurezza ambientale. Dal 24 notte, comunque, la fabbrica si fermerà e dopo si aprirà la cassa integrazione per 240 dei 252 addetti.
Raoul de Forcade – Il Sole 24 Ore – 24 aprile 2016