Encefalite da zecca. Tredici nuovi casi. Recrudescenza nel Bellunese. Primi segni di miglioramento per l’ornitologo 50enne ricoverato al Ca’ Foncello di Treviso
Almeno una decina di casi accertati nel Bellunese e tre infettati trevigiani, di cui uno gravissimo. Il 2016 sta registrando un aumento allarmante di encefaliti causate dal morso di zecche in provincia. Ricoverato da due settimane in rianimazione all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, un 50enne ornitologo della Marca sta dando i primi lievi segnali di miglioramento neurologico, ma resta in serie condizioni.
È il caso più eclatante fra le segnalazioni da inizio anno. La zecca è solo il veicolo del virus della Tbe, contratto dal sangue di animali selvatici come caprioli, topi o uccelli: colpisce il sistema nervoso centrale e provoca febbre alta e fortissimi mal di testa. I fortunati se la cavano con qualche giorno di ricovero, ma può accadere che un organismo reagisca in modo drastico, come è accaduto per il 50enne. «Non è una situazione nuova – fa sapere il primario di Malattie Infettive dell’Ulss 9 Pier Giorgio Scotton – ma nell’ultimo biennio i casi erano stati rari. Adesso, soprattutto nel bellunese, si sta assistendo ad una recrudescenza, e potrebbe trattarsi della punta dell’iceberg. Chi frequenta assiduamente montagne e colline dovrebbe premunirsi non soltanto con stivali alti per evitare i morsi delle zecche. Esiste un vaccino molto efficace, utilizzato ad esempio dalle guardie forestali». In provincia di Belluno non si paga, proprio perché il pericolo è noto da tempo, mentre nella Marca è ancora a pagamento. (n.z.)
Il Corriere del Veneto – 23 agosto 2016