La notizia dell’Ansa sulla donna di 40 anni di Roma, che questa estate ha presentato una querela sostenendo di aver contratto l’epatite A dopo avere mangiato frutti di bosco surgelati è enigmatica. Molti giornali l’hanno ripresa parlando di primo caso e usano toni allarmistici! Chi ha seguito con attenzione la vicenda dell’epatite A sa che ha già interessato oltre 400 persone ricoverate in ospedale e colpite dal virus dopo avere mangiato frutti di bosco surgelati contaminati. Purtroppo il focolaio non è stato individuato e in commercio ci sono ancora confezioni a rischio (come dice chiaramente il Ministero della salute in un suo comunicato). La sequenza degli ultimi sequestri conferma l’esistenza di una situazione sfuggita al controllo. Ecco perché alla luce di quanto successo è bizzarro leggere i titoli dei giornali che segnalano il primo caso di epatite A riconducibile ai frutti di bosco.
Nei mesi di settembre e ottobre, dopo il ritiro di due lotti firmati da Picard e La Valle degli Orti, c’è stato un ultimo sequestro il 22 ottobre, che per fortuna è stato bloccato prima di arrivare sugli scaffali dei punti vendita.
In questa vicenda – considerata ormai un’epidemia – sono coinvolte grandi e piccole aziende (Buitoni, Asiago food, Erica, Picard, Green Ice…) che hanno distribuito i lotti in centinaia di supermercati (Esselunga, Coop, Auchan, Conad… . C’è però un altro elemento che ha contribuito alla diffusione: la scarsa informazione fornita dai supermercati ai consumatori e la pessima comunicazione delle autorità sanitarie. Il Ministero della salute dopo una fase iniziale di sottovalutazione del problema, ha costituito una task force per seguire la vicenda che però non è ancora riuscita a individuare l’origine del focolaio (la materia prima arriva da 5-6 paesi e questo complica molto le indagini). Anche la comunicazione del Ministero è stata alquanto “distratta”, visto che l’epidemia va avanti almeno da giugno ma solo un mese fa le autorità sanitarie hanno invitato i pubblici esercizi a cuocere per due minuti i frutti di bosco surgelati prima di utilizzarli nelle preparazioni alimentari.
Alla luce di quanto successo è bizzarro leggere i titoli dei giornali e guardare servizi televisivi che segnalano il primo caso di epatite A riconducibile ai frutti di bosco.
Roberto La Pira – Il Fatto alimentare – 3 novembre 2013