All’Istituto zooprofilattico accertamenti sul materiale sequestrato nell’ambito delle indagini sulla morte della cantante. La responsabile: «Tempi rapidissimi»
Sono state chiamate in causa anche le tecnologie biomolecolari più avanzate per eseguire le analisi che sono state di supporto all’indagine sviluppata a seguito della scomparsa della cantante piacentina Gianna Casella.
Queste analisi sono state eseguite dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) di Piacenza (Gariga), un ente sanitario di diritto pubblico, che opera nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, sotto il coordinamento del Ministero della Salute e delle Regioni.
«Tutte le analisi, a parte quelle di pertinenza dell’ospedale effettuati direttamente sulle persone, – spiega Norma Arrigoni, responsabile della Sezione di Piacenza dell’Izs – sono state svolte dal nostro Istituto in tempi molto rapidi. Naturalmente non posso dire nulla degli esiti perché attualmente è in corso un’indagine della Procura. Le analisi che eseguiamo in questi casi, utilizzando metodiche riconosciute internazionalmente, sia di tipo tradizionale che con le tecnologie biomolecolari più avanzate, ci permettono ad esempio di confrontare eventuali germi trovati nei cibi con quelli isolati dai pazienti per definire in modo univoco la relazione tra l’alimento e la tossinfezione. La nostra attività non si limita solo a definire la salubrità microbiologica degli alimenti, ma si spinge oltre a definirne anche la qualità merceologica, vale a dire a caratterizzarne la composizione, le peculiarità costitutive e i principi nutrizionali che contribuiscono a definire il livello qualitativo degli alimenti stessi».
Chiediamo che cosa succede in caso di sospetto di tossinfezione. «In questi casi vengono subito allertati gli organi competenti (Dipartimento di sicurezza alimentare dell’ASL e Nas) che eseguono tutte le indagini conoscitive ed epidemiologiche sul caso ed effettuano i prelievi necessari a chiarire l’origine del problema. Ci portano i campioni in forma ufficiale per l’esecuzione di tutte le analisi del caso (alimenti, tamponi ambientali ecc). Le analisi, dato il carattere di urgenza, vengono svolte in tempi molto rapidi con la massima priorità». La dottoressa Arrigoni spiega poi che: «Il laboratorio si occupa principalmente della ricerca di virus, batteri, parassiti o tossine che possono contaminare gli alimenti destinati all’uomo: carne, pesce, uova, latte e derivati, miele e agli animali (mangimi). A fianco delle analisi sugli alimenti di tipo microbiologico tradizionale, abbiamo adottato adottato una gamma di analisi biomolecolari, in grado di evidenziare la presenza di DNA di agenti patogeni in tempi rapidissimi, 24 ore appena. Anche queste analisi sono state tutte sottoposte ad accreditamento nel corso del 2012. Ci occupiamo di alimenti di origine animale (carne, pesce, uova, latte e derivati, miele), anche se dall’inizio del 2010 abbiamo esteso la nostra attività di analisi anche ad alimenti di origine vegetale. Dal 2010 abbiamo iniziato anche l’attività di controllo sulle mense del Comune di Piacenza e più in generale nell’ambito della ristorazione collettiva».
Gianna Casella morta dopo aver mangiato cozze: trovato batterio raro
Tracce di una tossina rarissima – di cui non esisterebbero precedenti in Italia – prodotta da batteri di escherichia coli sono state trovate nel corso degli esami microbiologici eseguiti a Piacenza dopo l’autopsia sul cadavere di Gianna Casella, la cantante piacentina morta alcuni giorni dopo un pranzo a base di cozze in un ristorante cino-giapponese della città, che è stato sequestrato.
Della vicenda, proprio per la rarità del caso, è stato chiamato ad occuparsi l’Istituto superiore di Sanità a Roma, il principale centro di ricerca, controllo e consulenza scientifico-tecnica in materia di sanità pubblica in Italia che dovrà esaminare la tossina. Le indagini sulla vicenda sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Emilio Pisante. Una volta scoperta la natura e se quella sostanza sia stata la causa della morte della cantante (anche in base alla quantità della stessa presente nei reperti), il lavoro degli inquirenti dovrà cercare di stabilire quale sia stata la provenienza dell’agente dannoso.
Provenienza che, sempre a quanto si è appreso, potrebbe essere delle più varie. Una delle ipotesi è che sia comunque legata al cibo. Il ristorante della periferia di Piacenza in cui aveva pranzato Gianna Casella era subito finito nel mirino degli inquirenti, il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri vi aveva sequestrato decine di chilogrammi di generi alimentari senza la necessaria indicazione della tracciabilità.
Successivamente sono stati indagati con l’accusa di omicidio colposo tre responsabili del locale. Venerdi’ scorso poi la procura ha ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi un provvedimento di sequestro preventivo del ristorante. Provvedimento che è stato convalidato dallo stesso gip. Il locale rimane dunque sotto sequestro. I tre indagati sono difesi dall’avvocato Alberto Tucci di Milano che precisa: ”Non c’è assolutamente la prova che la tossina prodotta dal batterio escherichia coli provenga da cibi preparati nel locale dei miei assistiti. Ricordo che si tratta dello stesso batterio e della stessa tossina presenti in una verdura che nel corso del 2011 avevano causato problemi in Germania e Francia. Quindi già presente nei Paesi occidentali. E sottolineo che i miei assistiti acquistano diversi prodotti non solo all’estero, ma anche in Italia”.
30/10/2012 – fonte:La Liberta