Gli esperti: «Troppi sbalzi di temperatura, habitat danneggiato». Allarme in laguna e in Polesine
Sono morte, letteralmente soffocate, 104 tonnellate di vongole da semina nella laguna centrale di Venezia: nei giorni dell’afa di Scipione, Caronte e Lucifero non hanno resistito alla vita nell’acqua stagnante sempre più calda; tra le alghe in disfacimento, del 95% del novellame (così si chiamano gli stadi giovanili dei pesci impiegati per ripopolamenti) è rimasto solo il guscio vuoto. L’odore acre di putrefazione ha invaso Mestre per giorni, le prime piogge hanno spazzato via l’emergenza e i pescatori sperano nelle nuove perturbazioni per salvare il 5% delle vongole superstiti. Le più forti, che hanno resistito in condizioni impossibili, con pochissimo ossigeno, appena l’8 per centro contro l’80- 90% in condizioni normali. Lo dicono le prime analisi ufficiose del Magistrato alle Acque, «mi sono state comunicate in via informale, ma il problema è quello: l’anossia», spiega l’assessore alla Pesca della Provincia di Venezia Giuseppe Canali, che ha visto con i suoi occhi lo sfacelo a Fusina e ha chiesto a Asl 12, Magistrato alle Acque e istituto Zooprofilattico analisi approfondite. «Qui non piove da settimane, ciò ha favorito la decomposizione e creato il problema».
Non dappertutto, nelle aree Nord e Sud della Laguna si continua a pescare e da là arrivano le vongole che si vendono oggi ai mercati. È nella zona centrale che i molluschi sono morti, negli allevamenti della zona Dighette tra canale Sant’Angelo, quello dei Petroli e Bocca di Lama. Perché proprio lì e non altrove è domanda che i pescatori si sono posti e ieri l’altro in una affollata V Commissione Ambiente in Provincia hanno buttato lì un’ipotesi: le casse di colmata realizzate a Fusina a difesa del canale forse hanno modificato l’idrodinamica, il movimento di acque e correnti. «Ho chiesto al Magistrato alle Acque se è possibile fare uno studio sull’idrodinamica in quella zona – continua l’assessore Canali – ma al momento sappiamo solo che il problema è legato alla situazione meteo, troppo caldo e mancanza di ossigeno. Qui e altrove ». In Polesine, ad esempio, dove è stata danneggiata metà della produzione della cozza Dop nella Sacca degli Scardovari a Porto Tolle perché agli inizi di luglio l’acqua era a 31 gradi, 5 in più rispetto a quella limite. Nelle valli di Comacchio in provincia di Ferrara una grave moria di vongole ad agosto ha messo in ginocchio l’economia locale; nel Mar Piccolo a Taranto le vittime sono state le cozze; a Trieste era toccato lo scorso anno un Ferragosto senza vongole. Tutto l’Adriatico, insomma, soffre e questo anche perché le vongole veraci sono sensibili ai cambiamenti climatici.
Lo dice una ricerca effettuata dall’ Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e dal Centro Internazionale di Fisica Teorica presentata pochi giorni fa a Lussinpiccolo in Croazia durante la conferenza «Cambiamenti climatici: ecosistemi marini e montani nella regione del Mediterraneo ». Secondo lo studio condotto proprio in un’area test la laguna di Venezia di 550 chilometri quadrati, gli sbalzi di temperatura dell’acqua la minore disponibilità di plancton, le variazioni nell’intensità e frequenza delle piogge, insomma i cambiamenti climatici, danneggiano l’habitat delle vongole veraci e ne mettono in crisi la crescita. Un problema ambientale, ma anche economico. A Ca’ Corner i pescatori hanno chiesto al presidente della commissione Ambiente Diego Vianello e al vice presidente Gianni Sopradassi di fare pressione sulla Regione perché classifichi, cioè dichiari adatte alla pesca di vongole adulte aree finora interdette come quella dei Verti e del canale Cunetta, nei pressi di Giare a Mira. Per l’emergenza, la commissione è orientata ad accogliere le richieste del Pd per chiedere alla Prefettura un tavolo di concertazione che dia il via libera alla pesca emergenziale in quelle zone. Intanto, Ca’ Corner a settembre risarcirà i pescatori danneggiati con forniture più generose di novellame, più quintali di piccole vongole da far crescere nelle zone di allevamento.
Corriere del Veneto – 31 agosto 2012