Quasi un italiano su tre, il 30,8%, non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate. L’Italia ha paura del futuro: oltre l’88% degli italiani ritiene che la condizione economica del Paese nell’ultimo anno sia «totalmente o parzialmente peggiorata». Sette su dieci, il 69,9%, hanno constatato, nel corso del 2013, una perdita del proprio potere di acquisto (24,1% “molto” e il 45,8% “abbastanza”). Il 25,1% ha riscontrato invece una riduzione minima della capacità di fare acquisti attraverso le proprie entrate. La crisi si vede anche sulle tavole degli italiani che negli ultimi 5 anni hanno ridotto gli acquisti di prodotti alimentari del 10%, pari a 20 miliardi di euro in meno. Nel carrello della spesa la pasta è tornata al centro dei consumi degli italiani come nei difficili anni del Dopoguerra. Addirittura gli sprechi alimentari si sono ridotti dal 30% al 7%. È questo il Paese tratteggiato nel Rapporto Italia 2014 dell’Eurispes. Il comunicato
Italiani schiavi delle rate anche per le cure mediche
Dal report emerge che gli italiani sono sempre più schiavi delle rate, anche per far fronte alle spese mediche. Alle rate ha fatto ricorso il 29% degli italiani per effettuare acquisti. Il pagamento rateizzato è diffuso soprattutto per comprare beni considerati “durevoli”: elettrodomestici (37%), automobili (36,4%), computer e telefonini (22,7%), arredamento (23,5%) e non per lussi o beni deperibili (alimentari, viaggi, vestiti). Ma è “preoccupante” considerare che il 22,4% ricorre alla rateizzazione per far fronte anche alle cure mediche.
Emigrano sempre di più (soprattutto i giovani)
Gli italiani emigrano: secondo il Rapporto dell’Eurispes negli ultimi dieci anni la cancellazione di cittadini italiani per trasferimenti all’estero è passata da 50mila a 106mila unità, registrando un aumento tra il 2011 ed il 2012 pari al 28,8%. Sono interessati soprattutto i giovani under 35. Tra i Paesi prescelti dagli italiani che intendono trasferirsi, compaiono la Germania, meta preferita dai giovani laureati, la Svizzera e il Regno Unito. Nella ricostruzione degli spostamenti migratori del nostro Paese, anche il flusso di quelli interni assume un carattere rilevante: nel 2011 oltre 173mila sono, infatti, gli spostamenti di cittadini dalle regioni del Meridione a quelle del Centro-Nord dell’Italia.
Il ricorso ai compro oro
Il 18,7% del campione ricorre al “compro-oro”. La rilevazione dello scorso anno faceva registrare un’impennata del ricorso alla vendita di beni preziosi presso questi particolari negozi apparsi come funghi, nel giro di pochi anni, sia nelle città sia nei piccoli paesi di provincia. Il numero di quanti dichiaravano di essersi rivolti ad un “compro-oro” passa quindi dall’8,5% del 2012 al 28,1% del 2013. Il calo di quasi 10 punti percentuali può essere interpretato – spiega l’Eurispes – come un fenomeno legato all’esaurimento progressivo dei beni preziosi in possesso degli italiani. Il 46,3% di chi ha fatto ricorso ai “compro-oro” è motivato dalla necessità di sopperire alle esigenze quotidiane, mentre il 30,4% lo ha fatto per disfarsi di beni inutilizzati. Inoltre, il 19,8% di quanti hanno fatto ricorso ai “compro-oro” lo ha fatto per far fronte alle spese mediche e il 20,3%, invece, per saldare i debiti. Infine, il 15,8% degli intervistati ha venduto beni/oggetti su canali online di compravendita (es. e-Bay) e il 10,1% ha preso soldi in prestito da privati (non parenti/amici) non potendo accedere a prestiti bancari.
Cala la fiducia nelle istituzioni…
Sette italiani su 10 (il 70,6%, il 3% in meno dello scorso anno) hanno sempre meno fiducia nelle istituzioni. Nessuna di quest’ultime, prese singolarmente, raggiunge la metà del gradimento e se governo e Parlamento si fermano ad un poco incoraggiante 16%, anche presidente della Repubblica e magistratura «si salvano a fatica»: il gradimento al presidente, sceso dal 62,1% del 2012 al 44,7% del 2013, quest’anno rimane quasi invariato con il 44,2% dei consensi mentre le toghe si attestano sugli stessi livelli di un anno fa, con il 41,4% di estimatori e un grado di sfiducia del 54,8%.
… e sale quella in Papa Francesco
Insediatosi in Vaticano da meno di un anno, Papa Francesco ha conquistato l’affetto non solo tra i cattolici ma anche tra le persone lontane dalla Chiesa. L’87,1% degli italiani sostiene che Papa Francesco stia ridando vitalità alla Chiesa. Scettici sulla sua figura solo il 4,5%, indecisi l’8,4%.
La passione per il gioco
Il rapporto fa luce sulle abitudini delle persone. A cominciare dal gioco: quasi la metà degli italiani gioca per soldi: il 32,7% spera di ottenere una grossa vincita e il 15,6% punta almeno a beneficiare di risorse economiche in modo più facile ma il 10,1% degli intervistati (il 12,8% degli uomini contro il 6,5% delle donne) ammette di aver perso «molti soldi». Secondo il Rapporto, il passatempo preferito resta il «Gratta e vinci»: il 31,8% ci gioca almeno una volta l’anno, il 21,3% qualche volta al mese e il 10,5% spesso, con un 3,9% che gioca anche più di una volta la settimana.
Tifosi da salotto
Tra le passioni anche quella per lo sport, gustato rigorosamente dalla poltrona di casa. Ultras sì, quindi, ma «da salotto»: clienti affezionati delle pay-tv e molto meno degli stadi, poco disposti a mettere mano al portafogli per acquistare maglie e gadget della squadra del cuore. Un supporter su tre (il 32,5%) segue le partite del proprio club in pay-per-view: fra abbonamenti e acquisti di singoli eventi, il 25,2% spende fino a 50 euro al mese e il 6% fino a 150. In compenso, il 56,9% del campione ammette di non spendere nulla per l’acquisto di biglietti e solo un tifoso su quattro, il 25,6%, «investe» per lo stesso motivo fino a 50 euro al mese.
Il mito del bel corpo
Pronti a tutto per stare in forma e avere un bel corpo. Nonostante la crisi infatti, gli italiani non rinunciano a frequentare centri estetici, centri benessere e palestre. Quasi 11 milioni di italiani spendono, o si dichiarano pronti a spendere, fino a 1.200 euro l’anno, per prodotti e servizi per il benessere fisico e l’andamento del settore nel 2013 è stato positivo.
Cresce il popolo dei vegetariani e dei vegani
Il rapporto fotografa anche le abiturdini alimentari degli italiani. Cresce in Italia il popolo dei vegetariani e soprattutto quello dei vegani. Per un terzo di loro queste scelte alimentari sono per rispetto agli animali. E l’amore per gli animali fa dire no a vivisezione, caccia, allevamenti per pellicce e utilizzo di animali nei circhi. Inoltre la maggior parte degli italiani é favorevole a equiparare, secondo una recente proposta di legge, gli equidi agli animali da affezione e impedirne la macellazione. In particolare il 6,5% degli intervistati é vegetariano, lo 0,6% vegano, per un totale del 7,1%. Nella precedente rilevazione i vegetariani si fermavano al 4,9%, per una quota complessiva che, con l’1,1% dei vegani, si attestava al 6%.
Italia sempre più multietnica
L’Italia è sempre più multietnica: secondo i dati aggiornati al 1° gennaio 2013, i cittadini stranieri residenti in Italia sono oltre 4,3 milioni, con un aumento dellô8,2% rispetto al 2012.
Il Sole 24 Ore – 30 gennaio 2014