di Fabrizio Gatti. E’ finito in manette Piergiorgio Baita, ad dell’azienda che si è aggiudicata molti dei lavori milanesi. Con lui anche l’ex segretaria del Pdl Giancarlo Galan, Claudia Minutillo, socia di alcune imprese del gruppo. L’Espresso aveva denunciato la presenza nella cordata Mantovani di una società legata a Cosa Nostra
Guai giudiziari per la Mantovani spa, l’impresa capocordata dell’appalto principale per Expo 2015 a Milano. Piergiorgio Baita, 64 anni, amministratore delegato della società, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Venezia e Padova nell’ambito di un’indagine che riguarda l’attività della Mantovani in Veneto.
Arrestata anche Claudia Minutillo, ex segretaria del leader del Pdl veneto, Giancarlo Galan, e socia-amministratrice con Baita di alcune imprese del gruppo. Stesso provvedimento per Nicolò Buson, responsabile amministrativo della Mantovani spa, e William Colombelli, presidente di una società di San Marino che secondo le indagini ha svolto la funzione di “cartiera” per le false fatturazioni. Colombelli è anche console onorario in Italia del piccolo Stato “off-shore”.
L’accusa per tutti loro è associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale mediante l’emissione di fatture false. L’inchiesta della Procura di Venezia, che ha richiesto gli arresti, riguarda anche altre società coinvolte con la Mantovani nella costruzione del Mose, il sistema di paratie mobili contro l’acqua altra a Venezia, e nei più importanti lavori pubblici realizzati in Veneto con il sistema del project financing.
Lo scorso autunno l’Espresso aveva denunciato la presenza nella cordata della Mantovani per l’Expo di una società, la Ventura spa, già in affari con Cosa nostra. Soltanto dopo l’inchiesta giornalistica, la prefettura di Milano aveva escluso la Ventura dall’appalto da 272 milioni di euro, il più redditizio finora assegnato. Nell’indagine veneta, i finanzieri dei nuclei di polizia tributaria hanno accertato che, a partire dal 2005, la società di San Marino, Bmc Broker, ha emesso fatture false per oltre 10 milioni di euro nei confronti delle società del gruppo Mantovani, indicando nell’oggetto attività tecniche che in realtà venivano svolte da altre società italiane.
In altri casi, l’attività oggetto d’incarico alla Bmc Broker è invece risultata assolutamente inesistente (ad esempio la ricerca di partner commerciali con i quali invece erano già da tempo in corso strette relazioni). Le fatture false venivano poi pagate tramite bonifico bancario su conti bancari a San Marino e, a stretto giro, gli importi venivano prelevati in contanti per la quasi totalità, escluso il corrispettivo che veniva trattenuto a titolo di commissione da Colombelli, e riconsegnati a Baita e alla Minutillo in Italia e all’estero
L’Espresso – 1 marzo 2013