Expo, nel cantiere è partita la volata. «Venerdì tutti i padiglioni apriranno». L’impegno del commissario Sala, 9 mila uomini in campo. L’incognita del meteo
Fino a qualche giorno fa stava prudente: «Solo pochi padiglioni non saranno finiti». Poi si era spinto oltre: «Uno o due». Finché ieri, a meno quattro giorni e mezzo dall’inaugurazione, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala ha voluto dire che «siamo alle finiture: tutti i padiglioni apriranno». L’unica incertezza rimasta è il meteo, ma soltanto nei giorni prima del via: «Forse pioverà un po’». Il primo maggio invece pioverà di sicuro.
L’ultima corsa
Almeno trenta Paesi sui cinquantaquattro titolari di padiglioni autonomi avevano già finito da tempo. Negli ultimi giorni erano rimasti più in ritardo di altri Turchia, Russia, Indonesia, Nepal. Oltre al padiglione Italia che specialmente nel lato sud del cardo, la traversa della strada principale dell’Expo chiamata decumano, era ancora alle prese con l’asfalto da stendere.
Ma da giovedì scorso l’impennata di velocità è stata determinante. Il numero degli operai presenti in cantiere sulle ventiquattro ore ha toccato quota novemila. Tutti i padiglioni tranne quello del Nepal, di cui si dà conto a parte anche in relazione al terremoto che ha colpito il Paese, sono finiti non soltanto nelle strutture ma anche negli allestimenti relativi alle parti visitabili dal pubblico.
Il grande Open Theatre da undicimila posti che ospiterà lo show del Cirque du Soleil è finito, così come sono ultimati da tempo i nove cluster tematici e gli undici edifici lunghi fino a centotrenta metri che ospiteranno ristoranti e servizi.
Finito il Children Park, finita la Cascina Triulza che insieme con Palazzo Italia è il solo edificio pensato per non essere abbattuto dopo l’Expo ma per restare in piedi e utilizzato. L’acqua scorre nei canali, la pulizia definitiva sarà fatta alla vigilia.
Che cosa manca
Ciò che non sarà del tutto pronto per l’inaugurazione, a parte alcuni uffici e spazi riservati all’utilizzo interno — anche a Palazzo Italia, dove si sta correndo per finire anche l’auditorium — sono per esempio alcune parti dei padiglioni di Coldiretti e Confindustria, dove l’allestimento della mostra progettata dal Museo della Scienza e della Tecnologia non potrà che arrivare in ritardo. Così come sarà in dichiarato ritardo l’inaugurazione, da tempo rinviata al 2 giugno, della scenografia disegnata dal premio Oscar Dante Ferretti per il decumano.
Le mostre e il verde
Sarà pronta e visitabile la mostra di Palazzo Italia, così come è già completamente finito l’allestimento interno del Padiglione Zero, che rappresenta di fatto l’introduzione vera alla visita dell’intera esposizione.
Negli ultimi giorni — lasciata in fondo di proposito — è stata completata la posa dei prati e la semina del verde dopo che già da settimane erano stati piantati oltre 40 mila tra alberi e arbusti.
Il meteo
L’incertezza come si diceva riguarda la pioggia che per un giorno e mezzo potrebbe determinare un rallentamento negli ultimi lavori di verniciatura e di pulizia del cantiere. Molto probabile, se non sicuro, viene dato il maltempo per il giorno dell’inaugurazione. Si incrociano le dita, perché tutto avverrà comunque all’aperto.
Le proteste
Proprio in relazione al giorno dell’apertura il commissario Sala ha riconosciuto che «c’è un po’ di preoccupazione» per le proteste annunciate dai No Expo. «Ma stiamo lavorando con la prefettura e le forze dell’ordine per essere pronti anche a questo — ha concluso — e speriamo che non succeda niente. Expo è un evento fatto soprattutto per le famiglie e per i ragazzi».
Paolo Foschini – Il Corriere della Sera – 27 aprile 2015