Presentato il Rapporto curato dall’Aifa. Nel 2012 ogni italiano ha acquistato in media 30 confezioni di medicinali attraverso le farmacie pubbliche e private. Le donne assumono più farmaci degli uomini (64,6% contro 57,5%). L’impiego inappropriato di antibiotici supera il 20% in tutte le condizioni cliniche.
Trend in discesa per la spesa farmaceutica italiana, passata dai 26,3 miliardi del 2011 ai 25,5 miliardi del 2012, il 76% dei quali rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Lo rileva il nuovo Rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa, da cui emerge che la spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, si è assestata a 19,389 miliardi di euro con una riduzione del -5,6% rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, per 11,823 miliardi si è trattato di spesa pubblica, mentre 7,566 sono stati i miliardi usciti dalle tasche dei cittadini per ottenere i farmaci, tra ticket, automedicazione, classe C con ricetta e classe A acquistata privatamente.
E così, a fine anno, ogni italiano aveva acquistato in media 30 confezioni di medicinali attraverso le farmacie pubbliche e private, per un totale di oltre 1,8 miliardi di confezioni (in riduzione rispetto all’anno precedente dello 0,4%), spendendo, in termini di spesa procapite, 430 euro (erano 434 euro nel 2011). Ad assumere più farmaci, a livello regionale, in regime di assistenza convenzionata, sono i siciliarni con 1.110 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (DDD/1000 ab. die), mentre il valore di consumi più basso si è registrato dalla Provincia Autonoma di Bolzano (743,1 DDD/1000 ab. die).
I farmaci più consumati sono i cardiovascolari (516 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti, DDD/1000 ab die.) al primo posto anche in termini di spesa farmaceutica (4.350 milioni di euro).
TETTI DI SPESA. BENE LA TERRITORIALE, FUORI CONTROLLO L’OSPEDALIERA
Non accenna a fermarsi la corsa della spesa farmaceutica ospedaliera, che ha sforato del 101% il limite che gli viene permesso rispetto all’entità del Fondo sanitario nazionale. Tale limite è fissato al 2,4% del Fsn per la spesa farmaceutica ospedaliera e al 13,1% del Fsn per la spesa farmaceutica territoriale (dal 2013 il tetto scenderà all’11,35% per la territoriale mentre salità al 3,5% per l’ospedaliera). Da sottolineare che per la valutazione dello sforamento, la spesa territoriale è calcolata come somma della spesa farmaceutica convenzionata, comprensiva di ogni compartecipazione a carico degli assistiti e della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, al netto di ogni importo versato dalle aziende farmaceutiche in attuazione di procedimenti di legge. Allo stesso modo la definizione “assistenza farmaceutica ospedaliera”, ai fini del monitoraggio della spesa farmaceutica ospedaliera ai sensi della L. 135/2012, include nel consumo di medicinali in ambito ospedaliero anche quello dei medicinali di fascia H e C dispensati all’assistito in distribuzione diretta e per conto.
Nel dettaglio, la spesa ospedaliera, toccando quota 5.170,6 milioni di euro, ha segnato rispetto allo scorso anno una crescita di oltre il 3,7%, con un disavanzo complessivo di 2.598,7 milioni di euro rispetto al livello di finanziamento programmato (+101% rispetto al tetto del 2,4%, appunto).
Di contro, la spesa farmaceutica territoriale continua il suo andamento virtuoso, fermandosi a 13.070 milioni di euro, con un avanzo complessivo di 968,7 milioni di euro rispetto al livello di finanziamento programmato (?6,9% rispetto a 14.038 milioni di euro) e con una riduzione del 6,7% rispetto alla spesa del 2011.
TICKET E SPESA PRIVATA
La spesa a carico dei cittadini, comprendente la spesa per compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto consegnato al cittadino e il corrispondente prezzo di riferimento), la spesa per i medicinali di fascia A acquistati privatamente e quella per i farmaci di classe C, è stata di 7.566 milioni di euro, in riduzione del -1,5% rispetto al 2011. Ad influire maggiormente è stato il decremento della spesa a carico dei cittadini per l’acquisto di medicinali di classe C con ricetta medica (-6,5%), in parte compensato dall’incremento della spesa relativa alla compartecipazione a carico del cittadino (+5,2% rispetto al 2011), dall’incremento dell’acquisto privato di medicinali di fascia A (+0,6%) e dall’incremento della spesa per medicinali di automedicazione (+0,7%).
CARATTERISTICHE GENERALI DELL’USO DEI FARMACI IN ITALIA
Nel 2012 ogni italiano ha acquistato in media 30 confezioni di medicinali attraverso le farmacie pubbliche e private, per un totale di oltre 1,8 miliardi di confezioni (in riduzione rispetto all’anno precedente del -0,4%).
La spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 25,5 miliardi di euro, il 76% dei quali è stato rimborsato dal SSN. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa 430 euro. Le dosi giornaliere totali prescritte ogni mille abitanti nel 2012 sono state 1.626,8.
La spesa farmaceutica territoriale complessiva, sia pubblica che privata, si è ridotta rispetto all’anno precedente del -5,6% ed è stata pari a 19.389 milioni di euro.
Le dosi giornaliere prescritte ogni mille abitanti a carico del Servizio Sanitario Nazionale in regime di assistenza convenzionata sono state 985 (in aumento rispetto all’anno precedente del 2,3%), corrispondenti ad oltre 1 miliardo di confezioni dispensate (18,4 confezioni pro capite), con un incremento del +0,6% rispetto al 2011.
Nel complesso della popolazione, la prevalenza d’uso è stata pari al 61%, con i più alti livelli nella popolazione pediatrica e nella popolazione anziana: il 50% dei bambini e oltre il 90% della popolazione anziana con età superiore ai 75 anni ha ricevuto almeno una prescrizione durante l’anno.
Un anziano (con età superiore ai 74 anni) presenta consumi e spesa rispettivamente 22 e 8 volte superiori a quelli di un paziente con età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Emergono elevati livelli di inappropriatezza nell’uso di antibiotici nella popolazione anziana: il 56% dei pazienti di età compresa tra i 66 e i 75 anni con diagnosi di influenza è stato trattato con antibiotici rispetto al 24% dei pazienti con età inferiore ai 45 anni.
CATEGORIE TERAPEUTICHE PIÙ PRESCRITTE
I farmaci cardiovascolari rimangono al primo posto in termini di consumo (516 DDD/1000 ab die.) e di spesa farmaceutica totale sia pubblica che privata (4.350 milioni di euro). Al secondo posto per consumo (e per spesa) si collocano i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo (242,2 DDD ogni 1.000 abitanti die), seguiti dai farmaci del sangue e organi emopoietici (218 DDD ogni 1.000 abitanti die), dai farmaci per il Sistema Nervoso Centrale (161 DDD ogni 1.000 abitanti die) e dai farmaci dell’apparato respiratorio (95 DDD ogni 1.000 abitanti die).
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori rappresentano la terza categoria terapeutica in termini di spesa farmaceutica complessiva (3.323 milioni di euro) e la dodicesima categoria in termini di consumi, pari a 13,5 DDD ogni 1.000 abitanti die.
DIFFERENZE DI GENERE NELL’USO DEI FARMACI
Le donne consumano più farmaci antitumorali: sempre maggiori le prescrizioni per il cancro alla mammella per maggiore frequenza della patologia e migliore capacità di diagnosi in stadi precoci. Nelle donne con meno di 54 anni la frequenza di utilizzazione dei farmaci attivi sul Sistema Nervoso Centrale prevale di circa il +6% rispetto agli uomini della medesima fascia di età; tale differenza arriva al +8% nelle donne con più di 74 anni.
Si mantiene sempre superiore nelle donne in età fertile rispetto agli uomini l’utilizzo dei farmaci del sangue e degli organi emopoietici, verosimilmente per il maggior consumo di antianemici.
Il 60% degli uomini over 74 utilizza farmaci per il sangue e organi emopoietici per la prevenzione cardiocerebrovascolare.
Più frequente è l’utilizzo di antimicrobici nelle donne, in particolare nelle fasce di età adulta.
Il 30% degli uomini ultra74enni utilizza farmaci per il sistema genito-urinario, essenzialmente per il trattamento dell’ipertrofia prostatica.
Costantemente superiore nelle donne rispetto agli uomini la prevalenza d’uso dei farmaci per l’apparato muscolo-scheletrico, dovuta alla maggior frequenza di utilizzo dei bifosfonati per la cura dell’osteoporosi.
APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA
Il livello di aderenza al trattamento con farmaci antidepressivi è inferiore al Sud (29,5%) rispetto al Nord (40%) e al Centro (39,7%). Le donne (38,3%) risultano lievemente più aderenti rispetto agli uomini (36,2%).
L’impiego inappropriato di antibiotici supera il 20% in tutte le condizioni cliniche, con particolare impatto per la laringotracheite (48,6%) e la cistite non complicata (37,0%). Per quanto concerne la distribuzione geografica, le Regioni del Centro Italia mostrano i livelli più alti di trattamento inappropriato dell’influenza e del raffreddore comune. Particolarmente inappropriato risulta l’uso di antibiotici nella popolazione anziana: il 56% dei pazienti tra i 66 e i 75 anni è stato trattato per l’influenza con antibiotici rispetto al 24% dei pazienti d’età inferiore ai 45 anni.
FARMACI A BREVETTO SCADUTO
La prescrizione di farmaci a brevetto scaduto ha rappresentato nel 2012 il 62,1% delle dosi e il 37,7% della spesa netta, di cui il 13,4% è stato costituito dai farmaci equivalenti. Sia i consumi che la spesa dei farmaci a brevetto scaduto sono in aumento a confronto con il 2011, rispettivamente del 10,6% e del 6,4%. Nell’ultimo anno hanno perso la copertura brevettuale alcune molecole ad elevato impatto sulla spesa: atorvastatina, irbesartan sia come monocomposto sia in associazione, candesartan, rabeprazolo, donezepil e la quetiapina.
Nel 2012 lansoprazolo, pantoprazolo e omeprazolo continuano a rappresentare i primi principi attivi a brevetto scaduto in termini di spesa.
Sono stati registrati nell’anno 2012 rilevanti incrementi nell’utilizzo di farmaci biosimilari, soprattutto per i biosimilari dell’epoetina alfa e del filgrastim.
CONSUMO DI ANTIBIOTICI
Nel 2012, in regime di assistenza convenzionata (farmaci erogati dal Servizio Sanitario Nazionale attraverso le farmacie pubbliche e private), sono state consumate 21,1 dosi giornaliere di antibiotici ogni mille abitanti, facendo registrare una riduzione rispetto all’anno precedente del -6,1%.
Le categorie di antibiotici maggiormente utilizzate sono state le associazioni di penicilline, i macrolidi e lincosamidi e le penicilline ad ampio spettro e le penicilline sensibili alle beta-lattamasi.
FARMACI ORFANI
Il consumo di questi farmaci corrisponde a un totale di 5,9 milioni di dosi (espresse in DDD) per una spesa che ammonta a circa 671 milioni di euro, pari all’8% della spesa relativa agli acquisti farmaceutici da parte delle strutture sanitarie pubbliche.
VARIABILITÀ REGIONALE
Per quanto concerne il consumo di farmaci a livello regionale in regime di assistenza convenzionata, il valore più alto, con 1.110 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (DDD/1000 ab. die), si riscontra in Sicilia. Seguono il Lazio (1.097,3 DDD/1000 ab. die), la Sardegna (1.082,5 DDD/1000 ab. die) e la Puglia (1.081,9 DDD/1000 ab. die).
Al contrario, il valore di consumi più basso è registrato dalla Provincia Autonoma di Bolzano (743,1 DDD/1000 ab. die), seguita dalla Provincia Autonoma di Trento (864,9 DDD/1000 ab. die), dalla Liguria (881,9 DDD/1000 ab. die) e dalla Valle d’Aosta (896,1 DDD/1000 ab. die).
Il maggiore incremento del consumo di farmaci si riscontra in Sardegna e in Lombardia (+2%). Dall’altro lato, le maggiori riduzioni nei consumi si sono verificate in Liguria (-2,5%) e in Basilicata (-2,2%).
Il consumo di antibiotici è stato caratterizzato da un gradiente Nord-Sud. La Campania (31 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), seguita dalla Puglia (27,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e dalla Calabria (26,6 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) continuano ad essere le Regioni con il maggior consumo di antibiotici mentre l’utilizzo meno elevato è stato registrato nella P.A. di Bolzano (12,6 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), in Liguria (14,3 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e in Friuli Venezia Giulia (14,6 dosi giornaliere per 1.000 abitanti).
MONITORAGGIO DELLE REAZIONI AVVERSE AI FARMACI
Durante il 2012 sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) 489 segnalazioni per milione di abitanti, valore ben al di sopra del Gold standard di 300 segnalazioni per milione di abitanti definito dalla WHO per un efficiente sistema di farmacovigilanza . Il numero di segnalazioni è in crescita: nel 2001 le segnalazioni inserite nella Rete erano 131 per milione di abitanti, e rispetto al 2011 è stato registrato un incremento del 38%.
La maggior parte delle segnalazioni avvenute nel 2012 ha riguardato i farmaci antineoplastici, antimicrobici, i farmaci del sistema nervoso centrale, del sistema cardiovascolare e del sistema muscolo-scheletrico.
Tali risultati confermano l’efficacia dei progetti messi in atto negli ultimi anni, che dovranno in futuro continuare a promuovere il coinvolgimento di clinici e degli altri operatori sanitari nella segnalazione.
Quotidiano sanita – 24 settembre 2013