Il viceministro all’Economia Stefano Fassina ha annunciato che nell’ambito della riforma della disciplina dell’imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare “sarà dedicata attenzione, ai fini dell’individuazione delle necessarie risorse compensative, anche alla possibilità di rivisitare l’attuale regime delle agevolazioni fiscali, e l’intervento legislativo dei prossimi mesi costituirà il principio di un percorso di più ampio respiro del quale sarà tappa fondamentale la riforma della normativa catastale”.
Lo ha affermato rispondendo ad un’interrogazione, in Aula alla Camera, del deputato M5S Giorgio Girgis Sorial. Fassina ha inteso portare un chiarimento definitivo da parte del governo sulla controversa tassazione degli immobili per l’anno 2012 e sulla revisione prevista già a partire dal 2013 (entro il 31 agosto l’esecutivo Letta si è impegnato a rimodulare il sistema). Il gettito totale dell’imposta risulta di circa 23,8 miliardi di euro, di cui 9,9 miliardi di euro versati in acconto, 13,9 miliardi di euro versati a saldo. Hanno versato l’imposta 25,9 milioni di contribuenti; la quota di maggior gettito derivante dalle manovre deliberate dai comuni è valutabile intorno ai 3,5 miliardi di euro, di cui 650 milioni di euro relativi all’abitazione principale e 2,8 miliardi di euro relative agli altri immobili. Al netto della quota derivante dalle manovre comunali, il gettito Imu per il 2012, calcolato ad aliquota di base è, quindi, di circa 20,3 miliardi di euro. Il gettito Imu relativo alla sola abitazione principale, comprensivo delle manovre comunali, è risultato pari a 4 miliardi di euro. Hanno effettuato versamenti 17,8 milioni di contribuenti, per un importo medio di circa 227 euro; il dato significativo, che Fassina ha voluto sottolineare, è che l’85 per cento dei contribuenti ha effettuato versamenti compresi entro i 400 euro, per un gettito complessivo pari a circa il 54 per cento del totale. La fascia più elevata dei contribuenti, il 6,8 per cento, ha versato oltre 600 euro, con un gettito complessivo di poco inferiore al 30 per cento del totale. Ad aliquota base, cioè al netto delle manovre comunali, il gettito sull’abitazione principale è di circa 3,4 miliardi di euro e circa un quarto delle abitazioni principali risulta esente da Imu. Sostanzialmente questi dati coincidono con i dati del 2007 relativi all’applicazione dell’Ici sull’abitazione principale. Il Governo, ha emanato il decreto-legge n.?54 del 21 maggio 2013 che introduce, tra le altre, le prime misure dirette a sospendere il versamento della prima rata dell’Imu. In particolare, il comma 1 dell’articolo 1, prevede che la sospensione dei versamenti Imu operi nelle more di una complessiva riforma della disciplina dell’imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare da realizzare sulla base dei seguenti principi: primo, la modifica della disciplina sul tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, la Tares; secondo, l’articolazione della potestà impositiva a livello statale e locale, ovvero il riordino e il riequilibrio della disciplina dell’Imu, per assicurare il principio di responsabilità fiscale di ogni livello istituzionale nei confronti dei cittadini e per rafforzare l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale; terzo: la deducibilità dell’Imu relativa agli immobili utilizzati per le attività produttive nella determinazione del reddito di impresa. Principi confermati in un’intervista a La Stampa dal ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio. “Stiamo cercando di mettere a punto una soluzione che non crei disparita’. Un esempio: le abitazioni di lusso – quelle di categoria A8 e A9, che continueranno a pagare l’Imu sulla prima casa – oggi sono solo lo 0,1% degli immobili”, ha affermato spiegando che il Governo sta pensando di mantenere l’Imu solo sulle prime case di lusso. “L’accordo e’ vicino” ha sottolineato il ministro, spiegando che per individuare la platea di chi continuera’ a pagare l’Imu sulla prima casa “pensiamo di tenere conto anche dei valori dell’osservatorio immobiliare e del numero dei vani, visto che la nuova Imu dovra’ incorporare la vecchia Tares”. E “forse” si terra’ conto anche dell’indicatore Isee che tiene conto dei famigliari a carico. Delrio ha spiegato che “un punto decisivo” ancora da sciogliere, su cui e’ “dibattito aperto” nella maggioranza, è se l’Imu si pagherà già a dicembre 2013 o soltanto a partire dal 2014.
ItaliaOggi – 22 luglio 2013