Giuseppe Bottero. Giovanni Ferrero l’aveva annunciato a inizio maggio, nella prima uscita pubblica dopo la scomparsa del patriarca Michele: «Siamo pronti ad andare oltre le colonne d’Ercole». Un mese e mezzo più tardi, il gruppo rompe il tabù e lancia un’Opa su Thorntons, produttore inglese di cioccolato che ha chiuso il 2014 con 222,4 milioni di sterline (309,9 milioni di euro) di fatturato e un utile operativo di 8,6 milioni di sterline (12,4 milioni di euro).
Per l’azienda di Alba è il segno che la crescita può passare anche dalle acquisizioni: l’unica, finora, risale al 2014, quando Ferrero ha comprato il 100% del gruppo turco Oltan, uno dei leader mondiali nella produzione e commercializzazione della nocciola. L’offerta di Ferrero, che ha già raggiunto un accordo per rilevare il 34,36% del capitale di Thorntons, è interamente in contati: sul piatto ci sono 145 pence per azione. L’operazione valorizza il gruppo britannico 111,9 milioni di sterline, circa 157,6 milioni di euro. La Borsa di Londra brinda, e il titolo di Thorntons vola del 42,9 per cento avvicinandosi al prezzo dell’Opa.
Sviluppo internazionale
L’obiettivo di Ferrero – che ha chiuso l’esercizio 2014 con un fatturato di 8,4 miliardi di euro e un utile prima delle imposte di 907 milioni – è potenziare la propria presenza sul mercato britannico, il terzo al mondo dopo la Cina e gli Stati Uniti: «Nel 2014, in Gran Bretagna, abbiamo conseguito il nostro miglior risultato di sempre e questo ci ha dato fiducia sul fatto che fosse il momento giusto per ampliare le nostre radici in questo importante mercato» spiega l’amministratore delegato Giovanni Ferrero, convinto della bontà di un’operazione che «riunisce due aziende altamente complementari ma, ancora più importante, unisce due aziende che condividono la stessa passione per i marchi che crescono».
Una lunga tradizione
Thorntons infatti ha alle spalle una lunga tradizione familiare: fondata nel 1911 a Sheffield, specializzata nei cioccolatini, oggi può contare su 242 negozi e caffè nel Regno Unito e in Irlanda oltre a 158 outlet in franchising. Ferrero è pronta a mantenere il marchio e il centro di produzione nel Derbyshire, dove lavorano 1500 dei 3500 addetti di Thorntons. La strategia commerciale, però, dovrà cambiare: lo scorso marzo Thorntons (che conta su una quota del 4,5% circa del mercato di Gran Bretagna e Irlanda) ha annunciato una «inattesa riduzione» degli ordini, proseguita anche nei mesi successivi. La manovra del gruppo italiano, assistito dalla banca d’affari Rothschild, ha già ricevuto parere favorevole dal board inglese: «È un’offerta giusta e ragionevole». Il prezzo proposto garantisce un premio del 42,9% sul valore medio registrato dal titolo Thorntons durante la seduta del 19 giugno scorso. Al termine dell’operazione il gruppo dirà addio alla Borsa, dove è approdato nel 1988.
Esulta Coldiretti
Secondo Coldiretti l’affondo inglese di Ferrero è il segno di un cambio di rotta per l’industria made in Italy: «Dopo la perdita di marchi storici per un fatturato di oltre 10 miliardi dall’inizio della crisi, l’Italia inverte la tendenza con la prima operazione significativa da parte dell’agroalimentare tricolore».
La Stampa – 23 giugno 2015