Donazioni anche via sms. Detrazione del 37% per le erogazioni tra 30 e 20mila euro e del 26% tra 20mila e 70mila euro. Ammortizzatori per i dipendenti
I partiti potranno contare su 91 milioni di fondi pubblici: neppure un euro in meno rispetto al 2013. Idem nel 2015. Le risorse cominceranno a calare nel 2016: 77,35 milioni. Dal 2017 in poi le forze politiche avranno a disposizione poco più di 70 milioni. Il decreto sui rimborsi ai partiti varato ieri dal Governo non è un addio ai finanziamenti statali. Dal 2017, quando spariranno i soldi che lo Stato versa nelle casse dei partiti in base ai voti ricevuti alle politiche, rimarranno in piedi i fondi destinati alla copertura del due per mille e quelli per gli sgravi sulle donazioni dei privati.
Il finanziamento indiretto
Cosacambiaalloraconquestodecreto che riprende pari pari i contenuti del Ddl approvato alla Camerail 16 ottobre? In buona misura si passa da un finanziamento pubblico diretto (quello dei rimborsi elettorali: tanti voti prendo, tanti soldi incasso dallo Stato) a un finanziamento pubblico indiretto: lo Stato finanzia i partiti attraverso il 2 per mille che i cittadini decidono (o non decidono) di versare loro e attraverso le laute detrazioni fiscali concesse a privati e società che vogliano effettuareerogazioni liberali ofidejussioni alle forze politiche.
I risparmi restano ai partiti
Questomeccanismopotrebbe innescare l’effetto benefico di partiti che per poter sopravvivere si avvicinino di più ai cittadini. Ma, stando al testo del decreto, i partiti si sono costruiti un paracadute assai ampio. Sono infatti stabilite a priori delle “poste” cospicue sia per la copertura delle detrazioni sulle donazioni, sia per quella del due per mille, sia per gli ammortizzatori sociali ai dipendenti dei partiti. Finanziamenti che – dice il testo – anche in caso di mancato utilizzo restano allocate in un fondo che si preserva negli anni. Un espediente quanto meno sospetto che già il servizio studi della Camera censurò quando il Ddl venne presentato in Parlamento il 5 giugno. «Potrebbe risultare opportuno – scrissero i tecnici di Montecitorio– limitare la conservazione delle risorse residue al solo esercizio successivo». Così non è stato fatto, e se si sommano le “poste” relative a detrazioni, due per mille e ammortizzatori, i partiti cominciano a perdere qualche euro solo dal 2016 e dal 2017 hanno ancora a disposizioneoltre 70milioni di fondipubblici. Come dire: a prescindere dai fondi chearriveranno(o nonarriveranno) dai cittadini, i partiti si sono messi da parte dei fondi che solo nei prossimi anni vedremo come saranno usati.
Fondi diretti addio
Il decretoprevede unregimetransitorio con una progressiva riduzionedella contribuzione pubblica diretta con un taglio ai rimborsi pari al 25% nel 2014, 50% nel 2015,75% nel 2016. Dal2017ilfinanziamento pubblico diretto cessa del tutto. Al contempo si prevede un duplice canale di sostegno fondato sulle libere scelte dei cittadini e destinato ai soli partiti politici che rispettino rigorosi requisiti di trasparenza e democrazia interna
Donazioni e due per mille
Dal 2014 le erogazioni liberali effettuate dai cittadini a favore dei partiti beneficeranno della detrazionedel 37% per gli importi compresi tra 30 e 20mila euro annui e del 26% per gli importi compresi 20.001 e 70mila euro. È prevista inoltre una ulteriore detrazione del 75%, fino a un massimo di 750 euroannui, per le spese sostenute per la partecipazione a scuole o corsidi formazionepolitica. Èprevista inoltre la destinazione volontaria del 2 per mille dell’Irpef. Il contribuente può destinare il 2 per mille della “propria” imposta sul reddito a favore delle organizzazionipolitiche, indicando il partito cui attribuire tali risorse. Sono, inoltre, introdotti limiti alla contribuzione privata diretta: per le persone fisiche, la soglia (per erogazioni in denaro o contributi inbeni eservizi comunqueprestati) è di 300.000 euro annui, nel limite concorrente pari al 15% nel 2014, al 10% nel 2015, al 5% dal 2016, deiproventiiscritti nelconto economicodelpartito, risultantiin sede di rendicontazione; per la contribuzione diretta da parte di soggetti diversi dalle persone fisiche, la soglia è di 200.000 euro annui. In caso di violazione delle soglie perlacontribuzione diretta privata si applica la sanzione amministrativa pari al doppio dell’eccedenza di quanto corrisposto, rispetto alla soglia; la sanzione è inflitta sia all’erogatore sia al partito percettore.
Il Sole 24 Ore – 14 dicembre 2013