Finora, secondo gli aumenti dell’addizionale Irpef 2015 deliberati dalle Regioni, sono almeno 5,1 milioni i contribuenti che subiranno un aumento del prelievo, che si aggiunge agli incrementi dello scorso anno, che colpirono 7,2 milioni di cittadini. Per ora, spiega l’osservatorio della Uil sulle politiche territoriali, sono 6 le Regioni che hanno rimodulato l’addizionale. Piemonte, Liguria, Lazio e Abruzzo l’hanno aumentata per alcuni scaglioni di reddito; l’Emilia Romagna ha rivisto il prelievo con piccoli risparmi per i rediti fino a 40 mila euro e incrementi per quelli superiori; la Lombardia ha leggermente penalizzato i redditi sopra 75 mila euro ritoccando l’aliquota dall’1,73% all’1,74%.
Le Regioni, spiega Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil che ha coordinato la ricerca, «hanno tempo fino all’assestamento di bilancio di luglio per variare le aliquote. Inoltre, a maggio le Regioni sottoposte ai piani di rientro, cioè Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Umbria, Calabria e Sicilia, dovranno verificare con il ministero dell’Economia la congruità dei piano stesso. E quindi non sono da escludere altre sorprese». Anche perché la legge prevede che nelle Regioni dove non vengano rispettati i parametri, l’aliquota possa salire di un ulteriore 0,30 rispetto al tetto massimo del 3,33%.
Ma già ora, aggiunge Loy, il prelievo medio dovuto all’addizionale regionale passa dai 377 euro del 2014 ai 389 del 2015, con un aumento del 3,2% (addirittura del 7,5% rispetto ai 362 euro medi del 2013). A pagare di più saranno i contribuenti del Lazio (687 euro in media, 223 in più del 2013, a meno che la Regione non decida dei correttivi come si è riservata di fare), del Piemonte (509 euro, 120 in più in due anni) e della Campania (442 euro). Sono tutte Regioni alle prese con l’extradeficit sanitario, con Lazio e Piemonte che già applicano l’aliquota massima del 3,33%. In fondo alla classifica, la Provincia di Bolzano, dove al massimo si paga l’1,23%, l’unica che ha addirittura alleggerito il prelievo, passato da una media di 209 euro nel 2013 ai 180 del 2015.
Lo stesso osservatorio Uil monitora anche le addizionali comunali Irpef. I Comuni hanno tempo fino alla fine di maggio (o più in là, se ci sarà una proroga) per approvare il bilancio e quindi rideterminare eventualmente l’addizionale. Da una prima rilevazione, su 168 municipi che hanno già deliberato l’Irpef di loro competenza, 33 di essi (il 20%) hanno aumentato l’aliquota, tra cui tre città capoluogo: Bologna, Forlì e Livorno.
In particolare, Bologna passa dallo 0,7% allo 0,8%, che è l’aliquota massima consentita; Livorno anche sale allo 0,8% mentre a Forlì si passa dallo 0,49% per i redditi fino a 15 mila euro allo 0,6% e allo 0,8% per quelli superiori. Roma fa caso a se con un’aliquota già allo 0,9%: 0,5% sul bilancio ordinario e l’altro 0,4% su quello del commissario straordinario per ripianare i debiti pregressi.
Enrico Marro – 10 aprile 2015 – Il Corriere della Sera