Rivoluzione catastale, abitazioni rivalutate in futuro anche del 180 per cento. Tutto pronto per le nomine delle commissioni censuarie che gestiranno i nuovi estimi. Il nuovo catasto comincia ad avere un quadro ufficialmente definito. E la chiave di tutto resta l’algoritmo che porterà a definire le nuove rendite e i nuovi valori catastali, che di fatto è già in lavorazione da parte dei tecnici dell’ex agenzia del Territorio, ora in forze alle Entrate.
Con l’approvazione, ieri, al Consiglio dei ministri, del decreto legislativo sulle commissioni censuarie, mancheranno poi pochi giorni alla pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» e all’avvio dei meccanismi esecutivi e alla decorrenza dei termini.
Il testo ha i contenuti di quello affidato alcune settimane fa alle commissioni parlamentari e già approvato: fissa le regole di composizione e funzionamento delle commissioni censuarie. Un’istituzione che aveva funzioni importanti anche prima ma che di fatto, a causa del blocco delle nomine che avevano interessato la commissione censuaria centrale, e molte provinciali, da alcuni anni, aveva perso ormai di significato.
Ora, invece, le commissioni, che non a caso sono state oggetto del primo dei decreti legislativi dedicati alla riforma del catasto (uno dei cardini della delega fiscale), torneranno a funzionare. A livello locale, le nomine dei presidenti delle commissioni e dei membri e del presidente delle sezioni passeranno dal presidente del Tribunale locale. I membri, in particolare (effettivi e supplenti), saranno il risultato di una scelta tra i nomi proposti da associazioni di categoria e ordini professionali (e designati dal prefetto), dall’agenzia delle Entrate e dall’Anci.
Per la commissione centrale, invece, il presidente sarà nominato con Dpr su proposta del ministro dell’Economia e previa delibera del Consiglio dei ministri.
La nascita delle commissioni, tra tre-quattro mesi, permetterà, da una parte, di riprendere le attività di gestione delle revisioni dei quadri tariffari estimali (dalle tariffe, che saranno a metro quadrato, dipenderanno le rendite e i valori su cui calcolare le tasse) e, soprattutto, di validazione degli algoritmi che definiranno questi valori e rendite unità per unità. Per questo alle Entrate si aspettano l’approvazione del decreto sulle «funzioni statistiche» entro fine anno, in modo che entro i primi mesi del 2015 la macchina possa davvero partire.
La chiave dell’algoritmo sarà quindi saldamente nelle mani dell’Agenzia ma ci sono fattori importanti che dovrebbero rendere le «funzioni statistiche» degli strumenti di equità: per ogni «microzona» e per ogni tipologia immobiliare (abitazioni, negozi, eccetera) bisognerà infatti individuare il «valore medio di mercato».
Aquesto si applicheranno coefficienti che terranno conto, tra l’altro, di ubicazione, epoca di costruzione e grado di finitura. I coefficienti funzioneranno sulla base, appunto, di un algoritmo che definirà il valore unitario del metro quadrato. E le 103 commissioni censuarie locali saranno chiamate a validare queste funzioni statistiche.
La fase conclusiva dell’iter sarà l’attribuzione del valore patrimoniale medio stabilito, attraverso gli algoritmi, sulla base del valore di mercato e la nuova rendita che – sempre attraverso le funzioni statistiche – sarà ancorata al valore locativo. E a questo punto un lustro sarà passato.
Chi volesse contestare gli importi attribuiti potrà farlo in autotutela (questo sarà oggetto del terzo decreto legislativo) verosimilmente presso gli uffici delle Entrate o presentare un ricorso vero e proprio al giudice tributario. Mentre la competenza del Tar sarà limitata alle sole questioni di legittimità.
Ma non è tutto. La questione centrale è se e come i prossimi decreti sul Catasto daranno attuazione al principio dell’invarianza di gettito: basta un’occhiata alla tabella qui a fianco per rendersi conto dei rischi. Gli immobili negli esempi sono di 91 metri quadrati, corrispondenti mediamentea 5 vani catastali, attualmente inseriti nella categoria catastale A3, classe media-alta, in buono stato, edificati meno di 20 anni fa e localizzati nel semicentro cittadino. Il nuovo valore patrimoniale è calcolato nell’ipotesi che gli estimi catastali saranno allineati al 100%del valore di mercato.Questo valore è stato desunto dalle quotazioni dell’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’agenzia delle Entrate (Omi). La nuova rendita catastale è calcolata utilizzando il valore locativo Omi detraendo il 35% per spese conservazione, manutenzione, amministrazione, eccetera, a carico della proprietà.
I calcoli che vengono fatti dall’Agefis, l’associazione dei geometri e fiscalisti, che raffrontano la media degli attuali valori catastali (cioè l’imponibile sul quale si calcolano le tasse da pagare) di categorie A2 e A3 (l’80 per cento del mercato) con le stime dei nuovi valori «agganciati » al mercato, lasciano presagire un rincaro generalizzato: si andrebbe da una media del 30 per cento ad Aosta, fino al 180 per cento a Bolzano e Salerno, passando per un aumento del 150 per cento a Napoli. Prosegue intanto il cammino della legge di Stabilità alla Camera: nel mirino l’anticipo del Tfr in busta paga che è stato oggetto di una serie di emendamenti di tutti i gruppi parlamentari, dal Pd, a Forza Italia a M5S. Il Pd chiede in particolare la neutralità fiscale che chi opta per l’anticipo rispetto a chi arriva a fine percorso, tutti chiedono di eliminare l’aumento della tassazione per fondi pensione e liquidazione, mentre un emendamento del Pd chiede l’estensione della misura anche agli statali.
Il Sole 24 Ore – 11 novembre 2014