Secondo una relazione dell’Istat il cuneo fiscale e contributivo per i lavoratori dipendenti è pari al 49,1% del costo del lavoro. Mentre in Europa la pressione è calata, in Italia è salita di tre punti. Il sindacato: con la busta paga di marzo sorpresa amara da 93 euro. “Il valore medio del cuneo fiscale e contributivo per i lavoratori dipendenti è pari al 49,1% del costo del lavoro”.
Lo riferisce l’attuale presidente dell’Istat, Antonio Golini, in Commissione finanze del Senato, basandosi su un modello di microsimulazione sulle famiglie che si basa su dati 2012. “I contributi sociali – riferisce ancora – rappresentano la componente più elevata del cuneo fiscale (28% a carico del datore di lavoro e 6,7% a carico del lavoratore”. In busta paga, inoltre, “ai lavoratori vengono trattenute le imposte sul reddito (14,5%) inclusive dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali”.
Golini ha notato anche che “i percettori di un solo reddito da lavoro dipendente ricevono in media, nel 2012, una retribuzione netta di 16.153 euro circa all’anno, di poco superiore alla metà del valore medio del costo del lavoro (31.719 Euro)”. A livello familiare, nel 2010, l’aliquota media del prelievo fiscale è pari al 19,2%, in lieve crescita rispetto all’anno precedente (+0,3 punti percentuali). Poiché il principio della progressività è applicato a livello individuale, una famiglia con un solo percettore paga, a parità di reddito familiare e di deduzioni e detrazioni, un’aliquota media più alta rispetto a un’altra in cui lo stesso reddito sia guadagnato da più persone.
L’Istat nota poi che nel complesso, mentre tra il 2000 e il 2012 la pressione fiscale nei 27 paesi dell’Ue è diminuita complessivamente
di 0,5 punti percentuali, in Italia è aumentata di quasi 3 punti, l’incremento più elevato se si escludono i casi di Malta e Cipro. La pressione fiscale nel Belpaese si atteta nel 2013 al 43,8% del Pil (44% nel 2012). Pessime notizie arrivano poi per le famiglie: nel 2012 il potere d’acquisto delle famiglie è calato quasi del 5% (4,7%). Una caduta “di intensità eccezionale” prodotta dall’aumento del prelievo fiscale (Imu, contributi sociali, ecc) che ha “notevolmente contribuito alla forte contrazione del reddito”: -2% quello “disponibile” 2012.
E mentre il governo Renzi pensa a una riduzione del carico fiscale, che finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani insieme al Jobs Act, la Uil spiega come con la busta paga di marzo arrivi un antipasto indigesto da pagare con gli acconti e i saldi delle addizionali regionali e comunali Irpef. “Con la prossima busta paga, infatti, i lavoratori dipendenti e i pensionati troveranno l’amara sorpresa di dover pagare mediamente 97 euro complessivi tra saldo e acconto dell’Irpef sia Regionale, sia Comunale, pari al 29,3% in più rispetto al mese di marzo dello scorso anno”, spiega Giglielmo Loy. In particolare per l’Irpef regionale si pagheranno mediamente 59 euro, a fronte dei 49 euro dello scorso anno (+ 20,4%), mentre per l’Irpef comunale 38 euro, a fronte dei 26 euro dello scorso anno (+46,1%).
Repubblica – 12 marzo 2014