Tagli retroattivi: già quest’anno la scure su detrazioni e deduzioni. Tfr, abolita clausola di salvaguardia sulla tassazione
Spostamento dei benefici fiscali verso i redditi più bassi. Ma gli incrementi previsti per l’Iva andranno comunque a incidere i consumatori finali. E anche la soglia a 3 mila euro per le detrazioni potrebbe alla fine rendere salati i conti per i contribuenti, vanificando gli effetti della riduzione delle aliquote. Il taglio delle agevolazioni ha tra l’altro effetto retroattivo. In «deroga» ad ogni diritto sancito dallo Statuto, i contribuenti saranno chiamati a farci i conti fin da subito, ovvero già a partire dalla dichiarazione dei redditi 2012 (730 e Unico 2013). Ma non è tutto. A rendere più amara la pillola sul giro di vite applicato agli sconti Irpef c’è anche il fatto che la franchigia di 250 euro si applica anche alle detrazioni d’imposta (fanno eccezione i bonus per sordomuti e non vedenti) previste dal Testo unico. Leggi anche L’aumento Iva cancella gli sconti fiscali e Taglio sconti fiscali. Per favore ripensateci
E se da una parte è confermato che le spese sanitarie non concorrono alla detrazione d’imposta massima di 3mila euro, è anche vero che con questo intervento la franchigia sotto la quale non è possibile ottenere benefici fiscali sale dagli attuali 129,11 euro (le vecchie 250mila lire) ai 250 euro generalizzati. Sono queste, due delle principali novità che emergono dall’ultima bozza del Ddl sulla stabilità 2013 che il Governo presenterà alle Camere lunedì prossimo e su cui i tecnici sono ancora al lavoro. Fatta eccezione per lavoratori dipendenti e pensionati, i quali potranno beneficiare già nelle buste paga e nei ratei di pensione della riduzione delle aliquote Irpef di un punto percentuale (da 23 a 22 e da 27 a 26) se hanno redditi, rispettivamente fino a 15mila e fino a 28mila euro, per i lavoratori autonomi dei primi due scaglioni il Fisco con una mano prenderà subito (taglio delle agevolazioni) e con l’altra restituirà soltanto dopo (riduzione Irpef), ovvero quando si dovranno pagare nel 2014 le imposte sui redditi 2013 (acconti esclusi). Il saldo finale per il singolo contribuente dipenderà, dunque, dall’incrocio dei due interventi.
L’effetto andrà valutato caso per caso ma, scorrendo la lista delle detrazioni sottoposte a franchigia, cioè ad un taglio del beneficio, emergono sorprese spiacevoli. Ad esempio, come calcola l’ufficio studi della Cisl, cadranno sotto la tagliola le spese per gli asili nido: oggi la detrazione è del 19 per cento su un limite massimo dei 632 euro, da domani questa somma andrà diminuita di 250 euro e di conseguenza scenderà a 382, pertanto lo sconto massimo d’imposta scenderà a 72,58 euro con la perdita di 47,50 euro.
La stessa somma, cioè 47,50 euro, si perderà perle detrazioni sul mutuo, le spese per la badante, le erogazioni liberali. Scompare di fatto lo sconto palestra: già si potevano portare in detrazione il 19 per cento di 210 euro, con l’introduzione della franchigia di 250 euro per beneficiare bisogna almeno avere due figli.
Anche per le spese per il veterinario di cani e gatti il beneficio che consente la detrazione scende da 49,06 a 26 euro. Complessivamente per la Cisl, con la legge di Stabilità, una famiglia con un solo reddito superiore a 28 mila euro e un figlio a carico vedrà scendere il beneficio di 280 euro, dovuto al taglio delle aliquote, a quota 162 a causa della riduzione degli sconti fiscali (tasse scolastiche, mutui e spese sanitarie). Il Forum delle famiglie ha definito ieri uno «scandalo» il tetto di 3.000 euro, nel quale l’esecutivo dovrà chiarire se entrano anche i carichi familiari e le deduzioni da lavoro dipendente: «Il risultato che per i redditi attorno ai 23-25 mila euro, avere moglie e figlia carico, significa non poter detrarre più nulla per spese mediche, istruzione e assicurazioni».
«È una situazione complessa, con una serie di tecnicalità che si ripresentano ogni volta si toccano le aliquote: il nuovo sistema di detrazioni partirà dal 1 gennaio 2013 dal punto di vista di cassa». Così ha risposto il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, alla domanda se le nuove disposizioni possano considerarsi retroattive, come ha segnalato sulle sue pagine Il Sole 24 Ore. Secondo Il Sole 24 Ore, il taglio delle agevolazioni ha effetto retroattivo. In «deroga» ad ogni diritto sancito dallo Statuto. I contribuenti saranno chiamati a farci i conti a partire dalla dichiarazione dei redditi 2012 (730 e Unico 2013).
Il taglio alle detrazioni vale un miliardo
«È una questione complessa – ha ripetuto il ministro – con i saldi sul 2012 e gli anticipi sul 2014 che saranno di competenza del 2013». Il taglio delle detrazioni, ha detto il ministro, vale 1 miliardo rispetto ai 6,5 derivanti dal taglio di un punto dell’Irpef sulle aliquote più basse: «Ci sono 5,5 miliardi che entrano nelle tasche degli italiani».
Tfr, via la possibilità di pagare meno tasse
La prima novità che emerge dalle ultime bozze del provvedimento è l’abolizione della clausola di salvaguardia sulla tassazione del trattamento di fine rapporto introdotta nel 2007. Dopo la riforma dell’Irpef del 2006, che in alcuni casi avrebbe aggravato l’imposizione fiscale sulle liquidazioni, il governo concesse ai contribuenti la facoltà di optare per la tassazione secondo le vecchie regole, cioè in base alle aliquote e agli scaglioni precedenti, se questo regime fosse stato per loro più favorevole. Dal 2013 non ci sarà più questa possibilità, il che comporterà, in alcuni casi, un aggravio fiscale.
Cambiano le regole sulla tassazione del trattamento di fine rapporto: viene meno in particolare la possibilità di usufruire della clausola di salvaguardia introdotta nel 2007. L’opzione era stata introdotta per evitare che il prelievo sulla liquidazione, calcolato sulle sole aliquote fiscali dei cinque anni precedenti senza detrazioni risultasse più oneroso. Si permetteva così di applicare, se più vantaggiose, le norme in vigore fino a fine 2006: ora passati cinque anni questa facoltà viene meno.
LE MISURE
La legge di stabilità dimezza l’aumento dell’Iva previsto dal 1° luglio 2013: le aliquote passeranno dal 10 all’11% e dal 21 al 22%, lasciando immutata quella del 4%. Prevista la rimodulazione di alcune tax expenditures per i redditi superiori ai 15mila euro: si introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3 mila euro; si prevede anche l’assoggettabilità a Irpef delle pensioni di guerra e di invalidità. Al fine di introdurre «un elemento di equità nella revisione della tassazione sui redditi e agevolare i consumi delle famiglie dal reddito più basso», la legge di stabilità, spiega palazzo Chigi, «introduce inoltre una riduzione di un punto percentuale (da 23 a 22 punti e da 27 a 26) dell’aliquota Irpef sui primi due scaglioni di reddito (da 0 a 15mila euro e da 15mila a 28mila euro)».
I RIFLESSI
Ai fini Irpef è dunque prevista una riduzione di un punto percentuale delle aliquote del 23% e del 27% riferite rispettivamente agli scaglioni reddituali nel primo caso fino a 15mila euro e nel secondo caso da 15.001 a 28mila euro: il vantaggio in termini assoluti, se i redditi sono esattamente pari 28mila euro è pari a 280. Come detto, tale «vantaggio» è anzitutto da verificare sul fronte Iva, dove per i consumi al 10 e al 21% si pagherà comunque un punto percentuale in più a decorrere dal prossimo 1° luglio e quindi si avranno nuove aliquote rispettivamente dell’11 e del 22%.
Dopo di che bisogna valutare cosa accadrà sul fronte delle deduzioni e delle detrazioni. Due come visto sono gli interventi previsti: introdurre una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni/detrazioni e stabilire un tetto massimo di detrazione pari a 3 mila euro. Sono solo indicazioni di massima, ma qualche riflessione è già possibile farla.
La franchigia ha un meccanismo chiaro: i benefici fiscali saranno utilizzabili solo in relazione all’importo eccedente la stessa. Di fatto, se nel passato a fronte di un onere deducibile di 800 euro si aveva la relativa riduzione dell’aliquota dello scaglione di appartenenza (ad esempio del 23%), a riforma attuata, se l’onere in questione rientra in quelli oggetto della nuova franchigia, si avrà il risparmio del 22% ma di 550 euro (importo eccedente la franchigia). Idem per quanto riguarda il mondo delle detrazioni: se saranno interessate le detrazioni al 19%, vuol dire che il contribuente perderà in termini di benefici una detrazione pari a 47,5 euro.
L’aspetto più delicato, però, riguarda la soglia di 3mila euro dell’importo detraibile. Sembra di capire che l’insieme di tutte le detrazioni, una volta calcolate le varie percentuali (19%, 50%, 36%, 55% ecc.), non potrà comunque eccedere tale importo. Fermo restando che bisogna capire quali oneri saranno interessati dal blocco, è palese ad esempio che se tale norma dovesse applicarsi anche agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, si determinerebbe un clamoroso bluff.
Attualmente l’agevolazione è innalzata, fino al prossimo 30 giugno 2013, alla misura del 50% e per una spesa massima di 96 mila euro. Pertanto, se un contribuente sostiene spese proprio fino all’importo massimo, avrebbe una detrazione effettiva da spalmare in 10 anni pari a 48mila euro, ossia 4.800 euro per ogni anno. A questo punto è evidente che la norma di blocco a 3 mila euro determinerebbe un abbattimento indiretto della detrazione fruibile, certamente anomalo. Sarà pertanto interessante comprendere verso quali oneri sarà indirizzata la soglia in oggetto e se la stessa sarà, o meno, ancorata a precisi scaglioni reddituali.
Tratto da Il Sole 24 Ore – 12 ottobre 2012