Prelievo più basso su fondi pensione e casse previdenziali a condizione che investano in opere pubbliche. Sterilizzazione dell’aumento dell’Irap per gli autonomi. Meno tagli al salario di produttività e ai patronati. Al Senato la commissione Bilancio chiude sulla legge di Stabilità che dovrebbe arrivare in Aula stamattina e essere approvata con fiducia domani.
L’iter dovrebbe concludersi lunedì alla Camera, dove si lavorerà nel fine settimana. In serata ultimo «incidente»: il governo è stato battuto, passa un emendamento di Sel che stanzia 5 milioni per le scuole della Sardegna danneggiate dall’alluvione.
Per le casse previdenziali e i fondi pensione che facciano investimenti infrastrutturali, individuati da un decreto del Tesoro, un credito d’imposta compenserà il previsto incremento delle tasse sui redditi (dal 20% al 26%) e sul risultato netto maturato dei fondi pensione (dall’11,5% al 20%). Costo: 80 milioni dal 2016.
Scendono da 150 a 35 i tagli per i patronati e da 238 milioni a 208 quelli al Fondo sgravi contributivi per i contratti di secondo livello. Esclusi dalle agevolazioni del nuovo regime dei «minimi» i soggetti con redditi da lavoro, dipendenti e assimilati, prevalenti rispetto ai redditi oggetto di agevolazione, ad eccezione di coloro per cui la somma di tali redditi non superi 20 mila euro. Infine una manciata di finanziamenti: 8 milioni agli alluvionati di Genova, 6,5 all’Unione ciechi, 5 al fondo famiglia per le adozioni internazionali e stop alla Tasi per le case crollate con il terremoto dell’Aquila.
Intanto il governo ha quasi definito il primo decreto attuativo del Jobs act . Scartata la richiesta del ministro Giuliano Poletti di un indennizzo minimo pari a sei mesi di stipendio per i licenziamenti economici, a prescindere dall’anzianità di servizio. La soglia sarà probabilmente di tre mensilità. Ma nella categoria dei licenziamenti economici, che non prevede il reintegro, dovrebbero rientrare anche quelli per scarso rendimento.
Sui licenziamenti disciplinari difficile il ricorso all’opzione aziendale, cioè la possibilità per l’azienda di superare il reintegro del giudice con un indennizzo più alto.
Il reintegro stesso, però, sarà possibile solo se il licenziamento era stato deciso sulla base di un fatto materiale insussistente e, forse, se l’azienda ne era a conoscenza. Le nuove regole saranno estese alle aziende sotto i 16 dipendenti, ma con indennizzi dimezzati. Problemi di copertura per la nuova Aspi, l’ammortizzatore di 24 mesi da estendere ai collaboratori . La Ragioneria chiede di procedere per gradi.
Antonella Baccaro e Lorenzo Salvia – Il Corriere della Sera – 18 dicembre 2014