Si è chiusa con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per il governatore uscente della Regione Lombardia l’indagine dei Pm milanesi sulla distrazione milionaria dalle casse della Fondazione Maugeri avvenuta tra il 1997 e il 2011. In vista il rinvio a giudizio per 17 persone.
Nel documento di chiusura delle indagini i magistrati milanesi ipotizzano che sia stato lo stesso Roberto Formigoni il promotore dell’associazione a delinquere che ha operato intorno alla Fondazione Maugeri. Nella vicenda sono coinvolti il faccendiere Pierangelo Daccò, l’ex assessore alla Sanità della Lombardia Antonio Simone, gli ex vertici della fondazione Maugeri, Nicola Maria Sanese dirigente del Pirellone, il direttore generale dell’assessorato alla Sanità Carlo Lucchina e Alberto Perego, amico di lunga data del presidente Formigoni.
Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, frode fiscale, riciclaggio e interposizione fittizia.
Roberto Formigoni sarebbe stato secondo gli inquirenti «promotore e organizzatore» dell’associazione a delinquere e avrebbe garantito stabilmente tra il 1997 e il 2011 favori alla Fondazione Maugeri e tra il 2002 e il 2011 al San Raffaele. Stando alla ricostruzione della procura Formigoni avrebbe favorito, grazie a delibere di giunta, i due poli sanitari e in cambio avrebbe ricevuto favori per 8 milioni di euro.
Dai documenti sequestrati è emerso che Formigoni e altri indagati chiamavano “caffè Sanità” le riunioni pre-giunta che si svolgevano al Pirellone per decidere quali favori attribuire alla Fondazione Maugeri tra il 1997 e il 2011 e successivamente anche al San Raffaele tra il 2012 e il 2011. In cambio di delibere a favore dei due poli sanitari il presidente lombardo avrebbe ricevuto favori per otto milioni di euro. Gli inquirenti considerano decisive nella ricostruzione di questo meccanismo le testimonianze di alcuni funzionari del Pirellone.
«E’ una buona notizia sapere che Formigoni non è accusato di strage». il primo commento di Mario Brusa, difensore del governatore lombardo, che ha dichiarato di non aver ricevuto ancora notifiche ma di aver appreso la notizia dai media.
Analogamente ironico i commento di Formigoni: «Rilevo che dopo un anno e mezzo potrò finalmente conoscere gli atti con i quali si pensa di potermi accusare. Ma nelle carte che sono state depositate non emerge nulla di nuovo che già il mondo non conoscesse», ha detto. «La tempistica della Procura – ha concluso – Formigoni – é come sempre molto efficiente: che cosa non si fa per cercare di coprire lo scandalo Monte dei Paschi di Siena che rischia di travolgere la sinistra? Cosi nel giro di 24 ore si incriminano Scaroni e Orsi, si condanna Pollari, si continua a distruggere l’Ilva, si depositano gli atti per Formigoni».
Il Sole 24 Ore sanità – 13 febbraio 2013