Bisogna estendere le norme sul lavoro per il settore privato anche al pubblico impiego: lo ribadisce il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenuta ad un convegno dell’Ocse sulle riforme in corso a Roma. «La normativa per il privato – afferma – deve essere estesa anche al pubblico impiego tenendo conto delle sue specificità». «Penso veramente – ha detto il ministro – che, tenendo conto delle specificità che il pubblico impiego ha, la normativa che abbiamo creato per il lavoro privato debba essere estesa anche al pubblico impiego». L’articolo 18 dello statuto dei lavoratori «era un tabù intoccabile ma è stato modificato in maniera laica, non ideologica». Quanto al ministro della Funzione pubblica bisogna fare meglio con meno addetti
«Condivido ed è quello che cercheremo di fare cominciando proprio con la flessibilità in entrata. Stiamo riflettendo, martedì ne parlerò con i sindacati». Così il ministro della Pa, Filippo Patroni Griffi, a margine del convegno dell’Ocse, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento alle parole del ministro Fornero che auspica l’estensione della riforma del lavoro anche per il pubblico impiego
E ha aggiunto: «L’apparato pubblico deve essere ridimensionato non perchè eccessivo in sè ma perchè bisogna saper fare meglio con meno addetti». Patroni Griffi lo ha detto intervenendo all’incontro con l’Ocse. «In quest’ottica – ha spiegato – occorrerà porsi il tema, sollevato dall’Ocse, del ringiovanimento del personale pubblico». Secondo il ministro questo aspetto,«insieme alla semplificazione dei livelli di governo nel territorio» e alle semplificazioni e alle liberalizzazioni, e’ centrale, «specie in un momento in cui il ruolo del pubblico deve essere diretto alla creazione di condizioni di contesto in grado di assicurare competitività al sistema economico in assenza di investimenti diretti»
Quanto a Fornero a proposito della riforma del lavoro già varata ha detto: «Non siamo intervenuti per ingraziarci gli imprenditori o per attaccare i sindacati ma per rispondere agli interessi del Paese e tra questi ridurre le incertezze sulle cause di lavoro e l’area. La gente non critica il nostro cambiamento dell’articolo 18 ma critica i giudici». Parlando della riforma del lavoro, Fornero ha spiegato che «la principale critica» che viene rivolta «é che con i nostri giudici ci sarà sempre il reintegro. Ma non é che con la riforma del lavoro cambiamo i giudici». Secondo il ministro, «non può essere che il governo fa una riforma sul presupposto che una categoria come quella dei giudici non sappia fare il suo lavoro: questo – ha concluso – è inaccettabile in un Paese civile».
Il Sole 24 Ore e Agi – 25 settembre 2012