L’addio al Corpo forestale è fissato al primo gennaio del 2017. “I provvedimenti concernenti l’attribuzione delle funzioni, il trasferimento delle risorse strumentali e finanziarie e il transito del personale del Corpo forestale dello Stato” nei carabinieri e nelle altre forze o amministrazioni secondo i contingenti stabiliti, “hanno effetto contestualmente a decorrere dal primo gennaio 2017”. E’ quanto si legge nel decreto, attuativo della riforma della P.A, sulle forze di polizia e la forestale.
La decisione non verrà di certo accolta favorevolmente dagli appartenenti ai Forestali, che sono tra l’altro già in protesta a Sanremo, con un volantinaggio davanti al Teatro Ariston, per dire ancora una volta no alla militarizzazione del Corpo forestale dello Stato e no all’assorbimento da parte dell’Arma dei carabinieri. I decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione voluta dal ministro Madia sono ormai in dirittura d’arrivo e il futuro dei forestali sembra ormai segnato. I sindacati di categoria, peró, non si rassegnano e con la protesta sanremese provano ad alzare tiro.
“Si sente dire in giro – dice Marco Moroni, leader del Sapaf, la prima organizzazione per numero di iscritti dei forestali – che i sindacalisti sarebbero contrari all’accorpamento coi carabinieri perchè perderebbero il loro ‘potere’. Purtroppo, l’unico vero ‘potere’ presente all’interno della nostra Amministrazione è quello clientelare e fallimentare dell’ing. Cesare Patrone, il peggior capo del Corpo che abbiamo mai avuto. Non serve all’Italia militarizzare campagne, montagne e parchi. Tutte le principali associazioni ambientaliste, autorevoli esperti, persino magistrati hanno pubblicamente espresso contrarietà per questa scelta. Ciò nonostante il Governo ha deciso di andare per la propria strada”.
Per questo i forestali, che già da mesi sono mobilitati con manifestazioni, proteste e presidi, non intendono lasciare nulla di intentato. E dopo Sanremo ci saranno altre iniziative. “Ci piacerebbe – afferma Moroni – che qualcuno dei vip che fanno passerella a Sanremo e che spesso si riempiono la bocca con i temi ambientali, facesse davvero qualcosa di concreto per difendere l’unica forza di polizia civile specializzata che contrasta le ecomafie e che difende la salute dei cittadini. E’ di queste ore, non a caso, la notizia di una maxi operazione del Corpo forestale in Puglia contro alcune sofisticazioni relative addirittura alle olive che sono state colorate artificialmente con sostanze tossiche per renderle più appetibili nei nostri supermercati. I cittadini saranno meno sicuri senza la forestale”.
I carabinieri non potrebbero fare le stesse cose? “Massimo rispetto per l’Arma – dice ancora il segretario generale del Sapaf -, ma disperdere il nostro patrimonio unico di conoscenze e professionalità, mettendo le ‘stellette’ a chi si occupa di prevenzione e repressione dei reati ambientali e delle sofisticazioni alimentari, non potrà che creare danni. Purtroppo ho un terribile sospetto: forse qualcuno ha in mente di ‘controllare’ la sicurezza ambientale, favorendo quindi inquinamenti, traffici e edificazioni, attraverso protocolli militari rigidi quanto ossequiosi? Il Corpo forestale dà veramente fastidio alla lobby degli anti ambientalisti? La nostra battaglia non finisce qui”.
Forestale, la scomparsa nel 2017 non è cosa fatta
Il ministero: a gennaio l’addio al corpo. Sindacati sul piede di guerra. Il Sapaf a L43: «Faremo ricorso ovunque».
di Lorenzo Mantelli. Primo gennaio 2017. È la data con la quale il governo ha fissato la definitiva soppressione del Corpo forestale dello Stato, destinato a essere assorbito principalmente dall’Arma dei carabinieri.
A sancirlo un decreto attuativo della riforma della Pubblica amministrazione sulle forze di polizia e la Forestale.
Provvedimento, tuttavia, che non sembra trovar d’accordo gli 8.500 agenti coinvolti, costretti, giocoforza, a confluire in altri corpi armati. Non a caso, la protesta che da mesi portano avanti, è sbaracata in questi giorni pure a Sanremo, centro gravitazionale dell’interesse mediatico italiano per l’intera settimana.
RICORSI IN VISTA. «I provvedimenti concernenti l’attribuzione delle funzioni, il trasferimento delle risorse strumentali e finanziarie e il transito del personale del Corpo forestale dello Stato», recita il decreto, «hanno effetto contestualmente a decorrere dal primo gennaio 2017». Ma se i toni utilizzati dal governo assumono un carattere di perentorietà, altrettanto si può dire della replica dei forestali, pronti a dar battaglia a suon di ricorsi.
A ribadirlo a Letter43.it è Marco Moroni, segretario generale del Sapaf, il primo sindacato del corpo , secondo il quale «la militarizzazione che ci è stata imposta dall’iniziativa unilaterale dell’esecutivo è inaccettabile».Per questo, spiega, «ci batteremo in ogni sede, dal Tar al giudice del lavoro, fino alla Corte di giustizia europea.
DISCORDANZE SUI RISPARMI. Lo scopo della riorganizzione è legato a doppio filo a un progetto di armonizzazione e risparmio che i forestali sembrano condividere fino a un certo punto. «Ok la razionalizzaione», è la tesi del Sapaf, «ma il risparmio di cui parla il governo non esiste».
A detta della la relazione tecnica elaborata dal ministero della Pa, la razionalizzazione dei presidi di polizia e dei servizi navali, la gestione associata dei servizi strumentali delle forze e l’assorbimento del corpo forestale nei carabinieri produrranno risparmi per i prossimi tre anni, tra il 2016 e il 2018, pari a quasi 126 milioni di euro. I tecnici hanno calcolato i risparmi al netto degli oneri, quantificando il totale in poco meno di 124 milioni di euro. Inoltre, viene specificato, sia nel decreto che nella relazione tecnica, a partire dal 2018, quindi a regime, i risparmi saranno di circa 58 milioni.
TESSERINI E NUOVE DIVISE. Per Moroni, tuttavia, le cifre non rispondono al vero. «Il Corpo costa alle casse dello Stato 496 milioni l’anno, dei quali 460 solo per gli stipendi degli agenti». Ebbene, «per risparmiare una trentina di milioni si costringerebbero migliaia di persone che hanno scelto una carriera civile ad abbandonarla per intraprenderne una militare. Di fronte alla quale, peraltro, «servirebbero almeno 26 milioni solo per le nuove divise e quasi 40 mila euro per l’assegnazione dei tesserini»
AMBIENTALISTI CON LA FORESTALE. Sette mila, secondo le stime, sarebbero le persone destinate a finire tra i carabinieri: rifiutando quest’opportunità è possibile chiedere il trasferimento alla polizia di Stato o ad altri enti, fermo il rischio di perdere l’indennità e finire in mobilità nel caso non si trovino dei posti disponibili. Senza dimenticare la possibilità di essere trasferiti in località differenti da quelle attuali
.Al fianco della Forestale si sono schierate diverse associazioni ambientaliste, dal Wwf a Legambiente, secondo cui si corre il rischio di inficiare l’autonomia che ha finora garantito la piena operatività della Forestale.. Così la pensa anche Moroni: «Non avremmo protestato se fossimo finiti sotto la Polizia di Stato, ma è inaccettabile essere militarizzaziti da una scelta politica dello Stato».
Affari italiani e L43– 12 febbraio 2016