È stata una lunghissima giornata di battaglia, con ben 5 Paesi — Germania in testa — a dire «no». Ma a tarda sera, è arrivato il compromesso «di principio»: l’Unione Europea stanzierà come previsto, e «al più presto possibile», i 670 milioni di euro destinati agli aiuti per i terremotati dell’Emilia Romagna.
La conferma definitiva arriverà martedì prossimo, con l’Ecofin, il vertice ordinario dei ministri delle Finanze. Ma niente era scontato, anzi: perché il duello negoziale vinto (almeno per ora) dall’Italia si è basato sì sui conti, ma anche su principi ideali, e su questioni di prestigio nazionale. E anche questo spiega le forti tensioni della giornata. C’era un accordo pressoché unanime fino a giovedì notte: su 27 governi, nessuno metteva in dubbio il principio della solidarietà verso le vittime di una catastrofe naturale.
Né lo ha fatto formalmente più tardi. E almeno sulla carta, sembravano pienamente d’accordo l’Europarlamento, la Commissione, il Consiglio dei ministri Ue. Non era in discussione neppure l’entità dello stanziamento. Ma ieri, appunto, il calendario prevedeva la conclusione della trattativa preliminare sul bilancio 2012-2013, nella cornice Ecofin. E lì, è arrivata la sorpresa.
Davanti alla necessità di due «correzioni», 9 miliardi in più da aggiungere ai conti per i maggiori costi della crisi economica o per i disastri naturali, si sono levati i 5 «no» di Germania, Svezia, Olanda, Finlandia, e Gran Bretagna. Contestavano i due «bilanci rettificativi», quei 9 miliardi in più per i fondi di coesione Ue (di cui 1,74 miliardi destinati all’Italia) e lo stanziamento di 670 milioni per i terremotati emiliani. O meglio, contestavano le modalità di erogazione: «spalmarli» sul bilancio 2012 o su quello del 2013? Anche se «nessuna delegazione si è espressa contro» gli aiuti ai terremotati, ha rilevato Ferdinando Nelli Feroci, il rappresentante permanente dell’Italia presso la Ue. Che nelle ore seguenti, si è detto «ottimista» sulla possibilità di una decisione positiva. E il compromesso è arrivato, infatti: forse anche perché fonti dell’Europarlamento minacciavano di bloccare la discussione pure sui conti del 2013.
Alla fine, i negoziati complessivi sul bilancio Ue si sono arenati, ma i fondi per i terremotati sono ora un principio che «sarà finalizzato nell’ambito dell’accordo complessivo» sul bilancio 2013, come è stato spiegato.
Mentre tutto ciò avveniva a Bruxelles, c’era ovviamente tempesta anche in Italia, almeno finché non è arrivata la tregua: Roberto Maroni ha parlato di «vergogna» per la Ue, Pier Luigi Bersani di un fatto «piuttosto grave». Vasco Errani, presidente della Regione Emilia e commissario per la ricostruzione, si è detto sempre «fiducioso»: se martedì non arriva la smentita, ha avuto ragione lui.
Luigi Offeddu – Corriere della Sera – 10 novembre 2012