Ultimo scoglio tra le polemiche per il ddl concorrenza. Ieri il via libera di Montecitorio con 218 sì, 124 no e 36 astenuti: ora il provvedimento tornerà in Senato. L’approvazione definitiva è molto più che un auspicio, a 858 giorni dalla presentazione del ddl, eppure potrebbe non essere scontata: tra gli emendamenti ce ne sono alcuni che sono stati oggetto di forti scontri. Il più contestato è quello che reintroduce il tacito rinnovo sulle polizze assicurative. Premesso che riguarda tutte le polizze tranne l’Rc Auto, in molti hanno parlato di “schiaffo” ai consumatori, perché in questo modo si favoriscono le compagnie visto che non sempre gli assicurati si ricordano di inviare per tempo la disdetta.
«Noi pensavamo che tutte le polizze dovessero essere ricontrattate. – dice Luigi Marino (Ap), relatore insieme a Salvatore Tomaselli (Pd) del provvedimento al Senato – ma poi è stata accolta la tesi secondo la quale invece il tacito rinnovo tutela il consumatore da aumenti di prezzo». Una marcia indietro a giudizio di molti, così come lo è l’abolizione di alcune disposizioni sul telemarketing che stabilivano che in caso di telefonate non sollecitate l’operatore dovesse identificarsi e il cliente dovesse prestare un consenso esplicito per consentire la continuazione della conversazione. Una norma molto contestata dal Pd e sulla quale ha espresso delle perplessità anche il Garante della Privacy, Antonello Soro, mentre il ministero per lo Sviluppo economico l’ha difesa, ritenendo che invece ampliasse le garanzie per i consumatori. «Era stata pensata a fin di bene – concorda Marino – ma è stato obiettato che in questo modo non ti toglievi più di dosso le telefonate moleste, anche se in effetti la norma era stata pensata per la ragione opposta».
Discusso anche lo spostamento del termine della fine del mercato di maggior tutela per l’energia a partire dal 1° luglio 2019 con la decisione di non utilizzare il sistema dell’asta per i clienti che alla scadenza non avranno ancora scelto il loro nuovo fornitore. «Le aste rendono i consumatori passivi, abbiamo predisposto una serie di meccanismi che permetteranno loro di scegliere consapevolmente», spiega Tomaselli. Le altre due novità sono una norma sulle società odontoiatriche nelle cui strutture, dotate di un direttore sanitario iscritto all’albo, potranno lavorare solo persone abilitate, e un emendamento del M5S che stabilisce che in caso di dismissione degli impianti di distribuzione dei carburanti, se il sito risultasse contaminato, si debba procedere alla bonifica “in ogni caso”. «Avevamo già concordato quasi tutte queste modifiche – obietta Tomaselli eravamo pronti a farle noi, in Commissione, a parte questo ulteriore emendamento sulle bonifiche delle stazioni di servizio, ma poi si è accelerato con il voto di fiducia. Adesso speriamo di licenziare definitivamente il provvedimento entro luglio. Ne vale la pena, ci sono norme molto importanti, da quelle sulle professioni e sulle assicurazioni alla delega al governo per la nuova regolamentazione del trasporto pubblico».
Per accorciare i tempi in futuro, suggeriscono i due relatori al Senato, meglio concentrarsi su poche disposizioni: il difetto del ddl attuale è l’ambizione eccessiva, l’essere un «provvedimento omnibus». Meglio individuare «due o tre grandi questioni per volta».
Repubblica – 30 giugno 2017