Italia in testa per i casi di frode nel settore agricolo. Ma non solo. Anche nella pesca e nell’utilizzo dei fondi strutturali. Lo scrive la Commissione europea nel rapporto annuale sulla lotta alle frodi agli interessi finanziari dell’Unione (COM(2014)474. In via generale, però, le frodi sono diminuite. Ma Bruxelles chiede un rafforzamento nella prevenzione e nell’individuazione dei mezzi per stanare le frodi, anche con strumenti attribuiti alle autorità amministrative.
È vero che rispetto all’anno precedente c’è stata una diminuzione delle frodi, ma è stato individuato anche un salto di qualità nelle attività fraudolente che rende difficile scoprirle, malgrado i progressi raggiunti in alcuni Stati (tra i quali l’Italia), nei controlli amministrativi e nelle indagini.
Per quanto riguarda le cifre relative ai casi, nel 2013, le situazioni di irregolarità qualificate come fraudolente sono state 1.609. Bruxelles ha adottato 217 decisioni con le quali ha disposto l’immediata sospensione dei pagamenti. Il settore più coinvolto è stato quello delle risorse naturali che vuol dire agricoltura e pesca con 588 casi di frode e 75,6 milioni di euro sottratti. I casi di frode nell’utilizzo dei fondi legati alla politica di coesione, come i fondi strutturali, sono stati 321, ma con cifre molto più importanti (155,7 milioni di euro).
Il numero più alto di irregolarità fraudolente sono state segnalate in Italia, Romania, Bulgaria, Polonia, Danimarca e Grecia (da 302 a 55). Gli stessi Paesi svettano anche per l’entità delle frodi (tra 68 e 24 milioni di euro), con in testa Italia, Polonia, Romania, Grecia e Germania. Il settore agricolo è quello più colpito, raggiungendo circa il 75% del totale delle frodi. L’Italia è al primo posto (213 casi, con un importo di oltre 36 milioni di euro). Segue la Bulgaria, ben distanziata, con 82 casi e circa 3 milioni di euro in relazione all’entità delle frodi. Anche nel settore della pesca l’Italia svetta con 17 casi così come nella politica di coesione con 73 casi (24 milioni di euro), seguita dalla Polonia (48 casi e 43 milioni di euro).
Un primato, quello dell’Italia che, in parte, potrebbe essere dovuto anche dalla stretta e dai maggiori controlli effettuati sul territorio.
Con riguardo a tutti gli Stati, sul fronte della spesa, le frodi hanno raggiunto la cifra di 248 milioni, pari allo 0,19% del bilancio di spesa, con una diminuzione del 21% rispetto al 2012. In euro, l’ammontare del 2013 è stato pari a 248 milioni a fronte dei 315 del 2012. Sulle entrate, numeri meno importanti, con 61 milioni e una diminuzione sempre del 21%. Un miglioramento imputabile anche all’attuazione della nuova strategia antifrode della Commissione europea e all’entrata in vigore del nuovo regolamento che disciplina l’attività dell’Olaf, l’Ufficio europeo antifrode. In attesa che venga messo a punto il regolamento sull’istituzione della Procura europea dal quale, però, già si sono sfilati alcuni Stati.
Il Sole 24 Ore – 7 agosto 2014