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Fvm: basta tagli-lineari. Veterinari e medici al centro della governance

Fvm si rivolge ai candidati alle politiche con un manifesto in 9 punti per chiedere lo stop «ai tagli lineari, al precariato e al federalismo improvvisato che mettono a rischio il Ssn».

Chiede interventi “profondi”, il «ripensamento del federalismo e delle competenze relative alla sanità». Invoca «una riforma strutturale della governance che metta al centro i medici e i veterinari» e auspica la fine delle politiche di «emergenzialismo economico che stanno mettendo in ginocchio tutta l’organizzazione dei servizi». E sottolinea la necessità di investire in prevenzione e sicurezza alimentare perché «sono un tassello essenziale della sanità pubblica e dello stato di benessere della cittadinanza». Sono i veterinari e i medici della Federazione veterinari e medici che oggi a Torino hanno presentato un Manifesto in nove punti che «dovrebbero qualificare i programmi del nuovo Governo».

Eccoli:  

 PORRE FINE AI TAGLI LINEARI che in Sanità causano la progressiva asfissia dei servizi di eccellenza e impediscono di investire in prevenzione, l’unico vero intervento che può generare nel tempo risparmi effettivi.

2.   FUORI I PARTITI DALLA GESTIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA: serve un’efficace riforma della governance che liberi il SSN dalla presenza pervasiva dei partiti e delle clientele. I medici e i veterinari devono essere messi al centro del governo delle aziende, con un unico criterio di riferimento: il merito.

3.   SBLOCCARE I CONTRATTI DEL PUBBLICO IMPIEGO, scaduti nel 2010, determinando una concreta rivalutazione economica, ma anche potenziando lo strumento contrattuale per rivalutare i percorsi di crescita professionale.

4.   RIPENSARE IL FEDERALISMO SANITARIO: rafforzare il ruolo del Ministero della salute nella programmazione sanitaria, rafforzando la cogenza dei LEA e prevedendo livelli minimi organizzativi delle strutture sanitarie territoriali.

5.   SUPERARE IL PRECARIATO: chiudere la vergognosa questione dell’inquadramento professionale e del precariato dei dirigenti veterinari delle ASL, degli IZS e del Ministero della salute.

6.   MIRARE ALLA FORMAZIONE: definire un percorso formativo universitario, di base e specialistico, appropriato per le funzioni che nel Sistema Sanitario Nazionale svolgono i servizi veterinari di sanità animale, igiene zootecnica e sicurezza alimentare.

7.   TUTELARE SENZA APPESANTIRE: eliminare la sovrapposizione tra Enti di controllo e gestione dei rischi sulla salute pubblica appartenenti a diversi comparti della pubblica amministrazione; rafforzare il ruolo del Veterinario di Sanità Pubblica nel Sistema Sanitario Nazionale; rafforzare il ruolo dei servizi dei dipartimenti di prevenzione medici e veterinari quali autorità competenti in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare; monitorare l’effettiva rispondenza tra leggi regionali ed assetto organizzativo dei Dipartimenti di Prevenzione, ribadito dal novellato articolo 7 del D.Lgs. 502.

8.   VALORIZZAZIONE DEL MODELLO ITALIANO DI MEDICINA VETERINARIA PREVENTIVA: assicurare la partecipazione dei Servizi Veterinari alla programmazione e gestione del territorio, del patrimonio ambientale e faunistico, delle potenzialità agroalimentari, della biodiversità, dei giacimenti culturali gastronomici, dell’equilibrio degli animali urbani o sinantropi, alla tutela delle regole commerciali, oltre che alla prevenzione sanitaria che resta il nucleo centrale cui fare riferimento.

9.   MINISTERO DELLA SALUTE: preservare la funzione sanitaria nel corso della riorganizzazione del Ministero della salute con particolare riguardo per la Sicurezza Alimentare e la Sanità Pubblica Veterinaria.

Secondo la Fvm, per rilanciare la sanità e le politiche di prevenzione, servono infatti “interventi profondi, intanto, nell’architettura istituzionale e, in particolar modo, auspicando un ripensamento del federalismo e delle competenze relative alla sanità”. La riforma strutturale della governance deve mettere “al centro del governo delle aziende i medici e i veterinari (fuori i partiti e il clientelismo), con un solo criterio di riferimento: il merito”. Il messaggio della Fvm è quindi “basta alle politiche di ‘emergenzialismo economico’ che stanno mettendo in ginocchio tutta l’organizzazione dei servizi”, stop “ai tagli lineari” e a “un modello di lavoro basato principalmente sul ricorso massiccio al precariato, sblocco dei contratti del pubblico impiego e delle convenzioni, valorizzazione del modello italiano di assistenza sanitaria e prevenzione primaria, impegno sulla formazione (potenziata e mirata)”.

Serve invece, secondo la Fvm, “un serio intervento sugli enti di controllo e prevenzione sulla salute pubblica all’insegna della semplificazione, evitando le sovrapposizioni ma sempre garantendo i più alti livelli di sicurezza del cittadino”. A partire dal settore alimentare. Perché “la qualità e la varietà degli alimenti del nostro paese, coniugate con la sicurezza garantita da una rete efficace di controlli, rappresentano anche un formidabile volano economico che va tutelato e ancor più valorizzato”. E in questo il ruolo dei medici e dei veterinari del Ssn è fondamentale, perché sono “le sentinelle sia nei casi di grandi emergenze come avvenuto in passato con l’influenza aviaria o la mucca pazza, ma anche la prima linea di controllo della qualità del cibo e quindi della corretta alimentazione”.

Con più sicurezza e più prevenzione, conclude la Fvm, “avremo meno malattie e, quindi, anche meno costi per il Ssn. Prevedere risorse adeguate per i settori medico e veterinario della prevenzione, è, quindi, un investimento produttivo e vantaggioso per l’Italia”.

tratto da Quotidiano sanità – 15 febbraio 2013

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