La Federazione Veterinari e Medici chiede un incontro con i vertici del Governo. “Vogliamo conferme o smentite fattuali – ha detto Aldo Grasselli, presidente Fvm – se ancora una volta saranno i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari che con il restante personale del Ssn pagheranno di tasca propria la sopravvivenza della sanità pubblica e il rispetto, sempre più ridotto, dell’art. 32 della Costituzione”. È lo stesso presidente Grasselli motivare la richiesta di questo incontro, soprattutto dopo che l’ipotesi di un emendamento per aumentare il prezzo delle sigarette sembra essere tramontato. “Un incrementa che – ha aggiunto il presidente Fvm – avrebbe dovuto sostenere il Fondo Sanitario Nazionale e con esso il rinnovo dei contratti dei medici e dei sanitari”. “E le risorse per il rinnovo dei contratti del personale della sanità? – chiede – Semplicemente – ha concluso, rispondendo al suo stesso quesito – non ci sono”.
“Ancora una volta – ha spiegato Grasselli – si mette il contratto dei lavoratori in competizione con i bisogni di assistenza sanitaria dei cittadini. Il ‘tesoretto’ generato dalla tassa sul fumo sarebbe utilizzato per due obiettivi, il progressivo superamento del superticket e il finanziamento della ‘piramide’ del ricercatore”.
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Leggi anche l’articolo di Giovanni Rodriquez su Quotidiano Sanità
Legge Bilancio. Si lavora su emendamenti sanità: sul tavolo superticket e ricercatori. Ma il rinnovo dei contratti rischia di restare fuori dalla ‘partita’. Almeno in Commissione Bilancio
Ha preso il via oggi l’esame degli emendamenti alla legge di Bilancio in V Commissione al Senato. Tra gli argomenti trattati, come dichiarato oggi ai giornalisti dal presidente della Commissione Bilancio Giorgio Tonini (Pd), ci sono anche possibili interventi sulla sanità da finanziare con i proventi delle risorse derivanti dall’emendamento della Commissione Sanità che propone di variare la tassazione dei tabacchi in modo da assicurare un gettito di almeno 600 milioni di euro su base annua destinato a finanziare le cure palliative per 100 milioni e i farmaci oncologici innovativi per 500.
Tuttavia, dato che il Fondo per gli innovativi oncologici (in tutto 500 milioni annui) è già finanziato in modo strutturale con una quota vincolata del Fondo sanitario stabilita dalla legge di Bilancio dell’anno scorso, quei 500 milioni in più derrivanti dalle tasse sul fumo potrebbero andare a finanziare altre poste sanitarie, a partire dai contratti per il personale, come auspicato dalla prima firmataria di quell’emendamento la presidente della Commisione Sanità De Biasi. Ma, sempre che quell’emendamento passi, le cose andranno effettivamente così?
Per capire come stanno le cose abbiamo a nostra volta sentito altre fonti parlamentari della maggioranza che ci hanno confermato come al momento le strade percorribili siano in realtà ben delineate.
Prima ipotesi: se l’emendamento sul fumo dovesse essere bocciato dal Mef per il timore di una possibile riduzione del gettito dovuta ad un calo degli acquisti delle sigarette per l’aumento del loro costo, a quel punto per la sanità la partita della legge di Bilancio finirebbe così. Non ci sono, infatti, risorse aggiuntive da destinare a possibili interventi.
Seconda ipotesi: se l’emendamento della XII Commissione fosse accolto, a quel punto il ‘tesoretto’ sarebbe utilizzato per due obiettivi, il progressivo superamento del superticket ed il finanziamento della ‘piramide’ del ricercatore. Le risorse per abolire il superticket del tutto in realtà non ci sono, perché servirebbero circa 700/800 milioni. Ma si potrebbe ipotizzare una riduzione del suo peso economico sulle tasche dei cittadini o una rimodulazione per fasce di reddito. La misura, tra l’altro, sarebbe necessaria anche per sancire in Parlamento l’alleanza politica tra Pd e Campo Progressista come in qualche modo ha detto ieri a Porta a Porta il segretario del PD Matteo Renzi.
Le risorse che ‘avanzerebbero’ dovrebbero essere poi destinate a quella ‘piramide’ del ricercatore fortemente voluta dalla stessa ministra Lorenzin. A questo si deve poi aggiungere il bonus bebè. Una misura richiesta da Alternativa Popolare sulla quale sempre Renzi ha dato il suo consenso.
E le risorse per il rinnovo dei contratti? Non ci sono, ammettono a questo punto con rammarico le nostre fonti. Ricordiamo che per dare il via al rinnovo, oltre alla quota già accantonata dalle Regioni, lo Stato dovrebbe investire circa 600 milioni. Il rischio che i contratti restino totalmente fuori dalla ‘partita’ è dunque concreto. Tanto più che, al di fuori dei componenti della Commissione Sanità, sembra che nessuno in Commissione Bilancio abbia neanche accennato l’argomento. (Giovanni Rodriquez – Quotidiano sanità – 22 novembre 2017)
23 novembre 2017