La delibera predisposta per l’area vasta Treviso-Belluno vuole “imbrigliare” chi è incaricato dei controlli ufficiali, togliendogli autorevolezza. Preoccupazione della Federazione veterinari e medici: potrebbe essere estesa a tutta la Regione. Poggiani: «Così si mette a rischio la sicurezza alimentare. L’efficienza del sistema si basa sul giusto equilibrio tra la tutela dei cittadini-consumatori e le esigenze delle imprese controllate». A cosa serve il lavoro quotidiano di controllo dei requisiti igienico sanitari degli alimenti svolto dai veterinari e dai medici dei dipartimenti di prevenzione delle Asl? A prevenire i rischi per la salute pubblica e a proteggere i diritti dei cittadini-consumatori, assicurando la salubrità e la qualità dei cibi che arrivano sulle loro tavole. Sembrerebbe una risposta semplice e scontata.
Ma in un’epoca in cui i nostri governanti, a parole, promettono ogni giorno “tolleranza zero” verso chi si azzardi a non seguire le regole, ci tocca assistere invece al varo di disposizioni che tutto sembrerebbero voler tutelare meno che il lavoro di vigilanza sanitaria e la sicurezza alimentare.
Una delibera che sembra capovolgere le finalità dei controlli sanitari sull’agroalimentare
Ne è un esempio la delibera “fotocopia” approvata dalle Usl 8 di Asolo (n. 501 del 30 aprile 2014), Treviso (n. 526 del 6 giugno) e Belluno (n.630 del 30 giugno) destinata ad essere adottata anche dalle aziende sanitarie di Pieve di Soligo e Feltre. Il provvedimento recepisce “le linee guida per uniformare a livello di area vasta Treviso-Belluno la modulistica e gli indirizzi operativi dei dipartimenti di prevenzione”, introducendo, nella parte che riguarda l’attività dei servizi veterinari e Sian, disposizioni sul controllo degli alimenti che sembrano capovolgerne totalmente le finalità.
“La normativa comunitaria e nazionale – spiega Roberto Poggiani, segretario regionale della Federazione veterinari e medici – protegge, da una parte, l’esigenza di sicurezza alimentare dei consumatori e il ruolo di chi è chiamato a svolgere i controlli di legge, dall’altra, le giuste aspettative di profitto dei produttori onesti. Solo l’equilibrio e il bilanciamento tra questi diversi interessi assicurano l’efficienza del sistema”.
I redattori della delibera in questione, invece, prosegue Poggiani, “sembrano preoccupati esclusivamente di attenuare gli effetti dell’attività di controllo sulle ditte, piuttosto che della codifica di procedure di ispezione validate e in linea con quanto previsto dai regolamenti del pacchetto igiene e delle norme attuative nazionali. Si tratta di una visione “strabica” che può mettere seriamente a rischio l’efficacia dei controlli ufficiali e la sicurezza alimentare. Le garanzie di difesa e tutela degli operatori sottoposti a controllo, peraltro, sono già ampiamente definite nella normativa vigente”.
Ma vediamo più nel dettaglio i contenuti della delibera
La delibera introduce definizioni e strumenti che non sono assolutamente presenti nelle normative comunitarie di riferimento. Intanto l’attività di controllo viene liquidata genericamente come “vigilanza”, mentre i regolamenti parlano nello specifico di controlli, ispezioni, audit, monitoraggio, sorveglianza, verifica e campionamenti. Tutte attività ufficiali apparentemente simili ma che differiscono significativamente per modalità e procedure.
Altra “novità” introdotta la predisposizione di un documento definito “modulo di accesso” e l’eventualità che un sopralluogo in un’azienda si possa concludere senza la stesura di un verbale. Ma il veterinario ha un ruolo di ufficiale di polizia giudiziaria e il verbale è una fotografia della realtà. Esso rappresenta il documento ufficiale indispensabile per la rendicontazione dell’attività svolta, che può essere utilizzata anche dalle altre forze dell’ordine e dall’autorità giudiziaria. E’ redatto con tutte le garanzie, comprese le dichiarazioni che la controparte ritiene utile far inserire.
Secondo la “nuova” delibera, invece, il verbale dovrebbe essere effettuato “in contradditorio”, addirittura attraverso una possibile contrattazione dei contenuti.
Efficacia dei controlli a rischio se si lede l’indipendenza di chi li esegue
“Ma non è finita qui – fa notare il segretario regionale Fvm – . La delibera introduce un secondo livello in riferimento “da parte del responsabile del servizio tramite colloquio diretto con la controparte”. Vale a dire il titolare della ditta sottoposta a controllo che fosse “contrariato” delle conclusioni a cui è giunto il verbalizzante può sempre chiedere di parlare con il suo “capo-servizio” (per ricondurlo a più miti ragioni!?). Non si capisce peraltro, data la forma piuttosto fumosa dell’enunciato, se tale possibilità sia contestuale o differita, se debba avvenire in presenza o meno del verbalizzante di prima istanza. Tra l’altro l’uso che viene fatto del termine “colloquio” sembra prefigurarne una dimensione quasi privatistica”.
La stessa previsione di una controfirma, intesa come valutazione di merito, da parte del responsabile di servizio, di ogni singolo atto di controllo inserisce un ulteriore elemento che lede l’indipendenza di chi lo ha operato da parte di una figura che non era nemmeno presente al sopralluogo.
La delibera riserva un ampio capitolo alla rotazione del personale dirigente medico e veterinario. “L’intento, a quanto è dato di capire, sarebbe quello di evitare i fenomeni corruttivi che una lunga consuetudine di rapporti tra controllore e controllato potrebbe ingenerare – argomenta Poggiani -. Ma ogni azienda sanitaria si è già dotata, per disposizione normativa, di un suo sistema di controllo dei fenomeni corruttivi e ogni atto ispettivo è comunque sottoposto al vaglio del responsabile di struttura, di enti terzi esterni e spesso dell’autorità giudiziaria”.
La rotazione del personale: un’arma a doppio taglio
“Il dubbio è che dietro le “necessità” di rotazione del personale – osserva ancora – si possano nascondere i “desideri” del controllato che, magari, potrebbe pensare di chiedere all’Asl un altro ispettore, nella speranza di ottenerne uno più accomodante. Senza contare che le competenze e le esperienze dei veterinari pubblici non possono essere traslate indifferentemente da un incarico all’altro: un prodotto a base di carne non è eguale, sotto nessun punto di vista, a uno a base di latte. Sarebbe gravissimo. Tanto più che già oggi i veterinari delle Usl sono spesso esposti, in virtù del loro lavoro, a intimidazioni e violenze. Ma evidentemente il sostegno e la difesa dei propri dipendenti non è ritenuta una priorità per le Usl, visto che su questi aspetti la delibera non spende una riga”.
Sfugge, poi, quale sia la “ratio” della previsione di un’informazione preventiva “delle associazioni di categoria delle aziende interessate ad azioni di vigilanza relativamente alle modalità e ai contenuti del controllo” come se questi non fossero ampiamente e dettagliatamente descritti nel regolamento 882/2004, in vigore ormai da dieci anni, e non fossero stati pubblicizzati in appositi incontri periodici. Né si comprende per quale motivo dovrebbero essere informati addirittura anche i sindaci dei comuni interessati, visto che alla luce dello stesso regolamento essi non hanno più alcuna competenza in materia.
Disposizioni controproducenti anche per gli operatori del settore alimentare
A preoccupare la Federazione veterinari e medici, peraltro, le conseguenze che potrebbe comportare l’estensione della delibera predisposta per l’area vasta Treviso-Belluno a tutta la realtà regionale.
“Il contatto quotidiano con gli operatori – conclude il segretario Fvm – ci fa toccare con mano le difficoltà che il settore sta attraversando a causa della crisi attuale. Come veterinari di medicina pubblica siamo responsabilmente al loro fianco per supportarli nel produrre nel rispetto dalla normativa, certificando quella qualità che rappresenta per il nostro agroalimentare un valore aggiunto. E certe iniziative, magari ispirate da chi è sempre in cerca di facili consensi, non solo non aiutano in alcun modo i produttori, ma mettono a rischio, oltre che la sicurezza alimentare, la stessa redditività delle imprese e la libera concorrenza di mercato”.
LA RASSEGNA STAMPA
Panorama della Sanità – Fvm: «Non è indebolendo la prevenzione e abbassando il livello dei controlli che si aiutano le imprese alimentari»
Agenparl – Veneto: Fvm, indebolendo prevenzione e diminuendo controlli non si aiutano imprese alimentari
Il Corriere delle Alpi – Veterinari contro la delibera Asl. Fvm. Ruolo indebolito, imprese non tutelate
La Tribuna di Treviso – Veterinari alle Usl: «A rischio la sicurezza alimentare»
a cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 8-15 agosto 2014