Ora c’è la data. Ed è vicina, vicinissima: martedì prossimo. Quel giorno la Camera deciderà se dare o meno il via libera all’arresto di Giancarlo Galan, chiesto oramai un mese e mezzo fa dalla procura di Venezia nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti del Mose. Il verdetto è atteso per le 17, dopo tre ore di dibattito, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo guidata dalla presidente Laura Boldrini, e se si ripeterà il copione già visto con Francantonio Genovese del Pd il 15 maggio scorso è probabile che a sera l’ex governatore del Veneto si troverà già rinchiuso in carcere.
Di certo non sarà presente in aula al momento della conta: da alcuni giorni, infatti, è bloccato nella sua villa di Cinto Euganeo, ingessato, dopo una rovinosa caduta in giardino che gli ha provocato la frattura della tibia e del perone (il che, con ogni probabilità, comporterà il suo dirottamento nell’infermeria della casa circondariale, senza passare per le celle «ordinarie»).
Oggi, intanto, toccherà alla Giunta per le autorizzazioni chiudere la sua «indagine preliminare» sull’esistenza o meno del fumus persecutionis a danno di Galan, dopo che ieri è stata presa in considerazione una seconda integrazione alla memoria difensiva depositata due settimane fa. L’orientamento della Giunta appare chiaro: sia Giulia Grillo del Movimento 5 stelle che Sofia Amoddio del Pd, infatti, nei loro interventi di ieri si sono espresse contro il fumus (e dunque a favore dell’arresto) con ciò interpretando il sentiment di entrambi i gruppi di appartenenza. E dal momento che Pd e M5S, insieme, contano 13 membri su 21, è facile presagire che la giornata non si chiuderà in modo positivo per Galan, nonostante gli sforzi di Gianfranco Chiarelli di Forza Italia e Antonio Leone del Nuovo Centro Destra che anche ieri hanno tentato di convincere i colleghi a respingere l’assalto dei pm.
Pure il relatore del caso, Mariano Rabino di Scelta Civica, pare essersi convinto dell’assenza di accanimento nei confronti dell’ex governatore (ed ex ministro all’Agricoltura e dei Beni Culturali), sebbene abbia acconsentito a posticipare a sera l’invio della sua relazione, aggiornata alle ultime precisazioni dell’indagato. «Sono emersi altri elementi – ha detto all’uscita dalla Giunta il deputato di Scelta Civica – come la terza memoria presentata da Galan, e sono state avanzate altre richieste. Quindi come mi è stato chiesto nelle prossime ore aggiornerò la mia relazione, anche se la mia posizione è chiara da diversi giorni». Il presidente Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) ha escluso qualunque ipotesi di rinvio: «Abbiamo già avuto una proroga, due non sono consentite. Saranno concessi 5 minuti a chiunque voglia esprimere il suo parere nelle dichiarazioni di voto, perché credo che questo dovrebbe essere un voto individuale e non del gruppo di appartenenza». Galan, dal canto suo, continua a professare la sua innocenza: «Mi si è voluto negare il diritto di interloquire con l’autorità giudiziaria e di difendermi essendomi stata preclusa la possibilità di conoscere, secondo la tempistica prevista dal codice di rito, le accuse elevate a mio carico. Non c’è chi non veda – scrive l’il forzista nel suo terzo documento difensivo – come si continui a indagare sul mio conto interrogando altri soggetti ma si nega all’incolpato la possibilità di spiegare e difendersi».
Ma.Bo. – Corriere del Veneto – 10 luglio 2014