di Filippo Tosatto. Si avvicina il giorno del giudizio (quello parlamentare, almeno) per Giancarlo Galan, che dal suo letto d’ospedale attende il voto della Camera sulla richiesta di custodia cautelare per corruzione avanzata a suo carico dal giudice di Venezia Alberto Scaramuzza.
Domattina, alle 11, si replicherà il copione adottato nella giunta per le autorizzazioni a procedere: i deputati ascolteranno la relazione di maggioranza del montiano Mariano Rabino (favorevole all’arresto) e quella di minoranza del forzista Giovanni Chiarelli (contrario), quindi i gruppi esprimeranno le dichiarazioni di voto cui seguirà il “verdetto” lo scrutinio segreto. L’esito, francamente, appare scontato perché il blocco Pd-M5S non ha dubbi nell’accogliere l’istanza del magistrato, così come Sel, Scelta Civica e la stessa Lega Nord («Nelle carte non abbiamo trovato traccia di fumus persecutionis»); sull’altro fronte soltanto Forza Italia e Ncd si opporranno, né l’eventuale intervento di qualche franco tiratore sembra in grado di incrinare un sì schiacciante. «È ingiusto impedirmi di partecipare alla discussione, è in gioco la mia libertà, ho il diritto di esprimere le mie ragioni in aula e in queste condizioni non posso farlo», si è sfogato Galan con gli amici mentre l’avvocato Antonio Franchini non ha celato lo stupore per il silenzio prolungato del presidente della Camera, Laura Boldrini, a fronte della sua lettera che contestava come ininfluente, anzi «ipocrita», il rinvio di cinque giorni – dal 17 al 22 luglio – concesso al deputato, giunto all’ottavo giorno di ricovero nel reparto di cardiologia di Este con prognosi di 45 giorni e prescrizione di «assoluta immobilità» stanti le complicanze intervenute dopo la frattura dell’arto inferiore. Proprio sulle condizioni di salute, la difesa giocherà l’ultima carta. Franchini, penalista di livello affiancato nell’occasione da Nicolò Ghedini, ha chiesto al tribunale di convertire l’ordinanza di custodia in carcere negli arresti domiciliari in ospedale ma il giudice Scaramuzza ha rigettato l’istanza, riservandosi una decisione definitiva nel merito a votazione avvenuta. E sulle effettive condizioni mediche di Galan è polemica aspra. Sulla scia di Beppe Grillo – che in un tweet aveva definito «una triste notizia» lo slittamento del voto – i militanti del M5S Bassa Padovana alzano il tiro, sollevando forti dubbi circa la gravità del quadro clinico: «Ciò che sta avvenendo lascia attoniti», affermano in una nota «perché l’ex presidente della Regione viene ricoverato in ospedale con una prognosi di 45 giorni per un disturbo per il quale un comune cittadino si vedrebbe curare a casa». Meno acuminati ma severi i commenti delle altre forze politiche – il Pd ribadisce che «immunità non equivale ad immunità» – mentre sono sparute le attestazioni di solidarietà al politico caduto in disgrazia. Silenzio tombale tra i forzisti veneti, con l’eccezione della fedelissima Lorena Milanato che accusa di «ipocrisia» i democratici, colpevolisti verso Galan e garantisti nei confronti di Vasco Errani, l’ex presidente dell’Emilia condannato per falso ideologico.
Il Mattino di Padova – 21 luglio 2014