Ecco. È successo. Con il 2013 pagheremo anche l’aria che respiriamo. E non sarà a buon mercato visto che, conti alla mano, ogni famiglia veneta si troverà una quarantina di euro in meno in tasca per ognuno dei prossimi dodici mesi per un totale di circa 500 euro di tasse in più da pagare..
Tares
Ma andiamo con ordine: il primo acronimo che dovremo affrontare nel marzo (al più tardi ad aprile) del 2013 si chiama Tares, un tributo ambientale sui rifiuti e sui servizi tutto nuovo che mette insieme lo smaltimento della spazzatura, la manutenzione del verde pubblico, l’illuminazione stradale (se vi siete chiesti «chi paga?» di fronte alle luci accese nelle piazze e nelle strade finalmente avete la risposta) e tutte le misure atte ad abbattere l’inquinamento e a migliorare la qualità del traffico stradale. «L’aumento della tassa sui rifiuti non è legata a una maggiorazione dei costi delle multiutility — spiega Andrea Razzini, amministratore delegato della società dei rifiuti veneziana, Veritas — ma al fatto che finiscono sotto la stessa voce altri servizi dei Comuni per cui non sono più previsti trasferimenti statali». Per i municipi veneti infatti il 2013 sarà un altro anno duro visto che la Spending e la legge di stabilità prevedono lacrime e sangue per chi finora ha avuto i conti in ordine.
«Città come Venezia o, visto che ha più o meno lo stesso numero di abitanti, Verona, dovranno fare i conti con circa sedici milioni di euro in meno rispetto al 2012», ricorda il vicesindaco lagunare e assessore al Bilancio Sandro Simionato. «A Venezia — continua — abbiamo fatto di tutto per non sforare il patto di stabilità per non aggravare ulteriormente la situazione provocata dalle manovre degli ultimi anni».
L’addizionale Ierpef
Ai Comuni infatti non resterà che far fronte ai tagli con ulteriori (eventuali) aumenti dell’addizionale Irpef e con interventi sulla Tares che sostituisce la Tia o la Tarsu e aggiungerà alla bolletta annua dei rifiuti tra i 30 e i 40 centesimi di euro per ogni metro quadro di casa vostra.
A tutto gas
I rincari però non si fermano qui. Con le prossime bollette arriveranno anche aumenti a pioggia del gas (che cresce dell’1,7%), del canone Rai (+1,50 euro), dei treni (+2 euro sugli abbonamenti per adeguamento dell’inflazione), dei biglietti aerei (da un minimo di +3 euro a un massimo di +5 euro per effetto dell’aumento delle tariffe aeroportuali) e dei francobolli (+10 centesimi per le lettere e le cartoline e +30 centesimi per le raccomandate). Sia chiaro che in questi aumenti non c’è un accanimento nei confronti dei veneti visto che in termini percentuali l’imposizione fiscale è uguale da Trieste in giù. Ma a differenza dell’amore di Raffaella Carrà che è bello dappertutto il peso delle tasse si sentirà decisamente di piu nei Comuni del Nord che in quelli del Sud. Le operazioni finanziarie volute dal governo uscente per ripianare i conti pubblici infatti pesano, principalmente per merito dell’Irpef e dell’Iva (destinata ad aumentare di un altro punto quest’estate) di più nelle regioni più ricche rispetto a quelle più in difficoltà. E nemmeno il cambio di governo potrà modificare le carte in tavola. Con la firma del Fiscal Compact, l’Italia si è impegnata a dragare agli italiani una cinquantina di miliardi di euro all’anno per ridurre il debito pubblico. «Le manovre in sequenza fatte da Tremonti prima e Monti poi sono costate alle famiglie venete circa duemilacinquecento euro — calcola il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi — le ultime novitá fiscali ci faranno arrivare a una spesa totale di più di tremila».
Dall’Imu all’Ivie
Visto che l’Imu non poteva essere aumentato, il governo ha introdotto una nuova tassa sulle proprietà degli italiani all’estero. Accanto all’Ivie, che peserà anche su chi ha qualche multiproprietà oltreconfine, passano da 15% al 5% le deduzioni sugli affitti per i prorietari di seconde case. Chi affitta senza cedolare secca si prepari a pagare quasi mille euro in più.
I pedaggi
«La vera stangata per i veneti sono gli aumenti dei pedaggi autostradali fino a un +13% per finanziare i lavori della Terza Corsia e per pagare il mutuo della Cav, la societá del Passante, che deve sborsare un miliardo di euro entro la fine del 2032», conclude il segretario dei trasporti della Cgil Ilario Simonaggio sottolineando che era giá diventato evidente negli anni scorsi che con la diminuzione del traffico legata al carobenzina i mutui dei project financing di questi anni sarebbero andati in conto agli utenti rimasti.
Alessio Antonini – Corriere del Veneto – 3 gennaio 2013