Segnaliamo ai nostri lettori la delibera con cui la Giunta regionale ha definito i valori minimi di riferimento per la misurazione dell’assistenza ai degenti nelle strutture sanitarie pubbliche che anticipa i costi standard nella gestione delle risorse umane. Determinazione dei minuti al giorno (TEMA-Tempo di Erogazione Minuti di Assistenza) che un infermiere deve dedicare ad un paziente in funzione del reparto nel quale è ricoverato. Quantificazione degli operatori sociosanitari che devono essere in attività, fatto 100 il parametro degli infermieri professionali. È quanto contiene la delibera, approvata nell’ultima seduta della Giunta della regione Veneto, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, che definisce i valori minimi di riferimento per il personale di assistenza del comparto (gli infermieri nelle loro diverse qualifiche) dedicato alle aree di degenza negli ospedali.
Un provvedimento – trasmesso ora alla Commissione Sanità del Consiglio regionale per il parere – in linea con i principi guida della determinazione dei costi standard.
“Perché i costi standard non rimangano parole e carte – ha commentato il presidente Luca Zaia – ma si traducano al più presto in realtà il Veneto, una delle tre Regioni benchmark, è già al lavoro e, con questa delibera, dimostra come si fa a non buttare via denaro dei cittadini gestendo male il numero del personale infermieristico, cioè di migliaia di stimati professionisti”.
Un provvedimento storico, secondo Zaia, perché la gestione del personale è una delle voci di spesa più elevate, sulle quali andrà posta attenzione totale. Soprattutto precisa il Governatore “nessuno venga a parlare di allarme licenziamenti. Anzi, ha aggiunto “se alla fine emergerà che sarà necessario assumere altro personale lo faremo senza se e senza ma, perché i parametri che abbiamo definito sono quelli minimi, al di sotto dei quali proprio non si va, e l’unico scopo è quello di assistere a cinque stelle il paziente ricoverato”.
Il documento, concordato con i sindacati di categoria e i collegi provinciali Ipasvi, indica di fatto quanti minuti al giorno (TEMA-Tempo di Erogazione Minuti di Assistenza) un infermiere deve essere dedicato ad un paziente a seconda del reparto nel quale è ricoverato e quanti operatori sociosanitari devono essere in attività, fatto 100 il parametro degli infermieri professionali.
E così, ad esempio, l’area che richiede il maggior minutaggio di assistenza di un infermiere professionale è quella “critica” con 700 minuti /giorno, seguita dall’assistenza neonatale (350 minuti/giorno), da malattie infettive (230 minuti), da pediatria (200 minuti/giorno). Fatto 100 il parametro dell’infermiere professionale, invece, sarà 70 quello dell’operatore sociosanitario nelle aree di salute mentale e lungodegenza e riabilitazione; 50 in medicina, chirurgia generale, ostetricia e ginecologia; 20 nell’area critica (dove è più necessario avere medici e infermieri professionali).
“Ciò vuol dire – ha spiegato l’assessore alla sanità, Luca Coletto – che in nessun reparto veneto si dovrà mai più assistere ad attese troppo lunghe da parte del paziente e che l’assistenza sarà tutta, ma proprio tutta, quella necessaria. Sulla base dei minuti per giorno assegnati ad ogni singolo infermiere saranno i direttori generali determinare il fabbisogno di personale ideale. Dove ci sarà, bene, dove mancheranno figure professionali, si assumeranno”.
Coletto punta l’obiettivo anche sul piano nazionale: “Sino a questa nostra delibera – ricorda – in caso di diatribe giuridiche ci si doveva rifare ad un decreto del Ministro Donat Cattin del 1988, che determinava una pessima distribuzione non più coerente oggi con le nuove tecniche organizzative e di cura. E non sembri che questo provvedimento possa nuocere alle Regioni in difficoltà, anzi – aggiunge Coletto – di fatto rafforza le Regioni rispetto all’applicazione della riforma del Titolo V° della Costituzione in chiave federalista e fa emergere le difficoltà e le cattive gestioni”.
Per Coletto è quindi auspicabile che questo metodo di determinazione dei fabbisogni venga recepito all’interno del nuovo Patto per la Salute Nazionale “così sarà legge e nessuno potrà sottrarsi ad applicare tutte le possibili pratiche virtuose”.
Gestione personale. Il Veneto determina gli standard di infermieri e Oss
Con una delibera di Giunta sono stati definiti valori minimi di riferimento per la misurazione dell’assistenza ai degenti nelle strutture sanitarie pubbliche. Basta con le lunghe attese dei degenti, attaccati al campanello nella speranza di richiamare l’attenzione dell’infermiere, che non arriva. E non per scarsa professionalità ma, ripetono da sempre i sindacati, per una condizione di sottorganico ormai cronica e legata anche ad un’organizzazione del lavoro non sempre adeguata. Dopo due anni di misurazioni, confronti ed elaborazioni condotti da un gruppo di lavoro istituito dalla Segreteria della Sanità, la Regione sforna un provvedimento ad hoc, che rappresenta anche la prima applicazione dei costi standard.
Una deliberaappena approvata dalla giunta Zaia definisce infatti, in minuti, i valori minimi di assistenza che infermieri e operatori sociosanitari (Oss) devono dedicare ad ogni paziente, a seconda del reparto. E così in Medicina interna, in Chirurgia generale, in Ostetricia e Ginecologia ogni ricoverato ha diritto a 185 minuti di assistenza al giorno, che diventano 195 in Medicina specialistica e Chirurgia specialistica, scendono a 175 in Ribilitazione e Lungodegenza, risalgono a 200 in Pediatria e a 230 in Malattie Infettive, schizzano a 350 in Neonatologia, per toccare i 700 minuti in area critica (Terapia intensiva, Rianimazione). Per gli Oss i minuti sono 50 in Medicina, Chirurgia generale e Ostetricia, 20 invece nell’area critica. Sono stati esclusi i dati relativi a Day Hospital e Day Surgery, perchè quelli trasmessi dalle varie Usl sono molto eterogenei, perciò l’esecutivo di Palazzo Balbi ha incaricato la Segreteria della Sanità di elaborarli. «La definizione dei valori minimi potrà permettere, sia in ambito alle singole aziende sia a livello regionale, la valutazione della corretta allocazione/distribuzione delle risorse umane — recita il provvedimento — definendo una baseline regionale».
Il team di esperti ha considerato le peculiarità del Sistema salute veneto, l’organizzazione delle Usl e alcune variabili come il monitoraggio sistematico dei pazienti, la prevenzione del rischio cadute e delle lesioni da pressione, la presa in carico nell’ottica della loro sicurezza. Ma anche il setting tecnologico a disposizione della struttura analizzata, il sistema informativo, la distribuzione logistica degli ambienti di lavoro, le modalità di erogazione dei servizi. «I valori proposti sono rappresentativi dell’attuale tempo di assistenza erogato nelle aree di degenza ospedaliera — si legge ancora nella delibera — sono compatibili ai vincoli e ai limiti di costo del personale assegnati dallo Stato al Veneto. E possono rappresentare per le singole aziende e per la Regione uno strumento di pianificazione, gestione, controllo dei modelli organizzativi e di valutazione dell’adeguatezza del personale. Saranno istituiti un Osservatorio regionale e altri aziendali, con la partecipazione dei sindacati». Le 24 aziende sanitarie venete e i privati accreditati dovranno adeguarsi ai parametri stabiliti entro il 31 dicembre 2015. «E’ una rivoluzione epocale, che parte subito e tiene conto non solo del singolo letto ma anche delle tecniche di cura e dei nuovi traguardi tagliati dalla scienza e dalla tecnologia — spiega l’assessore alla Sanità, Luca Coletto —. La gestione del personale sarà riparametrata nell’ottica dell’ottimizzazione indicata e, dove ce ne sarà bisogno, autorizzeremo nuove assunzioni. Ogni direttore generale dovrà verificare la situazione in essere in ogni reparto e agire secondo le indicazioni regionali. Non si dovrà più assistere ad attese troppo lunghe dei malati. E’ la logica conseguenza dell’introduzione dei costi standard, per i quali il Veneto è Regione benchmark e ora è anche la prima ad applicarli concretamente. Proporrò che la pratica virtuosa contenuta nella delibera venga recepita dal nuovo Patto per la Salute e quindi resa obbligatoria per tutte le Regioni».
Il provvedimento, concordato con i sindacati, è stato trasmesso alla commissione Sanità, per il parere obbligatorio. «E’ un documento storico — commenta il governatore Luca Zaia — anche perchè la gestione del personale è una delle voci di spesa più elevate. Se emergerà la necessità di assumere altro personale, lo faremo».
Da Quotidiano sanità e il Corriere del Veneto – 3 gennaio 2014