Era nell’aria sin dalla campagna elettorale della scorsa primavera. Ma, per passare dalle parole ai fatti, è stato necessario attendere più di quattro mesi di legislatura.
Fatto sta che ieri, di certo con un po’ di ritardo rispetto alle previsioni di molti, il sindaco Sergio Giordani ha chiuso (forse definitivamente) la strada che doveva portare il nuovo ospedale di Padova in zona San Lazzaro. Per smantellare il progetto avviato dal suo predecessore Massimo Bitonci che vedeva le fondamenta del policlinico nell’area di Padova Est – progetto successivamente condiviso anche da Regione e Università -, il primo cittadino ha inviato una lettera al governatore Luca Zaia, mettendo nero su bianco i ripetuti annunci delle ultime settimane.
Secondo Giordani, l’area di San Lazzaro di proprietà del Comune, al contrario di quanto promesso dall’ex senatore leghista, non può essere messa a disposizione della Regione a titolo gratuito. Per i legali consultati dal sindaco, la cessione dei 200 mila metri quadri di Padova Est (a cui si dovevano poi aggiungere altrettanti metri quadri ceduti gratuitamente dai privati) esporrebbe Palazzo Moroni a un possibile danno erariale. Nella missiva, non a caso resa pubblica a distanza di sette giorni dalla riunione del tavolo tecnico istituzionale fissata per lunedì prossimo 6 novembre, il sindaco si augura che, proprio in quella sede, venga discussa la sua proposta di rifare il policlinico universitario nello stesso sito di via Giustiniani in cui si trova da oltre due secoli (pur con la consapevolezza che la proposta verrà bocciata dai tecnici di Regione e Università). E poi, ricordando a Zaia come lo studio di pre-fattibilità elaborato dall’architetto (esterno) Maurizio Striolo sia stato recapitato in Regione da quasi tre settimane, Giordani entra nel merito della questione di Padova Est. Nello specifico dei circa 200 mila metri quadrati di proprietà del Municipio, che dovrebbero (avrebbero dovuto?) aggiungersi ai quasi altrettanti nelle mani dei privati del Consorzio Urbanizzazione Quadrante Nordest e gestiti dal commissario liquidatore Simone Salata. «Mi corre l’obbligo di precisare – si legge nel cuore della lettera – l’assoluta inefficacia della nota del 12/11/2016 a firma dell’allora sindaco Bitonci, con la quale egli confermava all’Azienda Ospedaliera la cessione gratuita dell’area pubblica di Padova Est, ciò in quanto il consiglio comunale, organo competente a deliberare ai sensi del Testo unico degli enti locali, non solo non l’aveva previamente autorizzata, ma era anche decaduto poche ore prima dell’invio di tale missiva».
Quindi, Giordani rammenta a Zaia come, dopo la sfiducia patita da Bitonci, neppure il commissario prefettizio Michele Penta e quello straordinario Paolo De Biagi «hanno ritenuto di ratificare tale operato mediante l’approvazione dello schema di accordo di programma». E poi, a sostegno del suo timore di generare un possibile danno erariale, Giordani sottolinea come «recenti approfondimenti hanno fatto emergere alcuni pareri della Corte dei Conti nei quali si esprime forte perplessità per una cessione a titolo gratuito, sussistendo invece l’obbligo (per le pubbliche amministrazioni, ndr) di valorizzare il patrimonio, tutelandone l’integrità, poiché esso costituisce comunque una riserva di valore per il futuro». Insomma, secondo Giordani, il terreno comunale alle spalle della Kioene Arena non può essere messo a disposizione in modo gratuito. E, senza quello, addio al nuovo ospedale a Padova Est. Una posizione che, in assenza di «evidenze documentali» di parere opposto in possesso della Regione, sarà a breve certificata sia in giunta che in consiglio. E, a quel punto, la palla passerà nelle mani di Zaia, chiamato a scegliere tra la proposta di nuovo su vecchio e il ritorno a Padova Ovest. Entro Natale, anzi magari anche qualche giorno prima, tutto sarà più chiaro. A meno di ulteriori, e non improbabili, colpi di scena.
IL Corriere del Veneto – 31 ottobre 2017