Leonardo Martinelli. Hanno percorso centinaia di chilometri, tanti dalla lontana Bretagna e dalle altre regioni del Grand Ouest, il più colpito dalla crisi agricola francese, che è gravissima nel settore del latte e in quello della carne di maiale. Sono sbarcati ieri mattina a Parigi, alla guida del loro principale strumento di lavoro: più di 1.700 trattori hanno invaso la capitale. Una protesta che ha dato subito i suoi frutti: all’inizio del pomeriggio il premier Manuel Valls ha annunciato un piano di investimenti governativi di tre miliardi spalmati su tre anni di interventi pubblici.
Solidarietà dal governo
Il primo ministro si è sciolto in « un messaggio di amore, forte e sincero » nei confronti degli agricoltori: sono le sue parole. «Voi avete il sostegno della nazione», ha proclamato. È evidente che le elezioni regionali si avvicinano (il prossimo dicembre) e che in certe aree della Francia, prima potenza agricola dell’Unione europea, il peso del voto dei contadini è determinante. Questo non esclude che i problemi siano oggettivi: la fine delle quote latte ha portato al crollo dei prezzi. Si è poi aggiunto l’embargo russo, senza contare il rallentamento della Cina. Intanto, come spesso succede, gli agricoltori francesi dovrebbero dare il la alle proteste nel resto d’Europa. Lunedì saranno gli italiani della Coldiretti a presidiare il Brennero, pure con i trattori. Cédric Guerin, allevatore, produttore di latte e di carne bovina, è arrivato ieri a Parigi con il suo trattore dalla lontana Nantes.
Guadagni minimi
Alla France Presse ha ricordato la sua vita di sacrifici, al lavoro dalla mattina alla sera, sette giorni su sette, «e se va bene ho uno stipendio di mille euro al mese». «Fortunatamente – ha aggiunto – mia moglie non lavora nell’agricoltura». Lui e migliaia di colleghi, riuniti nella piazza della Nation, hanno assistito ieri all’intervento di Xavier Beulin, presidente dell’Fnsea, il principale sindacato del settore. «Il Governo ha ascoltato il nostro messaggio», ha urlato. Ma le sue parole sono state coperte in gran parte dai fischi, di chi non si accontenta degli annunci e chiede interventi immediati e certi per il settore.
Esecutivo generoso
E dire che l’esecutivo francese è apparso generoso. Ha aggiunto 85 milioni di euro a un piano di urgenza già varato in luglio: questi fondi permetteranno di alleggerire o eliminare del tutto i contributi sociali che spettano alle imprese. Sempre grazie alle garanzie assicurate dallo Stato, nel 2015 gli agricoltori potranno interrompere il pagamento delle rate dei debiti bancari. Poi, fino al febbraio 2016 la Francia «congelerà» qualsiasi nuova normativa ambientale prevista per la produzione agricola. Ma soprattutto gli investimenti alimentati dai fondi pubblici, regionali e comunitari saliranno a 350 milioni all’anno nei prossimi tre: saranno il volano per mettere in gioco la bellezza di un miliardo ogni anno e rilanciare il settore.
La Stampa – 4 settembre 2015