La cifra non è uno sproposito: 30mila euro all’anno. Solo che siamo in tempo di crisi, anche di antipolitica e così, si trattasse di un solo centesimo speso dall’amministrazione pubblica, si accendono i riflettori. Nel merito, poi, c’è comunque da discutere: perché la Regione deve dare soldi a una associazione di ex consiglieri regionali? E non soltanto l’obolo, pure un ufficio a Palazzo Torres Rossini?
Si dirà: lo prevede una legge. O ancora: lo fanno pure le altre Regioni. Appunto: è necessario? Tra l’altro gli ex consiglieri si aspettano ben altri interventi dall’ente: ci sarebbe tutta la partita dei vitalizi da sistemare. Perché chi è uscito dal Palazzo nel 1995 prende molto meno dei colleghi delle legislature successive. Certo, i contributi pagati dai singoli erano differenti, ma l’associazione da tempo chiede un “riallineamento”.
Capitolo uno, i 30mila euro. Che il contributo piaccia poco a chi non siede a Palazzo lo dimostra il sito Internet “Bastachesisappia” che a ciclo continuo pubblica le spese della Regione: una schermata è dedicata anche al contributo agli ex del Ferro Fini. Ebbene, Gennaro Marotta (Idv) sta aspettando il bilancio di previsione del consiglio regionale per l’anno 2013 per andare alla carica: «Il contributo all’associazione degli ex consiglieri va tolto, c’è la crisi, non è più tempo per queste cose. Gli ex consiglieri sono ex: hanno preso la loro indennità quando erano in carica, ora hanno il loro bel vitalizio, se vogliono farsi l’associazione se la paghino». Concetto chiarissimo su cui vanno fatte due puntualizzazioni.
Primo: l’associazione non riunisce più solo gli ex consiglieri. Lo scorso 2 agosto, senza clamore, neanche uno striminzito comunicato, il consiglio regionale del Veneto ha approvato una leggina (numero 35/2012) che modifica la legge n. 6 del 1993 “Norme per il riconoscimento dell’Associazione tra gli ex consiglieri regionali del Veneto”, in cui si stabilisce che possono iscriversi anche i consiglieri in carica. A distanza di tre mesi, quanti degli attuali 60 consiglieri si sono iscritti? Nessuno. «Stiamo raccogliendo le adesioni», dice il presidente dell’associazione, Aldo Bottin.
Seconda puntualizzazione: è la legge 6/1993 a prevedere che l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale assicuri “una sede funzionale e il supporto organizzativo” all’associazione. E sempre la stessa legge stabilisce la copertura delle spese a bilancio. Cioè i 30mila euro previsti, stando al bilancio pluriennale, anche per il 2013. Raffaele Grazia, consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, non la pensa come Marotta. «Gli ex consiglieri dovremmo semmai utilizzarli di più: ci sono belle “teste”, belle competenze, potrebbero darci una mano». Piero Ruzzante, che da ex deputato non ha aderito neanche all’Associazione di chi è stato in Parlamento, scuote la testa: «Non è una grande cifra, ma non è più il momento».
Ma i 30mila euro come vengono spesi? «Paghiamo l’impiegata, tra stipendio, Tfr e poi le spese postali e telefoniche non è che resti granché – dice Bottin – Per i convegni, le pubblicazioni, le due assemblee annuali come quella che abbiamo tenuto domenica scorsa in municipio a Montegalda, facciamo fronte con le quote associative». E se vi togliessero i 30mila euro? «Spero di no, nessuno ci ha detto niente».
Piuttosto, è difficile che a Palazzo Ferro Fini decidano di riallineare i vitalizi: Bottin ha fatto presente che se si passa al sistema contributivo, visto che dal 2015 non ci saranno più i vitalizi, «riducendo da una parte e aumentando dall’altra», si potrebbe far avere a tutti gli ex la stessa cifra.«Sia chiaro, senza ulteriori spese per la Regione». Ma la richiesta non ha sfondato
Gazzettino – 4 dicembre 2012