Gli ispettori del ministero dell’Economia hanno bussato alle porte delle Casse di previdenza. Per ora i destinatari delle visite ispettive sono stati tre enti: l’Enpacl, la cassa dei consulenti del lavoro, l’Enpaia, che ospita le gestioni dei periti agrarie degli agrotecnici, e l’Epap, l’ente pluricategoriale rivolto a chimici, dottori agronomi e forestali, geologi e attuari.
Per Enpacl la verifica – giustificata dal potere concesso alla Ragioneria generale dello Stato di effettuare verifiche sulla regolarità delle gestione amministrativa-contabile (legge 196/2009 e decreto legislativo 123/2011) – era preordinata al «monitoraggio del livello di spesa per l’acquisto di beni e servizi». Lo stesso programma dovrebbe valere per l’Enpaia, mentre per l’Epab la verifica sarebbe a largo raggio. «Gli ispettori – racconta Fabio Faretra, direttore Enpacl – hanno mostrato grande competenzae un approccio collaborativo. Hanno richiesto i bilanci e ogni altro documento necessario per verificare l’attuazione della spending review. Hanno poi distribuito due questionari: uno per capire quali provvedimenti del capitolo-risparmi riteniamo applicabile alla Cassa, l’altro per conoscere quali convenzioni abbiamo attivato con Con-sip in relazione alle utenze. La verifica, che è durata dieci giorni solari, sei o sette lavorativi, non si è conclusa con un verbale. Però, ci è stato detto che la nostra Cassa è stata la prima in una lunga serie di verifiche sulle risorse destinate ai consumi intermedi. Su questo, la Ragioneria vuole infatti fare controlli stringenti e continui». Per la Cassa dei consulenti – da un punto di vista gestionale – l’incontro con gli ispettori si è rivelato positivo. «Su loro consiglio – spiega Faretra – abbiamo rinegoziato un contratto più favorevole con il gestore di telefonia, senza andare al recesso che invece – senza penali per legge – è una prerogativa concessa alle amministrazioni pubbliche tout court. La legge, infatti, non precisa che il trattamento di favore vale anche per gli enti inseriti nell’elenco Istat». Arcangelo Pirrello, presidente Epap, si trova proprio in questi giorni a rispondere alle domande di due ispettori dell’Economia. «Non abbiamo problemi rispetto ai controlli». Tuttavia, c’è una questione di principio: «Va bene essere controllati come Casse private, ma non co- me enti pubblici. Noi siamo nell’elenco Istat solo ai fini statistici. C’è poi una questione di metodo: siamo una Cassa efficiente con pochi dipendenti e la presenza di due ispettori pro- prio in questi giorni, quando dobbiamo rispondere alle richieste della Consob, costituisce un sovraccarico». Si legaa questo aspetto il commento di Andrea Camporese, presidente Inpgi (giornalisti) e Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza private: «Sarebbe bene razionalizzare i controlli, sul presupposto che i decreti legislativi 509 e 103 hanno riconosciuto la nostra autonomia». D’altra parte, il Consiglio di Stato, con la sentenza 6014/2ou, ha riconosciuto la legittimità dell’inserimento degli enti di previdenza privati nell’elenco Istat delle amministrazioni pubbliche che concorrono al conto economico consolidato dello Stato. I giudici non si sono però pronunciati sulle conseguenze e la natura privata degli enti è stata definita come «inno-vazione di carattere essenzialmente organizzativo».
Il sole 24 Ore – 7 marzo 2013