Sarà anche vero, come ha detto ieri il presidente della Bce Mario Draghi, che la ripresa europea «è sempre più solida», ma gli italiani sono i più insoddisfatti della propria vita, ritengono peggiorata la propria salute. E comunque meno di un terzo degli europei dà un giudizio positivo sulla situazione del proprio Paese (media fra Italia, Gran Bretagna, Spagna, Francia, Germania, Svezia). Lo dice la ricerca «Europa allo specchio – Come si sentono gli europei?» che verrà presentata oggi pomeriggio a Milano, curata dall’istituto di ricerche italiano Astarea con Interactive Research e condotta su un campione di mille persone per Paese, rappresentative della popolazione nazionale (metodo Cawi, novembre-dicembre 2016).
Gli indicatori previsionali comunicati dalla Commissione Ue l’11 maggio stimano per l’Italia una crescita del Pil nel 2017 dello 0,9% (+1% la stima Istat del 22 maggio), il dato più basso fra i sei; 11,5% il tasso previsto di disoccupazione. «Questa situazione si rispecchia in una percezione di peggioramento rispetto al 2011», dice Laura Cantoni, amministratore unico di Astarea.
Quasi sette europei su dieci si sentono in media «soddisfatti della propria vita in generale» (il 67%): e il 62% lo è «della propria salute», il 66% «della propria felicità». Ma se in Svezia gli indici sono alti (rispettivamente dell’80%, del 73% e del 64%) — gli svedesi sono “i campioni della felicità”, dice la ricerca, seguiti a distanza dagli spagnoli — gli italiani invece sono i più insoddisfatti. Quasi metà del campione si dichiara infelice (il 46%) e non è contento della propria vita (42%), né della propria salute (48%, qui fa peggio solo la Germania con il 45%). Rispetto a cinque anni fa, inoltre, per oltre metà degli intervistati (il 51%) la salute è peggiorata. La media dei sei Paesi Ue è il 35%.
In generale, in Europa si «teme per il benessere della prossima generazione» in sette casi su dieci (72% la media) e qui i più preoccupati sono gli spagnoli (80%) seguiti dai francesi: l’Italia è terza con il 76%. Conseguenza: soltanto due intervistati Ue su dieci (il 19%) credono che i giovani avranno una vita migliore della loro (in Italia il 21%, un po’ sopra la media).
E il «giudizio sulla situazione in generale del Paese»? Positivo solo per 13 italiani intervistati su 100: meno della metà della media dei sei Paesi che comunque è solo del 30%. Alla pari o quasi ci sono solo gli spagnoli (14%) mentre svedesi (56%) e tedeschi (44%) manifestano i livelli maggiori di fiducia. In compenso l’Italia è in linea nel ritenere «più importante per il mondo» l’ambiente, rispetto alla crescita economica. Domanda provocatoria, ammette l’indagine.
Alessandra Puato Il Corriere della Sera – 30 maggio 2017