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Gli scienziati: l’epidemia di Zika è destinata a cessare fra due o tre anni perché una persona non può essere infettata due volte. E la prossima potrà sopraggiungere tra un decennio

Dopo la pronuncia, a giugno, dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), adesso è la volta del Cdc, il centro americano di controllo e prevenzione delle malattie, a emettere il verdetto sul rischio di diffusione del virus Zika durante i Giochi Olimpici di Rio che verranno inaugurati il 4 agosto. Le probabilità sono molto basse, secondo le autorità sanitarie americane: i 350-500 mila visitatori attesi sono soltanto una piccolissima parte di tutti i viaggiatori internazionali che si recano nelle zone del mondo dove c’è il virus Zika.

Il parere del Cdc arriva dopo che, in primavera, 150 esperti della sanità avevano scritto alla direttrice dell’Oms, Margaret Chan, sostenendo che mantenendo l’impegno delle Olimpiadi a Rio si sarebbe esposto inutilmente all’incirca mezzo milione di turisti al rischio di contrarre il virus che agisce in un modo che la scienza non ha mai visto in precedenza. Con la possibilità che l’epidemia diventi endemica.

Ora, il direttore del Cdc, Tom Friedman, intervistato da Le Figaro, sostiene che non c’è nessun motivo di sanità pubblica per ritardare o cambiare i Giochi, che comunque, ha ricordato, in Brasile si svolgono nella stagione invernale, la meno favorevole per le zanzare. L’unica cosa, se si vuole, è sconsigliare alle donne incinte di andarci. Il virus Zika, la cui contaminazione è difficile da contenere, viene trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti. L’ultimo numero della rivista Science pubblica il risultato dello studio di una équipe di ricercatori dell’Imperiai College di Londra che sostiene che «se i paesi non sanno contenere la diffusione del virus e non sanno lottare contro la zanzara che lo diffonde sappiano che l’epidemia è destinata a scomparire di qui a due o tre anni. E questo perché, è il risultato della loro ricerca, una persona non può essere infettata due volte. E per questo gli scienziati parlano di immunità collettiva. In base al modello da loro elaborato sostengono che una nuova epidemia potrà verificarsi soltanto fra una decina d’anni con l’arrivo di nuove generazioni che non sono mai state precedentemente infettate. Un lasso di tempo congruo per riuscire a metter a punto un vaccino, ha dichiarato a Le Figaro Neil Ferguson, principale autore dello studio. Tuttavia, restano ancora diverse questioni aperte intorno a questo virus e alla sua trasmissione e spingono gli scienziati a potenziare le ricerche perché non è da escludere, nello scenario peggiore, che l’epidemia Zika possa diventare endemica in America Latina con focolai di infezione di minore importanza ma più frequenti.

ItaliaOggi – 19 luglio 2016 

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