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Gli Usa dicono sì al consumo di carne di cavallo. Via il divieto di utilizzare fondi per le ispezioni

1a1a22_cavalli_macelloLe associazioni animaliste annunciano battaglia contro il provvedimento. Dalle praterie alla padella: rimosso il divieto che vigeva da 5 anni. Si stima che ora 200 mila capi finiranno al macello. Il cavallo, uno dei simboli dell’America, finisce dalle praterie alla padella: gli Stati Uniti hanno infatti rimosso il divieto di consumo di carne equina che vigeva da cinque anni. Si calcola che circa 200 mila cavalli saranno macellati ogni anno per il consumo umano. Molta della carne finirà in Europa e Asia, Messico e Canada. Se per gli animalisti, a ragione, è un boccone amaro da digerire, altri vedono aprirsi nuove opportunità economiche.

DIVIETO – Il Congresso ha dunque tolto il divieto di utilizzare i fondi federali per l’ispezione della carne di cavallo. Ciò significa che gli animali potranno presto essere macellati per ricavarne carne pronta per essere cucinata e servita a tavola. Nato come animale d’affezione o da competizione, il cavallo è simbolo di libertà, compagno dei vecchi cowboy, protagonista del grande e piccolo schermo. Da sempre nella storia al fianco dell’uomo, è considerato dai più un animale domestico, quasi al pari di cani o gatti. Nel maggio del 2007 le associazioni animaliste avevano perciò gioito alla chiusura dei cancelli dell’ultimo stabilimento statunitense per la macellazione dei cavalli a Dekalb, Illinois. Il divieto di uccidere l’animale per uso alimentare, era stato celebrato dagli zoofili come una vittoria contro quella che da sempre definiscono una barbara mattanza.

OSTACOLI – Ancora esiste però un ostacolo di tipo economico, perché prima di finire al macello, i cavalli devono essere ispezionati e ritenuti idonei. Un’operazione che comporta uno stanziamento di fondi apposito. Tuttavia, colpa (o grazie) alla crisi e ai tagli agli enti pubblici, il via libera del Congresso rischia di restare sulla carta, visto che il Campidoglio non ha specificato nella legge la destinazione di fondi per consentire l’ispezione. È previsto però che il Dipartimento dell’agricoltura americano reperisca tali soldi dal proprio bilancio. Ad ogni modo, gli impianti potrebbero ricominciare a operare già entro un mese, avvertono le associazioni per la salvaguardia e il rispetto dei diritti del nobile animale.

PRO E CONTRO – Le associazioni protezionistiche sono già sul piede di guerra e annunciano manifestazioni e azioni giuridiche. I gruppi a favore della macellazione, invece, sostengono che il divieto di questi anni sia stato controproducente: oggi sono infatti a migliaia gli esemplari costretti a vivere in stato di totale trascuratezza e abbandono, spesso malnutriti, poco curati, e a volte letteralmente abbandonati nei campi, pubblici o di privati, come purtroppo qualcuno fa con gli animali domestici. Oltre a ciò, la macellazione «controllata» sul territorio Usa risparmierebbe a questi animali dei lunghi e terribili viaggi verso stabilimenti all’estero. Ogni anno circa 140.000 cavalli americani vengono inviati ai macelli in Canada e in Messico.

NUMERI – Ad oggi si stima che la popolazione equina negli Stati Uniti sia tra i sette e i nove milioni di esemplari, con un’età media di circa 10 anni. Nel 2005, circa 90.000 cavalli sono stati inviati al macello per essere preparati al consumo alimentare per il mercato estero, secondo il sito web stophorseslaughter.com Anche se il Dipartimento dell’agricoltura ha assicurato che al momento negli Usa non esiste nessun impianto per la macellazione dei cavalli per il consumo umano, molti investitori sono già pronti a scommettere in questo business. In California e Illinois la macellazione è vietata per legge; in altri 12 stati vigono regolamenti severi sulla vendita al pubblico.”

corriere.it – 1 dicembre 2011

 

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