Dopo quella della Camera, il governo Conte 2 incassa anche la fiducia del Senato. Sono stati 169 i “Sì” (133 i “No” e 5 gli astenuti) al nuovo esecutivo M5s-Pd.
“Il Parlamento ha votato la fiducia al Governo. Un nuovo inizio per l’Italia, una stagione riformatrice di rilancio e speranza. Costituzione e rispetto delle Istituzioni la nostra bussola, gli interessi degli italiani il nostro obiettivo. Al lavoro con coraggio e determinazione”. Lo ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, annunciando l’avvio del nuovo governo, che ha ottenuto a Palazzo Madama 169 sì. Dopo l’ok ottenuto ieri alla Camera il governo Conte bis può ufficialmente partire.
Dopo la fiducia ottenuta alla Camera e al Senato, si stringono i tempi per la definizione della squadra di governo. Movimento Cinque Stelle, Partito democratico e Leu sono impegnati nelle ultime trattative per stilare la lista di sottosegretari e vice-ministri. Un vertice di maggioranza definitivo potrebbe andare in scena già oggi. L’obiettivo, per il premier Giuseppe Conte, è fare “il prima possibile”, per permettere al governo di “governare”: solo dopo aver completato la squadra con i 42 sottosegretari si potrà andare a regime. Ai 5S ne andrebbero tra i 22 e i 23, al Pd tra i 17 e i 18, a Leu 1 o forse 2. L’obiettivo è farli giurare giovedì, quand’è convocato il Consiglio dei ministri.
Il fronte dei 5 Stelle.
Tutte le commissioni del M5S hanno concluso il lavoro per l’indicazione dei nomi dei sottosegretari. E oggi i capigruppo del partito di maggioranza dovrebbero portare le loro proposte al capo politico, Luigi Di Maio. Fonti parlamentari riferiscono della conferma di Vittorio Ferraresi alla Giustizia e di Luca Carabetta al Mise.Tra le probabili riconferme anche quella di Stefano Buffagni e di Laura Castelli. Mentre l’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, potrebbe ottenere il ruolo di sottosegretario agli Interni. La delega ai Servizi potrebbe andare allo stesso presidente del Consiglio Conte.
Nei dem
Nel Pd alcune caselle sono definite ma la squadra è ancora soggetta a modifiche. Spirito unitario ed equilibrio territoriale, sono i criteri del Nazareno. Ma la discussione è accesa anche all’interno delle singole correnti: i nomi renziani, per dire, non sono ancora definiti. Dario Franceschini, che ha anche avuto un colloquio con Matteo Renzi, punterebbe a una stretta sulla lista già oggi. Al Pd dovrebbe andare la delega all’editoria e probabilmente anche quella agli enti locali, compresa quella su Roma Capitale. Tra i dem dati come “sicuri”: Antonio Misiani all’Economia, Marina Sereni agli Interni.