La Camera ha accordato la fiducia al Governo Conte con 350 voti favorevoli, 4 in più rispetto a quelli previsti alla vigilia. I voti contrari sono stati 236, le astensioni 35. Anche ieri il Senato aveva regalato alla maggioranza 4 voti in più rispetto ai numeri dei due gruppi che compongono l’alleanza giallo-verde.
Durante il suo intervento alla Camera, il premier Giuseppe Conte è tornato ad intervenire così sulla sanità: “Vogliamo che il diritto fondamentale alla salute significhi accesso alle cure, alle terapie, che il divario delle condizioni socio-economiche non venga ad inficiare in alcun modo il diritto di accesso alle cure. Vogliamo che tutti possano beneficiare di cure; vorremmo anche ad esempio che ci possano essere dei presidi ostetrici nei piccoli centri montani, là dove può essere difficile assicurare interventi così significativi; noi vogliamo promuovere l’adozione di modelli organizzativi più efficaci. Attenzione, su una cosa saremo inflessibili. Vogliamo che tutti questi interventi in materia sanitaria siano guidati da un principio direttivo, ispirati ad un principio direttivo: nelle scelte dei responsabili sul piano manageriale delle strutture sanitarie non vogliamo l’influenza della politica“.
LA FIDUCIA AL SENATO
L’Aula del Senato ha approvato la fiducia al Governo Conte. I pareri favorevoli sono stati 171, quattro in più rispetto a quelli su cui poteva contare l’Esecutivo sostenuto da Movimento 5 stelle e Lega. I voti contrari sono stati 117, gli astenuti 25.
In mattinata l’intervento del premier Giuseppe Conte che, in un discorso programmatico di oltre un’ora, ha illustrato le direttive sulle quali intende muoversi il “Governo del cambiamento” sulla base del contratto sottoscritto dalla due forze politiche.
Stop al legame tra politica e sanità. Le scelte dei manager delle aziende sanitarie dovranno essere incentrate solo su titoli e competenze. Tornare ad investire nel settore invertendo l’attuale tendenza sancita nel Def, che vede la spesa sanitaria scendere rispetto al Pil nei prossimi anni. E ancora, una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi, sia in ordine ai volumi, alla qualità, agli esiti delle cure, sia in ordine alla gestione dei conti.
A livello territoriale, poi, il governo si impegnerà a lavorare, d’intesa con le Regioni, per implementare modelli organizzativi più efficienti, in grado di garantire una corretta presa in carico dei pazienti, favorendo la promozione e la prevenzione della salute, attraverso l’integrazione dei servizi sociosanitari, oltre che al potenziamento della medicina del territorio.
Stralci dei riferimenti a sanità e ricerca tratti dalle dichiarazioni in Aula del Presidente del Consiglio Conte:
Sanità: “Invertire tendenza ala contrazione della spesa prevista nel Def”. “Quanto alla sanità, il Documento di economia e finanza che è stato già deliberato, prevede una contrazione della spesa sanitaria. Sarà compito di questo Governo invertire tale tendenza per garantire la necessaria equità nell’accesso alle cure. Le differenze socio-economiche non possono, non devono risultare discriminanti ai fini della tutela della salute per i nostri cittadini.
Perseguiremo una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi, sia in ordine ai volumi, alla qualità e agli esiti delle cure, sia in ordine alla gestione dei conti. Il Governo lavorerà, d’intesa con le Regioni e le Province autonome, per implementare modelli organizzativi più efficienti, in grado di garantire una corretta presa in carico dei pazienti, favorendo la promozione e la prevenzione della salute, attraverso l’integrazione dei servizi sociosanitari, oltre che al potenziamento della medicina del territorio. Vogliamo ottenere la riduzione dei tempi delle liste d’attesa. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP). Care senatrici, cari senatori, vogliamo che le nomine apicali delle strutture manageriali nel mondo della sanità avvengano, come è normale che sia, in base a criteri esclusivamente meritocratici e rigorosamente al riparo da indebite influenze politiche. (Applausi dai Gruppi M5S, L-SP e dai banchi del Governo).
Ricerca: “Da noi i migliori ricercatori, ma sno stati costretti ad andare all’estero”. In materia di ricerca scientifica siamo orgogliosi che nei prossimi giorni ben undici giovani tra ricercatrici e ricercatori italiani saranno insigniti, alcuni per la seconda volta, con il prestigioso riconoscimento che li individua tra i migliori del mondo per i lavori condotti nella ricerca sul cancro. Spiace però constatare che molti di loro, al pari di tanti colleghi che si fanno onore a livello globale nei diversi settori della ricerca scientifica, siano stati costretti ad abbandonare il nostro Paese per operare in università e centri di ricerca stranieri. Le nostre scuole, le nostre università sono in grado di formare eccellenze, assolute eccellenze in tutti i settori, anche se purtroppo non siamo in grado di mantenerle e trattenerle nel nostro Paese e questo è un grave deficit culturale, oltre che economico. Vogliamo invertire la rotta, ce la dobbiamo fare, ce la dobbiamo mettere tutta, offrendo ai migliori dei nostri ricercatori, e anche a quelli stranieri, concrete possibilità di proseguire le proprie attività nel nostro Paese, formando altri scienziati e insieme trasferendo il frutto del loro lavoro nel nostro tessuto economico e produttivo, non nel tessuto altrui. Solo attraverso lo sviluppo delle attività più avanzate e innovative potremo mantenere in Italia – e su questo c’è un grave rischio che corriamo – le filiere produttive che oggi costituiscono l’ossatura su cui si fonda la nostra ricchezza, regalando un futuro di sviluppo e crescita ai nostri figli e nipoti. (Quotidiano sanità 6 giugno 2018
Grillo: “Bene premier Conte su legame tra sanità e politica e necessità maggiori risorse al Ssn”