“Il pesce italiano parla”, e uno, “Il pesce italiano ha molto da dire”, sono i due messaggi chiave della campagna promossa dal governo e dall’Unione europea, nonché dal Fondo Europeo per la Pesca al fine di incentivare i consumi. Di vero pesce italiano.
La campagna che ha addirittura un sito, http://www.ilpesceitalianoparla.it/ in cui si illustrano tutte le varietà di pesce che si possono trovare sul nostro territorio.
Sul sito anche simpatici sketch in filmato, che parimenti illustrano la trota, il merluzzo, il persico reale, nonché crostacei, in un format tipo sit-comedy con i due pescivendoli che sono costretti a entrare nella vita di tutti i giorni degli avventori.
La campagna promozionale è presente anche sui maggiori quotidiani nazionali, con belle immagini della nostra variegata fauna ittica.
In passato ci eravamo occupati delle frequenti frodi che si accompagnano alla commercializzazione del pesce, frodi che riguardano sia la provenienza che la specie ittica. Facile ad esempio che la verdesca, un piccolo squalo comune nell’Adriatico, sia spacciata per pesce spada (vedi foto), o che certe altri squali (come lo smeriglio) per tonno, o ancora la sogliola per l’halibut. Così è divenuto abbastanza comune vendere pangasio per il ben più pregiato merluzzo, ma davvero tanti sono i raggiri possibili. Anche il Corriere della Sera si era occupato della cosa. Sottolinando proprio la richiesta di Coldiretti Impresa Pesca di avere una carta di identità del pescato, al ristorante, in modo da rassicurare gli avventori circa il reale tragitto del pesce nonché sulla natura merceologica dello stesso.
La Repubblica aveva poi fatto un confronto diretto sulle specie ittiche simili e sulle quali è di conseguenza più facile effettuare dei raggiri.
sicurezzaalimentare.it – 20 novembre 2012