La disoccupazione cala in Gran Bretagna ma i salari segnano il passo, mentre si allontana la prospettiva di un aumento dei tassi nel 2014. I senza lavoro sono ora 2,08 milioni. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,4% nel trimestre aprile-giugno, ha annunciato ieri l’Ufficio nazionale di statistica (Ons), il livello più basso dai tempi della crisi finanziaria sei anni fa.
Il dato è in linea con le previsioni degli economisti dopo il calo al 6,5% del primo trimestre dell’anno e si inserisce in una traiettoria discendente: la Banca d’Inghilterra si aspetta che il tasso di disoccupazione cali sotto il 6% entro dicembre e arrivi al 5,4% entro due anni. Inferiore alle attese invece il dato trimestrale sui salari, che sono aumentati solo dello 0,6% dall’anno scorso, il livello più basso dal 2001. Se si includono i bonus, gli stipendi medi sono scesi dello 0,2%, il primo calo da cinque anni, a fronte di un tasso di inflazione dell’1,9 per cento. Il trend è talmente marcato che la BoE ieri ha dimezzato le previsioni sull’aumento dei salari 2014 dal 2,5% all’1,25 per cento.
«La crescita dei salari è stata estremamente debole, – ha detto ieri il governatore Mark Carney. – L’economia sta tornando a una parvenza di normalità, ma il ritorno della normalità nei salari dipende da un aumento della produttività. I nuovi dati indicano che l’economia è in grado di sostenere un livello più alto di occupazione e un tasso più basso di disoccupazione senza generare pressioni inflazionistiche».
Il quadro è positivo e la ripresa dell’economia britannica continua. La BoE ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Pil 2014 dal 3,4% al 3,5%, il livello più alto da oltre dieci anni, e anche quelle per il 2015 dal 2,9% al 3 per cento. Lo stallo dei salari però «è un campanello di allarme che la ripresa economica c’é ma è ancora fragile – ha sottolineato David Kern, chief economist alla British Chambers of Commerce. – In questo contesto la Banca centrale deve riflettere prima di aumentare i tassi e dare garanzie alle imprese che quando inizieranno a salire sarà a un passo misurato e lento».
Senza crescita dei salari un aumento dei tassi avrebbe un effetto frenante sull’economia, e per questo ieri Carney ha dato l’impressione di non avere fretta di alzare i tassi d’interesse, che sono al minimo storico dello 0,5 per cento. In ogni caso, ha dichiarato, l’incremento, quando arriverà, sarà «limitato e graduale». Inoltre «i tassi d’interesse aumenteranno ma i tassi normali di domani saranno con ogni probabilità più bassi di quelli di ieri», ha precisato.
La maggior parte degli analisti si aspetta un rialzo dei tassi nel febbraio 2015 e ritocchi graduali dello 0,15% al trimestre fino ad arrivare a un massimo del 2,5%, nettamente inferiore alla media storica del 5 per cento. Alcuni economisti sottolineano però che il previsto aumento del 3% del salario minimo in ottobre potrebbe avere un effetto a catena portando a incrementi degli stipendi superiori alle previsioni attuali. Resta quindi aperto uno spiraglio di possibilità che la BoE decida di intervenire prima della fine dell’anno.
Il mercato crede che la prospettiva di un primo rialzo dei tassi dal 2007 si sia allontanata, e per questo ieri la sterlina si è indebolita contro tutte le maggiori valute. La sterlina ha toccato quota 1,6690 sul dollaro, il livello più basso da aprile, ed è scesa a 80,20 contro l’euro, il livello più basso da giugno.
Il partito conservatore al Governo ha rivendicato il merito del calo della disoccupazione, mentre l’opposizione laburista e i sindacati hanno sottolineato i rischi di una «crisi del costo della vita» per milioni di inglesi a causa di stipendi che non tengono il passo con l’aumento dei prezzi.
Il Sole 24 Ore – 14 agosto 2014