Per il pm la struttura non è stata autorizzata dal Comune. Il proprietario si opporrà per difendersi davanti a un giudice. La procura aveva già contestato altre presunte violazioni
Un’altra sanzione per il canile privato. Prima venne il decreto penale di condanna da 10 mila euro per il disturbo della quiete pubblica, a cui il proprietario dei cani si è opposto facendo finire in tribunale una storia di vicinato: da un lato lo scrittore Giuseppe Bertoli (assistito dall´avv. Stefania De Meo), dall´altro Nicola Cuomo (avv. Stefano Peron e Alessia Facco), entrambi residenti a Grumolo delle Abbadesse. Motivo del contendere quello che da Bertoli è ritenuto un allevamento di rottweiler, con le gabbie situate al confine tra le due proprietà; una situazione che si trascina da anni e diventata «insostenibile», per il rumore.
Ora è giunto un nuovo provvedimento, con il pubblico ministero Cristina Gava che ipotizza l´abuso edilizio per la realizzazione della struttura che ospita i cani. Altri 10 mila euro; è probabile che la famiglia Cuomo si opporrà nuovamente per dimostrare la propria innocenza davanti ad un giudice.
Negli ultimi mesi, si erano susseguiti numerosi sopralluoghi compiuti dalle autorità competenti – in particolare dagli agenti del consorzio di polizia locale di Torri di Quartesolo ma anche dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria – che avevano scritto poi in procura. Su indicazione del magistrato, erano state compiute verifiche mirate sulle strutture, fra cui il campo di addestramento dotato di quattro fari a stelo per l´illuminazione, oltre alle autorizzazioni per l´allevamento (quella dell´Ulss e quella amministrativa come è previsto dal regolamento comunale).
«Sono un allevatore amatoriale e non ho mai superato i parametri», ha sempre precisato Cuomo, che fra l´altro è delegato regionale del Rottweiler Club Italiano. Concetti ribaditi anche sul proprio sito internet: «Le regole che mi impongo le definirei garanzie di allevamento: fare poche cucciolate, mirate al miglioramento della razza e non ad una pura speculazione».
Ma la procura ora ipotizza che le strutture realizzate per ospitare l´allevamento dovessero avere delle doverose autorizzazioni da parte del Comune, e che quelle presentate non siano sufficienti. Pertanto, gli inquirenti ipotizzano l´abuso edilizio e lo contestano con l´emissione del decreto penale.
Cuomo, da parte sua, si dice certo di avere tutte le carte in regola nel suo annesso rustico in cui ospita gli amati animali. È prevedibile pertanto una seconda formale opposizione al decreto e un altro processo davanti ad un giudice, per chiarire se l´allevatore vicentino si sia comportato nel rispetto delle regole, come sostiene, o meno.
Il giornale di Vicenza – 23 febbraio 2013