L’ex direttore dell’ospedale: il rettore si rifiutò di dare il «placet» al professore
Adriano Cestrone, l’ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, è rimasto nello studio del sostituto procuratore Sergio Dini mezz’ora, o poco più. Giusto il tempo per raccontare al magistrato la sua versione dei fatti nell’inchiesta, partita da un esposto dell’ex preside di Medicina Giorgio Palù, sulla mancata nomina a Direttore del Dipartimento attività integrata sperimentale «Dais» di Biomedicina e sanità pubblica proprio dello stesso Palù. Nome, quest’ultimo, scelto in prima persona dall’allora direttore generale.
A fermare l’insediamento del professor Palù ci aveva poi pensato il rettore Giuseppe Zaccaria per via – così è scritto nell’esposto – di lontane inimicizie legate alla corsa al Rettorato. Particolari che ieri l’ex dg avrebbe confermato al pm che sta indagando sul caso. Assicurando come Giorgio Palù fossel’uomo da lui individuato nel gennaio 2012 per guidare il «Dais» di Biomedicina. E come, dopo un primo tentennamento del rettore (a cui spettava solo il placet), lui stesso nel luglio scorso avrebbe scritto una lettera al numero uno del Bo per sollecitarne la firma. Firma che però non è mai arrivata.
Così proprio in qualità di ex guida dell’ospedale ieri nel primo pomeriggio Adriano Cestrone è stato chiamato dal pm Dini: come detto lui quella nomina l’aveva autorizzata, ma dato che per regolamento la poltrona (tutt’ora vacante) deve essere assegnata di concerto tra il rettore e il dg dell’Azienda, ecco che il grande rifiuto del professor Zaccaria aveva fatto saltare il tutto. Generando così i sospetti di Palù diventati ora quelli della magistratura. Che sul caso sta indagando con un fascicolo, seppur privo di reato e di indagati.
Torniamo a ieri e al faccia a faccia tra il pm e Cestrone, sentito come persona informata sui fatti. Al sostituto Dini, Cestrone non avrebbe fatto altro che confermare quanto scritto nell’esposto da Palù. Non la ragione della mancata nomina, ma sicuramente come sono andate le cose a cavallo tra il gennaio e il febbraio dell’anno scorso. Quando il rettore e l’ex direttore generale erano chiamati a nominare i direttori di otto Dais, una struttura interaziendale che ha il compito di raggruppare diversi reparti e di gestire i finanziamenti per ricerca e borse di studio, la cui conduzione spetta a un docente di prima fascia. Cestrone e Zaccaria avevano trovato l’accordo sul nome di Palù (lo testimonierebbero gli atti amministrativi predisposti per la nomina di Palù e pronti per la firma, arrivati sul tavolo del direttore generale), ma la decisione viene rimandata. Dopo alcuni mesi Zaccaria chiede, e ottiene, di cambiare il nome del dipartimento in «Biomedicina». La nomina però continua a farsi attendere. A questo punto, Cestrone decide di prendere carta e penna e chiede formalmente a Zaccaria di sbloccare la situazione. Dal rettore, però, non arriverà nessuna risposta e così il Dais di Biomedicina resterà senza guida, fino ad oggi. Tutti elementi contenuti nell’esposto portato da Palù, sui quali ora la magistratura sta cercando di fare luce. Tutte cose, ed è questo il particolare più interessante, che l’ex dg avrebbe confermato ieri pomeriggio in Procura.
Nicola Munaro – Corrriere del Veneto – 21 febbraio 2013