Beniamino Bonardi. La commissione industria della Camera ha approvato nei giorni scorsi una risoluzione, con cui impegna il governo a regolamentare l’attività degli home restaurant, definiti come “una nuova tipologia di attività che rischia altrimenti di configurarsi anomala sul piano della concorrenza, della fiscalità e della tutela della salute pubblica”. Gli home restaurant sono attività di ristorazione svolte nella propria abitazione, rivolte a poche persone, trattate come propri ospiti, però paganti. È un’attività in veloce espansione, grazie alle piattaforme web. Secondo alcune stime di addetti al settore, nel 2014 sono stati organizzati 37 mila eventi social eating, con una partecipazione di circa 300.000 persone e un incasso medio, per singola serata, pari a 194 euro. Secondo uno studio CST per Fiepet Confesercenti, nel 2014 l’universo degli home restaurant ha fatturato 7,2 milioni di euro, con settemila cuochi social attivi e una tendenza prevista in ulteriore crescita
La necessità di una regolamentazione, afferma il governo, deriva dal fatto che “esiste il rischio concreto che, a fronte di modalità diverse di fare ristorazione, dove da un lato ci sono imprese e lavoratori soggetti a norme e prescrizioni rigorose a tutela della qualità del servizio, della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei clienti e dall’altro attività potenzialmente scevre da vincoli e controlli, anche igienici e fiscali, ci sia una significativo vulnus alla concorrenza nel settore, con evidente penalizzazione delle imprese in regola”.
Da Il Fatto alimentare – 24 febbraio 2016