I peggiori Roma e Napoli, dove la riscossione non supera il 4%. Solo Milano inverte il trend: 50 milioni in meno. Per fare cassa i Comuni mettono in conto di fare sempre più multe. Da almeno un quinquiennio, infatti, le previsioni di incasso dei municipi aumentano in misura esponenziale; del 20% l’anno scorso rispetto al 2014, del 30% quest’anno, rispetto al 2015.
Gli aumenti non colpiranno tutti i cittadini allo stesso modo, però. Il problema principale è che le diverse capacità di riscossione del centri – a Nord superiori che al Sud, con Napoli peggio di Roma – si tramutano in un diverso livello di pressione fiscale per i cittadini: al Nord chi è colpito, paga, al Sud buona parte delle contravvenzioni finiscono in prescrizione.
A rivelare il fenomeno è una indagine svolta dall’ Adnkronos sui bilanci di previsione 2016 dei principali Comuni. Il caso più clamoroso è quello di Roma, amministrazione che andrà al voto il prossimo giugno: gli incassi previsti per l’anno in corso sotto alla voce “multe” salgono da quota 250 milioni a 325. Nella Capitale, dove il bilancio è stato predisposto dal sindaco dimissionato dal Pd, Ignazio Marino, a pesare sono soprattutto i 148 milioni di arretrati che, considerando una capacità di recupero non superiore al 35%, producono ogni anno un buco di almeno 100 milioni di euro, che devono essere coperti alzando le imposte. Nonostante una ripresa delle attività di recupero, molti romani riescono ancora oggi a non pagare, scaricando il mancato introito su tutti i contribuenti. Va molto meglio a Firenze. Il capoluogo toscano, centro del potere renziano, si aspetta di incassare quest’anno “solo” 3,5 milioni in più rispetto all’anno appena concluso.
A Napoli il problema principale è l’incapacità dell’amministrazione di riscuotere il dovuto. Viene fatta pagare agli automobilisti soltanto una multa su dieci; le altre nove restano pratiche inevase e si tramutano in un “buco” nel bilancio del Comune, che poi “piange” e viene rimpinguato con aiutini dello Stato. Il municipio governato prima da Antonio Bassolino, poi da Rosa Russo Jervolino e oggi dall’ex pm Luigi De Magistris, si è fermato secondo la Corte dei Conti a una percentuale di recupero del 4% nel periodo 2009-2013.
L’unica grande città in controtendenza rispetto alle altre, dove l’amministrazione vuole far “respirare” i cittadini e prevede di incassare meno soldi rispetto all’anno scorso, è Milano. Sotto la Madonnina, dove a giugno se la giocheranno Giuseppe Sala e Stefano Parisi, si incasseranno quest’anno 355 milioni di euro di multe, 50 in meno dello scorso anno.
Non tutte le amministrazioni utilizzano la leva delle contravvenzioni soltanto per riempire i buchi di bilancio; a Schio, in provincia di Vicenza, per esempio, il bilancio di previsione 2016 prevede 980.000 euro in entrata per violazioni al Codice della Strada e la Giunta ha deciso di destinarli a campagne di sensibilizzazione per la sicurezza stradale. L’indagine dell’Adnkronos ha coinvolto anche altre realtà. A Parma, per esempio, nel 2016 si aspettano di incassare 12,6 milioni di euro, quasi tre in più rispetto a quanto accadeva nel 2012, mentre a Forlì l’incasso sarà di un milione e mezzo in più rispetto all’anno appena concluso. In un’altra città dell’Emilia, cioè Imola, sede del più famoso autodromo italiano, le contravvenzioni elevate agli automobilisti ammontano a 2,8 milioni di euro e quest’anno constano in trecentomila euro più del 2015. A Lucca quest’anno il municipio incasserà con le contravvenzioni poco meno di un milione di euro.
Finirà, prima o poi, l’aumento indiscriminato di autovelox e “imboscate” agli automobilisti? Dovrebbe. Qualche settimana fa, infatti, la Camera ha approvato una mozione presentata dall’azzurro Simone Baldelli che impegna l’esecutivo a «mettere fine» all’«uso distorto degli strumenti per la sicurezza degli automobilisti impropriamente finalizzati ad alimentare le entrate nelle casse dei Comuni».
Libero – 7 marzo 2016