Pubblicata una petizione on line indirizzata alla Commissione Europea -in particolare, al Commissario UE al Mercato Interno, Michel Barnier-. Lo scopo? Sensibilizzare sull’enorme potere che la grande distribuzione organizzata da almeno un decennio ha acquisito.
Con conseguenza negative sia per i fornitori e produttori, che per i consumatori. Se il tema non è nuovo, e anzi, fa parte di un dibattito istituzionale iniziato da diverso tempo (in principio, dal Comitato Sociale ed Economico ed Europeo con una relazione del 2005), è nuovo il coinvolgimento della cittadinanza, dei consumatori, e in genere, della società civile su un tema considerato per “addetti ai lavori”. Ma che purtroppo ha invece conseguenze proprio per i cittadini-consumatori, sebbene non sempre così visibili. Ottima allora l’iniziativa. Che riesce a semplificare un tema spinoso e complesso, dibattuto a diversi livelli in seno alla stessa Commissione (Mercato Interno, Concorrenza, Salute e Consumatori e Agricoltura, a segnalare la trasversalità di un tema che non trova “casa”).
Gli agricoltori sono una parte “lesa”dalle Pratiche Commerciali Scorrette. In base a stime preliminari disponibili a livello europeo, il costo addossato alla produzione primaria sarebbe pari a 10,9 miliardi di euro annui, l’equivalente dei pagamenti diretti della PAC- giusto per dare una idea.
Chiunque può firmare in modo semplice e immediato, sottoscrivendo la lettera qui allegata:
Caro Commissario,
Una manciata di rivenditori potenti come Tesco , Aldi , Lidl , Carrefour e Ahold dominano dove facciamo la spesa in tutta l’UE . Si stagliano a parte tra i milioni di consumatori europei e fornitori di tutto il mondo desiderosi di accedere a questo mercato. La Grande distribuzione, in particolare supermercati, abusano del loro enorme potere d’acquisto schiacciando i fornitori per mantenere i loro costi bassi. Questi fornitori operano in un ‘ clima di paura ‘ con poca scelta reale se non quella di rispondere alle richieste dei supermercati e trattenere le denunce per non rischiare la perdita dei contratti di fornitura.
Queste pressioni sono spesso trasmesse alle persone a valle della catena di approvvigionamento, compresi gli agricoltori che non dispongono di garanzie circa il pagamento che riceveranno e lavoratori che regolarmente lavorano lunghe ore , per salari bassi, in condizioni precarie.
Sto facendo un appello per sostenere forti regole applicate a livello di UE per fermare le Pratiche Commerciali Sleali e consentire che le persone che lavorano in queste catene di fornitura in tutto il mondo, così come i consumatori dell’UE, possano ottenere un accordo equo .
Sicurezza Alimentare Coldiretti- 30 ottobre 2013