Tutti a «casa» della Regione, così impara a non rispondere a una serie infinita di sos. E’ l’ultima trovata dei privati convenzionati che, esasperati dalla mancata applicazione da parte delle Usl (fatta eccezione per Asolo, Cittadella e Verona) della delibera con cui lo scorso 10 aprile la giunta Zaia ha assegnato loro 23 milioni extra budget, il 16 luglio si piazzeranno con gazebo e volantini a Godega di Sant’Urbano, Valeggio sul Mincio, Montegrotto e Brendola.
Ovvero i Comuni di residenza rispettivamente del governatore Luca Zaia, dell’assessore alla Sanità Luca Coletto, del presidente della commissione Sanità Leonardo Padrin e del segretario Domenico Mantoan. Lo hanno deciso martedì sera, nel corso di una riunione organizzata a Padova, 200 tra dipendenti e titolari di centri accreditati. In Veneto ce ne sono 161 (più 79 liberi professionisti), per un totale di 3 mila dipendenti, ora a rischio per il taglio del 35% sul budget principale (sceso a 140 milioni) sancito dalla Regione. I licenziamenti sono già iniziati, tra Padova, Venezia e Rovigo sono oltre un centinaio, ma salgono a 200 se si contano anche i contratti a termine non rinnovati a fisioterapisti e infermieri «esterni».
«Tra giugno e settembre esauriremo il budget — rivela Lia Ravagnin, presidente di Anisap, la sigla di categoria — tra due mesi non saremo più in grado di erogare prestazioni convenzionate. In attesa che l’assessore Coletto ci riceva, non possiamo rimanere zitti». E così martedì prossimo ai presidi sotto casa dei politici se ne aggiungeranno altri due davanti a Palazzo Balbi, a Venezia, e all’Usl 16 di Padova, che riunisce il 40% dei poli accreditati. I quali nella città del Santo resteranno chiusi dal 5 al 26 agosto per protesta. Sempre il 16 luglio, alle 9.30, i dipendenti si fermeranno 15/30 minuti per spiegare ai pazienti il motivo della rivolta.
Corriere del Veneto – 11 luglio 2013