Per i Comuni è una boccata d’ossigeno. Per la Sanità una stangata attesa. Il decreto legge sugli Enti locali ha ottenuto la fiducia della Camera con 295 voti favorevoli e 129 contrari. Già passato in Senato con lo stesso meccanismo, diventa ufficialmente legge dello Stato. Un contenitore di diverse misure e i sindaci lo aspettavano con trepidazione perché consente di distribuire fondi al territorio.
I tagli alla Sanità per il 2015 sono 2,3 miliardi. Arrivano da lontano, risultato di un’intesa con la Conferenza delle Regioni. Furono i governatori a decidere che una lauta fetta dei 4 miliardi richiesti nel patto di Stabilità sarebbero stati presi da quella tasca. I risparmi sono incentrati soprattutto sull’appropriatezza. Significa prescrizione di esami diagnostici non eccessivi rispetto alla patologia che si vuole accertare. L’esempio più calzante è la risonanza magnetica nucleare per il dolore alla schiena. na linea aggressiva che mette al riparo i medici da eventuali contenziosi con i pazienti. Si chiama medicina difensiva e costa al servizio sanitario miliardi.
Col nuovo sistema ci saranno più controlli, gli autori di una ricetta non chiara ne daranno ragione col rischio di risponderne in termini pecuniari.
«È l’inizio di un percorso — ha spiegato la ministra Beatrice Lorenzin dopo un incontro con i sindacati medici —. Il secondo passo sarà una legge sulla medicina difensiva che prende avvio da un dossier consegnato alla commissione Affari sociali della Camera». Sono 180 le prestazioni a rischio di abuso su circa 1.700 presenti nella lista dei rimborsi. Test genetici, odontoiatria, allergologia, tac, risonanza magnetica ad arti e colonna con mezzi di contrasto. Altri risparmi previsti dal ritocco di prezzi di farmaci e dispositivi medici. Capitolo spending review: il ministro ha chiarito che «tutto è ancora da studiare, non useremo l’accetta, niente tagli lineari, il principio è l’abbattimento degli sprechi. I risparmi saranno reinvestiti in sanità».
E sulle strategie del governo ieri nell’incontro con la stampa estera il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che il taglio delle tasse è un impegno dell’esecutivo. L’Italia intende inoltre chiedere alla Commissione europea di poter far leva di nuovo sulla clausola di flessibilità.
Margherita De Bac – Il Corriere della Sera – 5 agosto 2015