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I veterinari del SSN non sono direttamente esposti al rischio Covid-19? Grasselli (Sivemp): “Vero il contrario. Siamo in prima linea nel contrasto alla pandemia e nel contenimento dei danni collaterali”

“I medici veterinari, in particolare quelli operanti nelle Aziende ed Enti del SSN, sono impegnati direttamente nel contenimento dei danni collaterali provocati dalla pandemia e, soprattutto, per il contrasto alla pandemia stessa“. Lo ribadisce, ancora una volta, il Segretario Nazionale del SIVeMP, Aldo Grasselli in risposta all’articolo “Obbligo vaccinale anti Covid per il personale sanitario, tutte le incoerenze del Dl 44” pubblicato il 12 aprile 2021 da Sanità 24 – Il Sole 24 ore, firmato da Stefano Simonetti secondo la quale i medici veterinari, non operando in ospedale, sarebbero estranei al rischio Covid-19.

“Se l’unico comparto industriale e commerciale rimasto completamente sempre attivo è stato quello agroalimentare, ciò è accaduto perché gli obbligatori controlli veterinari preventivi, senza i quali nessun alimento anche parzialmente di origine animale può arrivare al consumo, non sono mai stati interrotti, nemmeno nei luoghi ad alto rischio Covid-19 come i macelli e i laboratoridi sezionamento e lavorazione delle carni dove la letteratura scientifica (non le supposizioni avventate) conferma lo sviluppo di numerosi e gravi focolai a seguito dei quali molti lavoratori,  compresi i veterinari, hanno subìto la malattia e in alcuni casi anche la morte. Si aggiungano tutti i sistemi di controllo e prevenzione veterinaria il cui eventuale blocco genererebbe immediatamente il concreto rischio che questa zoonosi (si ricordino i focolai di SARSCoV- 2 negli allevamenti di visoni) o altre antropozoonosi possano colpire il nostro Paese”.

“I veterinari del Ssn, ben più di altre categorie sanitarie, sono esposti al virus SARS-CoV-2 se si considera inoltre che i 10 Istituti Zooprofilattici Sperimentali del nostro Ssn sono stati impegnati dall’inizio della pandemia nella ricerca del virus nei tamponi e sono tra i capisaldi dell’indagine sulle varianti del virus“.

“Infine, non si dimentichi che molti medici veterinari operanti nei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL si sono resi disponibili per essere destinati a diversi ruoli, anche ad alto rischio, nelle unità di gestione dell’emergenza e della campagna di vaccinazione a livello territoriale” sottolinea Grasselli.

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